Crisi Usa, il governo salva Aig, ma ora tremano Morgan e Goldman
La Fed interviene per evitare il fallimento del gigante assicurativo e la compra per 85 miliardi di dollari
Cari amici,
I mercati finanziari americani assomigliano ad un pullman che ha bruciato i freni, in discesa e senza conducente, con i passeggeri che litigano e si azzannano per uscire.
Ma l’ autobus è ormai chiuso, corre troppo velocemente, e tutti sono costretti a restare dentro!
Un altra immagine è quella di una pentola piena d’ acqua sul fuoco lento, con una rana che nuota e si gode il calduccio, finchè all’ improvviso non si accorge che l’ acqua diventa troppo calda, ma ormai è troppo tardi per scappare fuori.
Noi comuni mortali, non abbiamo titoli investiti nei mercati finanziari, e pertanto guardiamo la giostra che gira vorticosamente, increduli e attoniti.
Eppure tutto quello che sta accadendo oggi era già previsto da tempo.
Di seguito copio il primo post di economia che ho scritto ben 2 anni fa, in data 12 aprile 2006:
“L’ ottimismo è la vera benzina dell’ economia.
Mi immagino una barca a vela lanciata a gonfie vele nell’ oceano.
Il vento è l’ ottimismo, la barca l’ economia.
Su cosa si basa l’ ottimismo? Sulla fiducia…………la fiducia, per esempio, che quei pezzi di carta che abbiamo in tasca, chiamati volgarmente banconote, tra due anni varranno di più o di meno di oggi.
I più inguaribili ottimisti del mondo, oggi, sono gli americani.
Se i nostri economisti hanno un futuro incerto…..ma comunque possibile, gli economisti americani hanno da mettersi le mani nei capelli.
E’ come se tutta l’ economia americana fosse seduta su un’ enorme polveriera. Guardano tutti la miccia e non si sa quando la barca esploderà.
Qualche semplice dato da ricordare………..
Il debito pubblico in Italia, ammonta più o meno al 105% del PIL; e tutta l’ Europa ci bacchetta per questo motivo.
Chi sa che il deficiti federale statunitense è in misura di oltre il 290% del PIL?? Come mai non si leggono notizie in prima pagina su questo argomento??
Ma noi, che siamo praticanti della vita, ne parliamo.”
Sono convinto che sia necessario analizzare a fondo le ragioni di questa crisi strutturale del sistema finanziario mondiale.
Se non capiamo i nostri errori, saremo naturalmente indotti a ripeterli.
Corriere della sera
WASHINGTON – Con una mossa senza precedenti la Fed evita in extremis il fallimento di Aig, accordandole un finanziamento da 85 miliardi di dollari. Il piano si salvataggio, orchestrato ancora una volta da Banca centrale, Tesoro e appoggiato dal presidente George W.Bush, prevede inoltre che il colosso assicurativo passi sotto il controllo del Governo: una decisione storica visto che, a differenza di Fannie Mae e Freddie Mac, Aig non è neanche regolata dal governo federale.
MERCATI SOTTO STRESS – Dopo aver deluso Wall Street non tagliando il costo del denaro, la Fed cerca così di tranquillizzare il mercato, ancora scosso dal fallimento di Lehman Brothers. Il crac di Aig avrebbe avuto conseguenze catastrofiche sui mercati americani e mondiali, già sotto stress: mastodonte con un bilancio da 1.040 miliardi di dollari, il colosso assicurativo se fosse fallito avrebbe rischiato di innescare un effetto domino, spingendo al collasso una serie di intermediari finanziari e causando perdite – secondo le prime approssimative stime – per oltre 180 miliardi di dollari solo alle istituzioni finanziarie.
WALL STREET – Ma la mossa della Fed non raggiugeva il suo scopo. Dopo aver aperto in negativo la Borsa americana estendeva le sue perdite con gli indici che segnanavano ribassi superiori al 3%. Aig perdeva il 45%, nonostante il salvataggio. Alla fine il Dow Jones lasciava sul terreno il 4,10% (-453,1 punti) a 10.605,92 punti, il Nasdaq il 4,94% a 2.098,85 punti, mentre lo S&P 500 è arretrato del 4,75% a 1595,44 punti. Male quasi tutti i finanziari, poichè i mercati si aspettano nuovi possibili crac, dopo Lehman e Aig. Gli investitori rimangono infatti pessimisti sulle sorti del settore finanziario. La stessa Fed è stata costretta a chiedere al Tesoro Usa di varare un piano di finanziamento straordinario mediante la creazione di aste speciali. Questo perchè la stessa riserva federale ha bisogno di nuovi fondi per finanziare i suoi interventi per garantire la liquidità del sistema finanziario. Si tratta dunque di uno sviluppo importante ma che conferma tutta la gravità della crisi in atto e che dunque ha ulteriormente depresso l’umore degli investitori.
PIAZZA AFFARI – Male anche le Borse europee. Piazza Affari chiude in forte calo con il Mibtel che lascia sul terreno il 2,22%. Parigi perde il 2,14%, Francoforte l’1,75%. Le Borse europee nella seduta odierna hanno bruciato quasi 125 miliardi di euro di capitalizzazione (123,8 miliardi per l’esattezza). Al termine delle contrattazioni infatti il Dj Stoxx 600, indice che sintetizza l’andamento dei mercati del Vecchio Continente, ha registrato una perdita di circa 2 punti percentuali (-2,06%).
PIANO SENZA PRECEDENTI – E dire che dopo una giornata convulsa e il susseguirsi di febbrili incontri, il presidente della Fed Ben Bernanke e il segretario del Tesoro Henry ‘Hank’ Paulson erano usciti allo scoperto, con un piano storico, che non aveva precedenti. Tramontati i tentativi di trovare una soluzione privata con il coinvolgimento di JpMorgan e Goldman Sachs, Bernanke e Paulson hanno ritenuto che l’unica alternativa perseguibile al fine di evitare un collasso del sistema fosse un intervento diretto. Per la seconda volta dai tempi della Grande Depressione, la Fed si è avvalsa della speciale autorità conferitale della statuto, che le consente in circostanze estreme di concedere prestiti a ogni società non in grado di assicurarsi un’adeguato finanziamento da parte di altre banche. Il prestito straordinario, che giunge al termine di dieci giorni che hanno ridisegnato la finanza americana, punta ad «assistere Aig a far fronte gli impegni presi. Il finanziamento faciliterà il processo nel corso del quale Aig cederà alcune delle proprie attività in modo ordinato», spiega la Fed, sottolineando che al Governo va il 79,9% della società, compreso il diritto di veto sul pagamento dei dividendi. Il prestito ha una scadenza di 24 mesi e sarà ripagato con la vendita degli asset Aig.
STABILITA’ – Plaude il presidente Bush all’operazione della Fed, che punta a «promuovere la stabilità nei mercati finanziari e limitare i danni all’economia in senso lato». Soddisfatto anche Paulson, che mette in evidenza come il prestito preveda «misure a tutela dei consumatori». Un’affermazione, questa, che sembra mirata a prevenire possibili critiche da più parti: il Tesoro, così come la Fed, è stata già oggetto di critiche per l’eccessivo interventismo in soccorso di Wall Street. Lasciando fallire Lehman Brothers, il maggiore crac della storia, Bernanke e Paulson hanno cercato di dimostrare di non essere disposti a salvare tutti e di non usare usare i soldi dei contribuenti per aiutare Wall Street. Ma di fronte ai possibili effetti del fallimento di Aig, non se la sono sentita di stare a guardare.
MORGAN STANLEY IN CRISI – Ma la scelta della Fed di correre al salvataggio di Aig, potrebbe essere messa subito a dura prova. La crisi che ha investito il mercato del credito potrebbe mietere un’altra vittima. Dopo Lehman Brothers, finita in amministrazione controllata, Aig salvata in extremis dalla Federal Reserve, Merrill Lynch acquisita da Bank of America, potrebbe essere la volta di Morgan Stanley. Secondo quanto riportato dall’emittente televisiva Cnbc, Morgan Stanley, che insieme a Goldman Sachs è l’unica maggiore banca di investimenti ancora indipendente, starebbe valutando la fusione con un’altra banca, forse un istituto commerciale. Morgan Stanley, avrebbe preso in considerazione una fusione con Wachovia o con un’altra banca. Lo rivela la versione online del New York Times, secondo cui l’amministratore delegato di Morgan Stanley John Mack avrebbe ricevuto una telefonata mercoledì dai vertici di Wachovia, appunto interessati all’acquisto. Secondo la testata newyorkese, le trattative si troverebbero in uno stadio preliminare e potrebbero non arrivare a un accordo. Altre banche avrebbero comunque espresso interesse per Morgan Stanley. Nel frattempo, prosegue il calo del titolo a Wall Street. Morgan Stanley, dopo avere lasciato ieri sul campo l’11% del proprio valore, è arrivata a perdere il 44%
In difficoltà sulla Borsa di New York anche l’altra grande banca d’affari americana rimasta indipendente, vale a dire Goldman Sachs, che è arrivata a perdere il 23%.
HBOS – Intanto in Gran Bretagna la banca britannica Lloyd ha raggiunto un accordo per salvare dalla bancarotta la Hbos (Halifax Bank of Scotland) tramite uno scambio azionario. Ne ha dato notizia la rete satellitare Sky News. Hbos è il principale erogatore di mutui del Regno Unito.
RESERVE PRIMARY FUND IN DIFFICOLTA’ – Anche Reserve Primary Fund sprofonda sotto il peso di Lehman Brothers: il più antico fondo monetario statunitense, con asset per 64,8 miliardi di dollari al 31 agosto, ha visto scendere il valore effettivo dei beni investiti (net value asset) sotto un dollaro ad azione in seguito di svalutazioni per 785 milioni di dollari su posizioni legate proprio a Lehman. Una flessione, quella del net value asset, che ha spinto Reserve Primary Fund a comunicare ai propri clienti che non potranno ritirare soldi per almeno una settimana. Reserve Primary Fund diventa così il primo fondo monetario in 14 anni ad esporre i propri clienti a delle perdite. Gli asset nei fondi monetari sono considerati, dopo i contanti e i depositi bancari, gli investimenti più sicuri.
VOCI SU CROLLO DI WASHINGTON MUTUAL – Intanto il Il governo americano – secondo indiscrezioni stampa – avrebbe avviato contatti per organizzare il salvataggio del colosso assicurativo Washington Mutual. L’ostacolo a una soluzione sarebbe relativo al fatto che nessuno conosce realmente – proseguono i rumors – cosa c’è nei libri contabili di Wamu. Fra gli istituti contattati ci sarebbero Wells Fargo & Co., JPMorgan Chase & Co. e HSBC Holdings PLC.
PETROLIO – Il prezzo del petrolio chiude invece in rialzo sopra i 97 dollari a New York. A sostenere i future il rallentamento dell’euro contro il dollaro e il forte calo delle scorte petrolifere Usa, annunciato la settimana scorsa. Il light crude è scambiato a 97,36 dollari sul finale, segnando un rialzo del 6,8%.
ORO – I prezzi dell’oro sono invece letteralmente esplosi, mettendo a segno il maggior rialzo giornaliero di sempre, 90,40 dollari l’oncia, ovvero l’11,6% rispetto alla chiusura di martedì. Al termine della giornata di contrattazioni a New York, i futures sull’oro con scadenza a dicembre vengono scambiati a quota 850,50 dollari l’oncia, in aumento di 70 dollari rispetto alla chiusura di martedì. Nel corso della seduta erano arrivati a guadagnare appunto oltre 90 dollari. E’ stato così letteralmente polverizzato il precedente record, con un rialzo di 64 dollari l’oncia messo a segno il 29 gennaio 1980. L’oncia rimane comunque ben lontana dal massimo storico al di sopra dei 1.000 dollari fissato lo scorso marzo.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.