Cari amici,
Tra pochi giorni andrò in vacanza anch’ io per un breve periodo di pausa estiva.
Avevo delle idee su cosa scrivere per salutarvi, ma alcuni giorni fa le ho cambiate, perchè mi sono imbattuto in un post su facebook che, con il permesso dell’ autore, condivido con voi.
Non avevo mai pensato al punto di vista di chi è soggetto ad un mercato assurdo, che lo obbliga ad assumere un potere aziendale incontrollato e incontrollabile, e che lancia in resta si getta nella mischia, e cerca nonostante tutto di governare il proprio lavoro.
Ho scritto in passato che il mestiere di amministratore di condominio è fatto per idealisti o per truffatori.
Ma ho scoperto che c’ è una terza categoria, fatta di persone buone che non si chiedono cosa la società può fare per loro, ma cosa loro possono fare per la società.
Siamo tutti troppo legati ai soldi; …. io stesso subisco il retaggio della mia cultura professionale di commercialista e consulente di azienda, e non mi rendo conto di quanto invece la società abbia bisogno di gente umana, che lavora tantissimo, guadagna pochissimo, e si gode la vita semplicemente vivendo la propria attività.
Ti ringrazio Clara Schiavone, per avermi insegnato una cosa nuova.
Ecco il post:
“Chi non lavora come amministratore di condominio professionista non lo sa.
Il mondo degli amministratori di condominio
E’ un microcosmo fatto di tacite regole, di orari sballati, di vita sociale ristretta, di intensa condivisione.
E’ un mondo che, per chi lo guarda da spettatore esterno, risulta difficilmente comprensibile. E’ un mondo che ti cambia, modifica i tuoi bioritmi, muta le tue priorità e, purtroppo, ridimensiona anche il tuo carattere.
E’ come un amante che ti chiede di dedicargli tutte le tue energie e alla fine, per tutto il resto, ne avanza proprio poco.
Un amante che spesso rischia di mettere in discussione i rapporti più forti o boicotta quelli sul nascere.
Perché, se nel corollario umano che gravita intorno a amministratore e condominii, possiamo trovare la moglie o il marito, devota/o e orgogliosa/o che accetta con spirito di sacrificio gli straordinari (non pagati), le chiamate notturne, le assenze nei pranzi di famiglia, per correre al capezzale del malato (condominio) dall’altra, come residuo embrionale di un retaggio sostanzialmente maschilista, troviamo i mariti che sbuffano perché la moglie si è trattenuta oltre l’orario di lavoro (ma l’orario di un amministratore è un concetto aleatorio) e dall’alto del loro cartellino timbrato al minuto (si fa per dire) non riescono a entrare in questo meccanismo, aggravando i sensi di colpa, peraltro già ben radicati e indipendenti, delle mamme lavoratrici.
L’ amministratore di condominio non ha orari – Resilienza è la sua priorità
Ancora peggio per chi entra per la prima volta nella tua vita e ti guarda tipo marziana, ti fa domande tipo “Ma allora davvero fate anche capire ai condomini come si fanno i conti?” il mio amministratore non lo fa”, mi vien voglia di rispondere “ la mia banca è differente “; mi astengo per non dare la conferma di essere una marziana, o a domande del tipo “Che rapporto ha con i condomini?” (classica domanda da primo appuntamento per rompere il ghiaccio), osservandoti con distacco e curiosità, salvo poi capire che è stato bello pagare il biglietto per lo zoo, ma farti uscire dalla gabbia no: che sei troppo schizzata, non dormi mai, e per qualsiasi soffio di vento sei in stato d’allerta (succede quando passi ogni giorno con l’allarme del cellulare nelle orecchie).
Vivere come amministratore di condominio è “Resistenza”. E’ dare il meglio che puoi nonostante i tagli di compenso e la mancanza di personale, nonostante i turni massacranti, nonostante la mancanza dei più banali supporti, nonostante le difficoltà logistiche, gestionali e organizzative, nonostante l’utenza che ti vede sempre più come un nemico da sfidare.
E’ come la più classica delle relazioni disfunzionali: è qualcosa che ogni giorno si prende un pezzettino della tua anima, dei tuoi anni, della tua vita, dandoti pochissimo in cambio, ma da cui tutto sommato non riesci a staccarti.
Lavorare come amministratore è vivere con tanta adrenalina
Perché di questo forse hai bisogno, perché anche questa è vita.
E’ vita stare sempre al pc per finire un bilancio che non riesci a far quadrare e poi di corsa per arrivare al condominio per fare assemblea, chiedendoti a che ora finirà, è vita l’adrenalina che esplode quando gestisci un’urgenza, è vita il grazie (quasi mai) di un condomino o il sorriso di una vecchietta, che gli hai risolto un problema, è vita la soddisfazione che ti dà fare il giro la mattina e trovare rinato quel condominio critico con cui hai lottato tutto il giorno fra fornitori e condomini.
Vivere come amministratore di condominio è come avere una seconda casa.
Non c’è nessun ambiente lavorativo in cui la condivisione di momenti belli e meno belli è così forte da poter essere assimilato a una vera e propria famiglia.
Una famiglia in cui si intrecciano e mescolano tutte le sfumature dei rapporti affettivi. E’ quel posto dove ti viene difficile nascondere il tuo muso e le tue lacrime nelle giornate storte perché qualcuno se ne accorge ed è pronto a prenderti da parte e criticarti, (non puoi distrarti), è quel posto in cui si partecipa, con la stessa emozione ed intensità, alla felicità di una bella notizia o alla sofferenza di racconti meno belli; quel posto in cui magari si litiga, ci si manda a quel paese, ma il giorno dopo si è di nuovo pronti a lavorare fianco a fianco e a darsi una mano. (non capita spesso,ma a volte capita) Dove ognuno ha la sua vita, la sua storia, le sue gioie, i suoi dolori, ma quando indossa la sua divisa, mette su anche un sorriso ed è pronto a dedicarsi agli altri.
E se abbiamo scherzato, dissacrandolo, sull’ aspetto sentimentale e amoroso della vita come amministratore di condominio, altrettanto non possiamo fare con quello che è un altro sentimento di grande valore: l’amicizia.
Si perché a volte l’amministratore di condominio diventa anche un amico, un medico, un psicologo, un prete.
Esiste, ed è bellissimo, anche in un posto così. E’la vecchietta che ti prepara il caffè e il biscottino. E’ nel sacrificio di una collega che ti finisce un bilancio per permetterti di andare a casa, è negli attimi rubati in un androne o cantina a raccontarsi gli ultimi avvenimenti, è in quei rapporti che crescono giorno dopo giorno, in quei messaggi che ti strappano un sorriso, nelle parole e nei piccoli gesti che ti accarezzano il cuore.
Il condominio è un osservatorio privilegiato su un grande spaccato della realtà.
La sofferenza con cui ci confrontiamo ogni giorno è lì a ricordarci quanto effimeri siano i nostri dispiaceri e i nostri tormenti, quanto tempo sprechiamo a dare importanza a cose che in realtà non ne hanno, quanto male viviamo, spesso, la nostra vita.
In fondo a chi ci considera dei privilegiati, direi che il privilegio è sostanzialmente questo: fare esperienza della vita vera, quella autentica, che passa purtroppo anche attraverso l’esperienza della morte, e farne tesoro per imparare a vivere ed essere persone migliori.
Clara Schiavone Amministratore di Condominio.”
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