Battuta l’UE: il paese non ha violato la direttiva comunitaria di garanzia sui depositi quando ha fatto fallire le sue banche, mandando in fumo i risparmi di cittadini olandesi e britannici. Lo stabilisce la corte dell’EFTA.
NEW YORK (WSI) – L’Islanda, che si sta riprendendo bene dalla crisi finanziaria di cinque anni fa, ha ottenuto ieri un’importante vittoria legale che le consentira’ di non dover effettuare lauti risarcimenti a Olanda e Regno Unito.
La corte dell’EFTA (Area Europea di Libero Scambio cui fa parte anche Reykyavik) ha stabilito che il paese nordico non ha violato la direttiva comunitaria di garanzia sui depositi, quando ha lasciato che le sue banche fallissero.
L’accusa era di aver tenuto un comportamento discriminatorio nei confronti dei clienti olandesi e britannici della banca Icesave, controllata dalla islandese Landsbanki, rispetto invece ai propri depositanti, che sono stati protetti. Olanda e Regno Unito chiedevano un indennizzo per i propri cittadini.
La sentenza storica crea un precedente e rappresenta una vittoria chiave per il popolo islandese, che ribellandosi e’ riuscito a convincere il governo a non fare pagare ai contribuenti gli errori delle banche, evitando allo stesso tempo il default durante la crisi – per lo piu’ del sistema bancario – che ha messo in pericolo le finanze islandesi nel 2008-2011.
"È chiaro che questa sentenza rafforzerà la ricostruzione economica in Islanda – ha commentato soddisfatta Jóhanna Sigurdardóttir, Primo ministro islandese – Può anche essere che le agenzie di rating ora modifichino la valutazione sul Paese. E ci sarà un impatto positivo sui controlli di capitale, insomma una decisione positiva in tutti i sensi".
Non cambia interpretazione, invece, la Commissione europea, secondo cui gli schemi di garanzia dei depositi sono validi anche in caso di crisi sistemiche. Fissato all’epoca in 20mila euro, il tetto di risarcimento stabilito dalle leggi europee è stato aumentato nel 2009 a 100mila euro.
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