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Vinti 147 milioni di €; come l’ improbabile ci governa!

Due euro per vincere 147 mln. È caccia a Mister «Jackpot»

Cari amici,

ho trovato molto interessante l’ articolo che segnalo di seguito, tratto dalla Web Page del Sole 24, perchè è utilissimo per capire il senso dell’ Economia Relazionale che ognuno, anche senza saperlo, vive ogni giorno.

Tutti noi, infatti, abbiamo “attaccato addosso” un valore che ci segue e che condiziona tutti i nostri comportamenti sociali.

Si tratta del valore finanziario, il quale, nel bene e nel male, getta un ombra che copre i nostri pensieri e ne costruisce il senso concreto, fino a farli diventare fatti economici.

Questa situazione diventa evidentissima quando al classico “uomo qualunque”, fortunosamente o disgraziatamente, si incollano 147 milioni di euro non previsti.

Probabilmente quell’ uomo oggi sta riconsiderando il senso del suo vivere, a cominciare da quanto sia importante per lui il lavoro.

Quanto conta lo “stipendio” nel nostro lavoro di ogni giorno?

La domanda di responsabilità verso gli altri esseri umani, quando in un istante diventiamo “ricchissimi” diventa molto concreta e tangibile, perchè entra nella sfera delle possibilità concrete attuabili.

Tanto che, addirittura, qualcuno si permette di formularle affermando che il fortunato vincitore si dovrebbe ricordare (chissà perchè!) del luogo in cui l’ “atto fortunoso” è stato consumato.

Trovo che il riferimento a Nassim Nicholas Taleb sia molto pertinente, poichè i suoi studi riguardano proprio le conseguenze dei fatti imprevedibili, i quali comunque si verificano e sconvolgono le storie degli uomini.

Una vincita estrema è un classico “fatto sconvolgente” per la vita di un uomo.

Se ci pensiamo bene, la differenza tra chi “azzecca” il brevetto che per fortunate circostanze apre un nuovo mercato, e chi “azzecca” i sei numeri del superenalotto la differenza non è tanta!

Se ci pensiamo bene, sono i singoli fatti sconvolgenti che trasformano la nostra vita economica, talvolta “regalando” la ricchezza estrema, oppure imponendo la povertà assoluta.

Molti di noi questi pensieri non vogliono sentirli, perchè preferiamo pensare che siano i nostri “meriti” a farci guadagnare il successo, e questo è così vero che ci siamo inventati il concetto di “mercato” che dovrebbe statisticamente garantire il successo dei “migliori”.

Proprio per questo motivo, i vincitori di oggi sono i più cattivi, scaltri, intelligenti, esosi, egoisti, ansiosamente votati all’ avventura.

Proprio questi individui oggi comandano il mondo, che è la nostra unica astronave che ci contiene e che ci fa vivere , la quale, economicamente e giuridicamente parlando, è un prestito che abbiamo ricevuto dai nostri figli; non è affatto un’ eredità che ci hanno lasciato i nostri genitori.

Il sole 24 ore

Hanno tirato fuori dalle tasche la schedina (o le schedine) della fortuna, hanno dato un’occhiata veloce a caccia della sestina dei sogni. Undici…ventisette…dieci…settantanove, quarantacinque…ottantotto. «L’undici ce l’ho», oppure, «ho sbagliato di uno, avevo scelto il ventisei». In molti sabato sera hanno assistito ad una scena come questa: una sorta di “mantra”, un rito collettivo che ha contagiato pure i più scettici e che, ora, a giochi fatti, ha lasciato il campo libero alla curiosità. Perché tutti, da ore ormai, se lo stanno domandando: chi sarà mai quel giocatore (quella giocatrice?) che comprando una schedina da due euro (2 euro!) si è portato/a a casa 147,8 milioni di euro? Chi è riuscito a centrare le sestina dei sogni da solo, battendo milioni di sistemisti (o presunti tali) che ormai, in base alle statistiche, speravano di sbancare il banco ? Chi è quel signore che, per dirla con il grande economista Taleb, rappresenta il “cigno nero” italiano?

Poche le informazioni certe: Mister Jackpot (il vincitore, dicono i ben informati, dovrebbe essere un uomo) ha giocato la sua schedina a Bagnone, un paese in provincia di Massa-Carrara, presso il punto vendita Sisal del «Biffi Bar» in piazza Roma. Il gestore della ricevitoria (lui lo conosce, ma non rivela l’identità) ha dichiarato di averlo sentito al telefono sia sabato sera che in mattinata. Il sindaco del paesino, Gianfranco Lazzeroni, ha pensato subito di lanciare un appello: Mister Jackpot non si deve dimenticare di Bagnone; un aiuto alla comunità, insomma, sarebbe benvenuto.

Tra gli abitanti di Bagnone che non sono poi molti (il paesino conta duemila “anime”), c’è chi dice di conoscere l’identità del fortunato: il presunto vincitore sarebbe un dipendente di un’azienda di servizi, 48 anni, il quale, nella serata dei festeggiamenti per la vincita, avrebbe continuato tranquillamente a servire ai tavoli della Festa del Pd nella vicina cittadina di Vico. Altri abitanti del paese, indicati come possibili vincitori, hanno pubblicamente smentito, mostrando ai concittadini le schedine giocate, tutte perdenti.

E se Mister Jackpot non fosse neppure italiano? Se fosse un turista? Uno dei tanti che hanno cercato di ingraziarsi la dea bendata in Italia, affrontando viaggi transfrontalieri? Tentar non nuoce, specie se mettere a segno un “6” permette, come in questo caso, di aggiudicarsi la vincita più alta nella storia dei giochi in Italia (la seconda in Europa). Un primato raggiunto concorso dopo concorso, superando tutti i record, compreso quello dei 100,7 milioni vinti a Catania il 23 ottobre dello scorso anno. Il super jackpot si lascia alle spalle anche i 71,7 milioni di Milano del maggio 2005 e i 71,4 milioni centrati in provincia di Forlì nel maggio 2007.

Ci sono voluti 87 concorsi, più di 200 giorni (dallo scorso 31 gennaio), chissà quante schedine giocate. Fortunatissimo uno (chiunque sia), sfortunati i più. Comunque, si potranno senz’altro consolare i 78 giocatori che hanno fatto cinque: si sono portati a casa ciascuno 28.598,19 euro.
(Il.V.)

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