Vicini di casa, troppo vicini
In qualche caso il vocabolario si diverte a scherzare.
Vedi la voce vicini. Di casa. L’ossimoro perfetto: il sostantivo e la sua negazione sotto lo stesso tetto. Chi ha vissuto in un condominio quasi sicuramente lo sa. Non basta abitare sullo stesso pianerottolo per essere vicini: il metro inganna.
Quella del condominio, nella maggior parte dei casi, è una galassia governata da una smisurata serie di tensioni. Che spesso sfociano in liti. Tante finiscono in tribunale. Perché siamo un Paese di litigoni: in Italia sono 2 milioni i dispetti che i condomini si fanno ogni anno. In 350mila casi trovano una soluzione grazie al giudice di pace, in 200mila si arriva all’avvocato. Una montagna di contenziosi che rappresentano il 50 per cento degli arretrati della giustizia civile. E allora perché non mandare i condomini a scuola di buon vicinato?
Ci ha pensato Torino. I vigili del Nucleo di prossimità della polizia municipale terranno lezioni ad hoc nei quartieri che registrano il maggior numero di conflitti da pianerottolo. Insegneranno semplici regole utili a riportare la pace tra vicini. Certo, dovrebbe bastare il buonsenso. Ma nell’Italia dei condomini — come in quella dei palazzi della politica — il buonsenso è diffuso come la neve nel deserto. E così la casalinga insonne passa l’aspirapolvere alle sei del mattino. La ragazza dell’interno cinque, a mezzanotte, ha ancora il tacco 12: tic tac, tic tac. E poi c’è il cane del vicino, Ettore — il cane, non il vicino — che abbaia alla luna che non vede. E l’odore di minestrone che invade le scale e trasforma il palazzo in una cucina industriale.
Ma qualche volta ci sono belle storie. Questa viene dall’America: Chris ha appeso alla porta della nuova vicina una lettera di benvenuto e l’elenco delle informazioni essenziali del quartiere. E cioè i giorni di raccolta dell’immondizia, le istruzioni per l’impianto di riscaldamento… Si è anche reso disponibile ad attivarlo all’arrivo dell’inverno: «Sa, è un po’ complicato». La signora, stupita da tanta gentilezza, ha fotografato la lettera e l’ha postata su Facebook. Ha fatto il giro del mondo.
http://qn.quotidiano.net/cronaca/2014/0 … iali.shtml
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