Partenza forte per Annozero
Cari amici,
Ieri Anno zero è andato in onda, nonostante le polemiche!
Marco Travaglio ha potuto fare il suo intervento, anche se è stato costretto a lavorare “gratis”.
Fare il giornalista, prima di essere un lavoro, è una missione.
Chi racconta i fatti degli altri deve essere disposto a pagare di persona, e sono contento che in Italia ci siano ancora persone di questa statura etica e morale.
Oggi troppo spesso si prostituisce la propria libertà per la sete di guadagno e di potere.
“Verità” e “libertà” sono concetti “caldi”, pericolosi, fuorvianti, difficili da spiegare e da vivere.
La nostra società, purtroppo, è arrivata ad un livello di insicurezza profonda, che ci costringe a guardare la nostra vita “riflessa” in tante realta autoreferenziali, le quali ci invogliano con facili slogan ad aderire a futili progetti collettivi.
“Svegliarsi” è scomodo!
Tuttavia non si può restare addormentati tutta la vita ad aspettare il prossimo slogan elettorale.
Sono convinto che sia arrivato il momento di diventare responsabili delle nostre vite, ognuno per la propra zona di competenza.
Oggi non è più possibile restare ai margini della società, ma è necessario scegliere da che parte stare.
Il cosiddetto “bene comune” deve essere precisamente definito e perseguito, prima che possa essere corrotto dalla nostra ignoranza e dalla cupidigia che ci sta mangiando la vita.
Il Sole 24 ore
Partenza forte per Michele Santoro che, con la prima puntata di Annozero, preceduta da numerose polemiche, ha totalizzato il 22.88% di share con 5.592mila spettatori. Un dato di ascolto significativo visto che l’anno scorso la trasmissione, in onda su Raidue, ha viaggiato alla media del 18% e l’obiettivo per la prima puntata era il 20%. Il programma è stata battuto solo da Don Matteo su Raiuno che ha ottenuto nel primo episodio il 23.56% pari a 6.603mila spettatori, mentre nel secondo il 24.02% e 5.734mila persone. Su Canale 5 Ale&Franz Show ha invece registrato il 13.24% con 3.263mila spettatori.
«L’attesa era grande. Il buon risultato di ascolti è frutto anche di questo», ha commentato il presidente della Rai, Paolo Garimberti. Entrando poi nel merito della puntata, il presidente di viale Mazzini, ha aggiunto «è stata una trasmissione alla Santoro, nel suo stile classico. Comunque non do giudizi, non faccio il critico televisivo».
Quanto, poi, all’intervento di Marco Travaglio, Garimberti ha osservato: «Un Travaglio doc, sempre il solito, è il suo stile, il suo modo di fare giornalismo. Si può amare o no, ma è opportuno che ci siano vari generi e che uno possa scegliere cosa guardare». A chi gli domandava se anche il direttore generale della Rai condividesse questa riflessione, Garimberti ha concluso: «Non è che il dg non capisce che ci devono essere vari generi, non dipingetelo diverso da come è. Quello che ha sempre caratterizzato la Rai è la presenza di più voci: c’è il Tg1, il Tg2, il Tg3 e alla fine il pubblico può scegliere. C’è il telecomando che è uno strumento di democrazia».
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