Stati Uniti, allarme disoccupazione
E’ il peggior dato dal 1974. Il neo presidente Usa: «La crisi è ancora lunga. Dobbiamo lavorare per crerare nuovi posti di lavoro». Bush preoccuppato per il settore auto
Cari amici,
La recessione economica sta incominciando a “mordere” i settori più bassi dell’ economia americana; i dati macroeconomici sono peggiori di ciò che si aspettavano gli analisti.
Prevedo che tra un po’ inizieranno nuovi e inediti “fenomeni economici”, che porteranno nuovi scenari macroeconomici con cui dovremo fare i conti.
Mi sembra evidente, infatti, che il governo degli Stati Uniti non abbia tutta la disponibilità finanziaria che, a quanto si legge sui giornali, ha intenzione di erogare al fine di sostenere tutte le aziende in crisi che “battono cassa”.
Gli Stati Uniti stanno semplicemente “stampando” biglietti verdi nella speranza che il resto del mondo prosegua a comprare i suoi titoli di debito della “grande” potenza economica americana.
Quanto potrà durare questo equilibrio?
Fino a quando la Cina e l’ India vorranno tenersi nelle loro casse le montagne di biglietti verdi che l’ america scambia in cambio di beni e servizi?
Fino a quando i paesi arabi vorranno tenersi nelle loro casse le montagne di biglietti verdi che tutto il mondo scambia in cambio di petrolio?
Nessuno lo sa!
I governanti del mondo restano in silenzio, preoccupati di una situazione che peggiora ogni giorno, angosciati dai debiti americani che aumentano di volume e diminuiscono di valore, sottomessi, suggeriscono delle riunioni per “cambiare” questa situazione, ma intanto sorridono alle telecamere e fanno finta che tutto prosegua per il meglio!
E’ come se tutti guardassero una pentola a pressione sul fuoco, e nessuno volesse prendersi la responsabilità di togliere il coperchio.
Vogliamo davvero aspettare che esploda senza fare nulla?
La Stampa
Il presidente eletto Barack Obama sostiene che la crisi economica Usa è destinata a peggiorare prima dell’inizio di una ripresa. Obama, in una dichiarazione preparata per commentare i dati odierni sull’occupazione statunitense, che a novembre hanno registrato il peggior risultato da 34 anni a questa parte, dice anche che ora serve un piano di stimoli per i prossimi due anni che consenta di creare nuovi posti di lavoro. «Non ci sono scappatoie veloci o facili da questa crisi, che covava da molti anni – dice Obama – e che peggiorerà prima di iniziare a migliorare».
“Con la recessione persi due milioni di posti di lavoro”
La recessione attuale è già costata quasi 2 milioni di posti di lavoro, «è per questo che abbiamo bisogno di un piano di ripresa economica che crei almeno 2,5 milioni di posti di lavoro nei prossimi due anni». Lo afferma il presidente eletto Barack Obama commentando in una nota i dati sul mercato del lavoro in novembre. «È il momento di rispondere con urgenza» alla crisi che «ci offre anche la possibilità di trasformare la nostra economia e migliorare la vita» degli americani.
Dati ampiamente superiori alle stime degli analisti
In novembre negli Stati Uniti sono stati persi 533.000 posti di lavoro, la peggior performance dal dicembre 1974. Gli analisti si aspettavano una perdita più contenuta, pari a 325.000 impieghi. Nel mese il tasso di disoccupazione si è invece assestato al 6,7% contro il 6,5% di ottobre. Gli analisti si aspettavano un aumento più marcato, al 6,9%. I dati resi noti dal dipartimento del lavoro confermano come la crisi in atto sia ormai di gravità simile quanto meno a quella del 1981-1982 e avvallano le attese di chi prevede un nuovo drastico taglio del costo del denaro da parte della Fed il 14-15 dicembre. Al 6,7%, il tasso di disoccupazione è salito ai livelli più alti dall’ottobre 1993.
Negative anche le previsioni di crescita per il quarto trimestre
L’entità della perdita di posti di lavoro accusata in novembre lascia inoltre prevedere una pesante riduzione della crescita nel quarto trimestre: gli analisti si aspettano una riduzione del Pil compresa tra il 4 e il 5 per cento. In controtendenza nel mese solo i settori della sanità e dell’educazione (+52.000 complessivamente) con un contributo positivo in arrivo anche dal governo (+7.000 assunzioni). I salari orari infine sono cresciuti nel mese dello 0,4% a 18,30 dollari mentre la settimana di lavoro è calata di 0,1 ore a 33,5.
Bush: “Stiamo lavorando per stabilizzare i mercati”
Il Presidente degli Stati Uniti George W.Bush ha ammesso che l’economia americana è in recessione è ha espresso preoccupazione per i pessimi dati sull’occupazione diffusi oggi dal dipartimento del Lavoro. «La nostra economia è in recessione», ha detto Bush parlando dal prato della Casa Bianca, e si è detto preoccupato per le decine di migliaia persone rimaste senza lavoro in questo periodo. Il governo, ha detto, «sta lavorando per stabilizzare i mercati» e rendere di nuovo disponibile il credito. La Casa Bianca si è inoltre detta «molto preoccupata» per le notizie provenienti dal fronte dell’occupazione: «Siamo molto preoccupati per il fatto che la crisi dei mutui e quella del credito stiano portando a forti perdite di posti di lavoro».
Il Presidente degli Stati Uniti esprimendo preoccupazione «per la sopravvivenza delle società automobilistiche» americane, ha ribadito la sua opposizione all’utilizzo di parte del pacchetto di salvataggio al sistema finanziario da 700 miliardi di dollari (Tarp) per aiutare Detroit. Bush ha tuttavia esortato il Congresso ad agire per velocizzare l’erogazione di prestiti per 25 miliardi di dollari già approvati per le società automobilistiche. «È importante che il Congresso agisca la prossima settimana con il piano assicurarandosi che il denaro dei contribuenti venga ripagato se viene dato a queste società».
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