Cari amici,
I mercati finanziari non hanno voglia di riformarsi, e il loro potere politico impedisce al parlamento americano di proseguire i lavori.
Purtroppo gli interessi in gioco sono molto forti, perchè chi è al potere non ha alcuna intenzione di spartirlo.
Mi sembra evidente che esiste una competizione politica tra i “residenti” e i “proprietari di capitale” che sta diventando sempre più accesa.
Per anni hanno chiamato i residenti con il termine “consumatori”, evitando così di parlare di diritti e doveri; sgombrando pertanto il campo dalla politica per occuparlo da parole vuote di significato quali “libertà di scelta”, “convenienza”, “difesa della proprietà e del diritto individuale”.
In Italia abbiamo addirittura un partito che si chiama “Popolo delle libertà”.
L’ ultima crisi che stiamo ancora attraversando ci dimostra chiaramente che i residenti (ossia tutti noi cittadini normali) siamo sovrastati da un potere di mercato che ci separa sempre di più dal valore delle cose, che resta saldamente in mano a pochissimi “eletti”.
In futuro queste contraddizioni diventeranno sempre più visibili, perchè la struttura economica di potere è intimamente legata al mercato del petrolio, il quale è in profonda crisi.
Sarà la crisi produttiva del greggio che ci farà capire che siamo tutti schiavi del potere finanziario che ci lega ad un sistema economico basato sulla proprietà e sul consumo.
Allora diventeremo consapevoli, e spero che sapremo organizzarci per salvaguardare i nostri interessi e la “nostra” libertà di residenti e di esseri umani.
Il Sole 24 ore
Barack Obama si è detto “profondamente deluso” dall’opposizione repubblicana che ha bloccato l’avvio dei lavori sulla riforma di Wall Street, impedendo il dibattito in seduta plenaria.
La legge di riforma del sistema finanziario americano ha così fallito il primo importante test al Senato. Nel voto procedurale per decidere se terminare il dibattito sulla riforma, i democratici hanno avuto una maggioranza di 57 voti contro 41 contrari. Ne sarebbero serviti 60, ma i 41 repubblicani al Senato hanno votato compattamente contro. A sorpresa, anche il democratico Ben Nelson del Nebraska ha votato contro la riforma e il suo stesso partito.
Il braccio di ferro, come aveva pronosticato il repubblicano Richard Shelby, andrà avanti, assieme ai tentativi di arrivare a un accordo bipartisan con il democratico Chris Dodd, presidente della commissione Bancaria. Per i democratici la sconfitta di stasera era nell’aria, a meno che l`intesa non fosse stata raggiunta in extremis o che uno dei repubblicani moderati avesse rotto i ranghi e votato insieme alla maggioranza.
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