Cari amici,
Le parole assumono molti significati, pertanto preciso che sto usando il termine “pirla” solo come esempio.
Mai, infatti, arriverei a pensare che Bossi possa essere effettivamente un “pirla”, visto che è diventato così importante da essere eletto in parlamento.
Inoltre devo ammettere che quest’ uomo ha tantissimi fedeli che lo seguono, e pertanto deve per forza avere delle ragioni da accampare, quali che siano!
Insomma, il termine “pirla”, così come l’ epiteto “porco” sono solo suoni, rumori che si propagano e che si trasformano in sentimenti di offesa solo e nella misura in cui le persone si sentono effettivamente coinvolte.
Pertanto Bossi è pirla soltanto in proporzione di quanto si offende, ed io non mi sognerei mai di offenderlo.
Siamo tra persone civili, ….ci intendiamo!
Wall street Italia
Infuria la polemica dopo gli insulti del leader della Lega Umberto Bossi a Roma e ai romani, offese che dimostrano come il decreto su Roma Capitale approvato dieci giorni fa non sia stato ancora digerito dall’anziano profeta della sedicente Padania.
«Basta con la sigla Spqr, senatus populusque romanus… io dico: sono porci questi romani», ha bofonchiato il ministro delle Riforme ieri sera a una manifestazione di selezione per Miss Padania a Lazzate, in Brianza. Il Senatur era stato interpellato sul gran premio di Formula Uno nella capitale: «Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe», ha sparato il capo della Lega.
Bossi rincara la dose: chi mi critica si sente in colpa. Dopo una giornata di polemiche e critiche, Umberto Bossi torna sull’argomento Spqr e rincara la dose: «La mia era una battuta, ma dalle reazioni che vedo in queste ore mi viene da pensare che a Roma si sentano in colpa – dice replicando al diluvio di critiche – La mia era solo una battuta, alla Asterix ma vedo che ne hanno fatto un casus belli. Vuol dire che si sentono in colpa. Del resto al nord hanno portato via prima l’aeroporto di Malpensa e adesso vogliono prenderci anche il Gran Premio di Monza. Il Giro d’Italia non arriva più a Milano, a Venezia hanno impedito di avere le Olimpiadi. Mettiamo insieme tutte queste cose e si capisce che il nord non può amare Roma. E in ogni caso tutti sanno che io non ce l’ho mai avuta con il popolo romano, ma ce l’ho con Roma apparato che ruba la libertà e la ricchezza a chi la produce».
«Questa volta Bossi ha veramente superato il segno. Non solo ha insultato la Roma di oggi, ma anche quella del passato rispolverando una vecchia battuta da fumetto – replica il sindaco di Roma Gianni Alemanno – Oggi stesso scriverò al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedere che intervenga presso i Ministri del suo Governo affinché tengano un atteggiamento istituzionale e politico più consono alla loro carica e più rispettoso del ruolo di Roma Capitale e della dignità dei romani». Alemanno ha scritto al premier di aspettarsi «un passo formale, affinchè i ministri tengano un atteggiamento istituzionale e politico più consono alla loro carica e più rispettoso del ruolo di Roma Capitale e della dignità dei romani». Alemanno scrive che «il ministro si è spinto a storpiare con una vecchia battuta di un noto fumetto, la storica sigla SPQR che da più di 2000 qualifica la città eterna. Tutto questo non può non determinare un grave sconcerto tra i cittadini di Roma e allarmare tutti coloro che come me si trovano ad avere la responsabilità di guidare amministrativamente la Capitale». Pronto a querelare dunque? Alemanno non lo esclude, certo è che «non possiamo più reggere questi insulti. Roma non li può tollerare».
«Prendo atto che per Bossi quella era solo una battuta – dice Alemanno dopo le nuove affermazioni del leader leghista – ma anche le battute e le parole possono essere pietre. In ogni caso Roma non ruba nulla a nessuno. Tutti gli esempi citati da Bossi sono situazioni in cui Roma non ha scelto né imposto niente a nessuno ma è stata liberamente scelta da altri. È il Coni che ha scelto Roma per le Olimpiadi perché ritenuta più idonea di altre bellissime città italiane a competere a livello internazionale. È stata l’Alitalia, in larga parte guidata da imprenditori del nord, a scegliere Fiumicino perché offriva più disponibilità di Malpensa. È stato Ecclestone a dire con chiarezza che a fianco a Monza che rimane il Gran Premio d’Italia c’è spazio per un altro Gran Premio a Roma. Sono stati gli organizzatori del Giro d’Italia a scegliere per l’anniversario di questa importante manifestazione Roma e il Colosseo come tappa finale. I leghisti ci hanno insegnato che serve il federalismo per permettere ai territori più competitivi di esprimere tutte le proprie potenzialità di sviluppo. Non possono proprio loro essere quelli che pretendono protezionismi a favore delle regioni che credono di rappresentare. Nell’Italia unita c’è spazio e gloria per tutti purché si competa con lealtà e senza risentimenti».
Giorgio Napolitano, a Parigi per una visita ufficiale, non entra nel merito di questa polemica ma in ambienti del Quirinale si rimanda a quanto detto dal Capo dello Stato lunedì scorso su Roma Capitale. «Roma, Roma sola deve essere la capitale d’Italia», aveva detto tra l’altro in Campidoglio il presidente della Repubblica citando Camillo Benso di Cavour. Facendo propria quella frase aveva aggiunto: «Mortificare o disperdere le strutture portanti dello Stato nazionale sarebbe semplicemente fuorviante, poichè esse rappresentano un essenziale tessuto connettivo, l’Italia deve rinnovarsi rafforzando e non indebolendo la sua unita. Nulla può sminuire la grandezza storica di Roma».
«Non ho da dire niente, non ho letto questa cosa», sono state le uniche parole del ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
Sotto il titolo “Come i padani possono amare Roma…” domani La Padania pubblicha in prima pagina una riproduzione di una tavola di Asterix che schiaffeggia i soldati romani. Sullo sfondo un Obelix che osserva. Sotto due articoli retti da un solo titolo «Ma era solo una battuta».
Franceschini: Pd presenterà mozione di sfiducia. «Le parole del ministro Bossi su Roma e i romani hanno superato ogni soglia di tollerabilità e anche nelle reazioni non si può continuare a catalogarle nella categoria delle parole sfuggite o di cattivo gusto ma bisogna recuperare la capacità di reagire nelle sedi istituzionali proprie quando un ministro della Repubblica offende lo Stato, le istituzioni e il ruolo stesso che ricopre pro-tempore – dice il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini – Ne abbiamo parlato con Bersani e Anna Finocchiaro questo pomeriggio e domani mattina proporrò alla presidenza del gruppo di presentare una mozione di sfiducia individuale al ministro Bossi. In questo modo l’aula e ogni singolo parlamentare di maggioranza e di opposizione dovranno pronunciarsi individualmente con l’appello nominale sulla conciliabilità delle parole di Bossi e il suo ruolo di ministro». Per parte sua l’Italia dei Valori annuncia il sostegno alla mozione e scrive una lettera aperta al presidente della Repubblica, chiedendogli di intervenire contro il vilipendio della Capitale.
Sacconi: sfiducia? Ridicolo. «Certamente abbiamo cose più importanti da discutere che una vecchia battuta da scuola elementare sull’acronimo S.P.Q.R. – dice Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, alla Festa nazionale del Pdl a Milano – Mi sembra anche ridicolo che oggi si sia parlato di una mozione di sfiducia allo stesso Bossi».
Proteste anche dal Pdl. Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, dice che se il leader della Lega ritiene di dover smorzare il voto dato a favore di Roma Capitale con qualche battuta «farà bene a trovarne di più originali». «Siamo stanchi delle battute di Bossi. Non è possibile abbandonarsi ogni giorno a offese grossolane contro la città di Roma», aggiunge la deputata romana Barbara Saltamartini, chiedendo al leader del Carrocio di dimostrare «la sua sensibilità istituzionale chiedendo scusa ai romani». «Qui a Bruxelles dove partecipo alla Giornata Europea del Turismo la battuta di Bossi è ancora più surreale, visto che Roma viene considerata da tutti gli operatori del turismo culturale come una grande capitale della cultura». Lo dichiara, in una nota, Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali. «Le provocazioni del senatur ormai non sono ridicole, ma patetiche», afferma il deputato del Pdl, Fabio Rampelli, romano.
Frattini: questa volta l’ha fatta grossa. «Ho sempre apprezzato il ministro Bossi: questa volta però l’ha fatta grossa, gli è sfuggita fortemente». Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa dice invece che Bossi «va invitato amichevolmente a smettere».
«Le battute a cui si abbandona il leader della Lega Nord durante i suoi comizi sono spesso fastidiose, ma fortunatamente non costituiscono una linea politica – sostiene il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni – Sono convinta che Bossi non intendesse rinnegare le proprie radici, né insultare milioni di romani che ogni giorno vivono e lavorano contribuendo allo sviluppo di quella nazione che paga anche gli stipendi dei ministri».
Zingaretti: «Chi dice che i cittadini della capitale sono dei porci o chiede immediatamente scusa o si deve dimettere. Non tanto e non solo per la dignità dei romani, ma per quella del nostro Paese – dice il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti – C’è un equivoco da parte di tutti gli alleati del Pdl. Vergognandosi di governare con questi signori continuano a dire, in maniera ridicola, che si tratta di battute. Bisogna però essere coerenti, oltre che di Bossi siamo stanchi di coloro che tengono sempre due piedi in due staffe la Lega porta avanti un progetto politico di demolizione del nostro Paese e dei suoi simboli, tra cui la capitale».
Polverini: Bossi chiederà scusa. «Sono vecchie battute che noi facevamo da bambini per scherzare, ma dette da un ministro della Repubblica non vanno bene. Bossi deve ritrovare sobrietà ed essere più sereno quando si esprime – dice la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini – Penso che Bossi chiederà scusa ai romani. Non posso immaginare che vivendo da tanti anni a Roma non si sia innamorato un pò della nostra città e di quello che rappresenta, della sua storia. Questa volta le parole di Bossi sono un po’ più gravi delle altre perchè non ha parlato ad una festa, dove tutti a volte alziamo un po’ i toni. Non abbiamo nulla da invidiare al nord come Lazio siamo in credito dal punto di vista fiscale e questo è un buon motivo per dire che le cose che ha detto Bossi, al di la del fatto che sono volgari, non sono nemmeno vicine alla realtà».
«Bossi rispetti Roma e i Romani. Ha insultato milioni di persone. Ha insultato la capitale dello Stato e i suoi cittadini. È intollerabile che questi insulti vengano da un ministro della Repubblica – dice Walter Veltroni – Il leader della Lega torna al linguaggio da trivio, segno che la crisi del centrodestra e del governo sta mordendo e lo spinge a dare il peggio di sè‚ alla ricerca di consensi. È una offesa non solo a Roma e ai suoi cittadini ma è un comportamento inaccettabile da parte di un ministro della Repubblica. Bossi al posto di partecipare ai concorsi di Miss Padania dovrebbe ricordarsi di avere un ruolo istituzionale. E se non lo ricorda lui dovrebbe intervenire il presidente del consiglio per pretendere delle scuse».
«La Lega sa solo insultare e lanciare spot propagandisti, altro che risolvere i problemi del paese. Qui stiamo andando a rotoli e Bossi ci sguazza», afferma Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc.
«Bossi deve dimettersi da ministro, non può rappresentare l’intera nazione», dice il leader di Api Francesco Rutelli.
Cacciari: «Queste battute non sono da sottovalutare – dice a Otto e Mezzo su LA7 – Sono anni che assistiamo allo stillicidio di Bossi prima con il Sole delle Alpi, poi con la battuta sugli immigrati, poi con altri simboli ancora. Ci stanno mitridatizzando. E nel frattempo, la Lega sta dilagando al Nord».
«Le dichiarazioni volgari di un Ministro meritano una risposta istituzionale ed è apprezzabile l’iniziativa annunciata dal sindaco Alemanno. Sul piano politico, evidentemente non è vero che Bossi vuole le elezioni: con gli insulti non si ottiene una maggioranza né a Roma né nel sud». Lo dichiara Francesco Storace segretario nazionale de La Destra.
«Chiederemo alla presidente Polverini e al sindaco Alemanno di difendere la reputazione dei romani, querelando il Ministro Bossi», afferma il presidente del gruppo Lista Bonino Pannella, Federalisti europei alla Regione Lazio Giuseppe Rossodivita. «Daremo vita a una raccolta di sottoscrizioni di tutti i romani che vorranno querelare Bossi per diffamazione. Chiunque, romano, fosse interessato, potrà far pervenire i propri dati e le proprie generalità necessarie per predisporre la querela, all’indirizzo iniziative.radicali@regione.lazio.it».
«Inutile stupirsi, inutile gridare allo scandalo, inutile stracciarsi le vesti una volta di più. La Lega è questa. È questa la linea culturale del partito cui l’ex Popolo della libertà sembra aver “appaltato” la maggioranza; sono questi i toni che contraddistinguono la forza politica che sembra avere la “golden share” dell’alleanza di governo. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma c’è un punto importante da sottolineare. Perché al di là dei contenuti, del folklore e della propaganda, c’è da riflettere sulla “qualità umana” dei leader». Così Ffwebmagazine, periodico online della fondazione finiana Farefuturo.
Aiuti: servirebbe test psichiatrico e anti droga. «Le dichiarazioni di Bossi sono al di fuori della normalità per una persona che ricopre tale carica istituzionale e vanno scusate per questo – dichiara il professor Fernando Aiuti, consigliere Pdl dell’assemblea capitolina – Indipendentemente da questo è auspicabile una legge di iniziativa parlamentare che per la nomina di alte cariche istituzionali stabilisca obbligo di esame psicologico e psichiatrico in aggiunta ai test antidroghe. Insomma, chi ci governa deve essere in condizioni di salute perfette».
La notizia sparita dai titoli del Tg1. «Il direttorissimo ha censurato pure i porci di Bossi. Pensavamo che, dopo aver dato spazio nel suo Tg all’estinzione della foca monaca, all’elefante ferito da una mina, all’ippopotamo pigmeo e al buldog sullo skate, Minzolini non avrebbe avuto il coraggio di censurare i suini del senatur – dice il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando – Invece, i gravi insulti del leader del Carroccio ai cittadini romani e alla Capitale che campeggiano su tutti i siti e che hanno meritato l’apertura dei maggiori Tg nazionali, sono spariti dai titoli del Tg1 a pranzo e a cena. Ormai il Tg1 con Minzolini è diventato il cimitero delle vere notizie che non vengono date, sono storpiate o vengono abilmente nascoste».
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