Cari amici,
Viviamo su una zattera che naviga a vista in un mare increspato che promette tempesta.
Gli operatori finanziari sono sempre più nervosi e incerti; per questa ragione il valore delle monete è volatile, continuamente agitato da lanci di notizie improvvise e contraddittorie.
Le banche centrali durante la crisi finanziaria hanno pompato nei mercati azionari una quantità di moneta mai registrata prima nella storia.
Tutte queste risorse liquide a bassissimo prezzo sono utilizzate per coprire i disavanzi e gestire il fabbisogno dei grandi istituti bancari.
Le banche centrali non cesseranno di sostenere l’ economia finanziaria fino a che non saranno costrette a farlo.
E’ come se ci fosse un enorme massa di liquidità che passa all’ economia reale soltanto tramite piccoli tubicini; pertanto non è di fatto connessa con l’ economia reale che resta in crisi, non si risolleva!
La gran massa di cittadini attinge a risorse liquide scarse, anche se a buon mercato, e per questo l’ economia reale deperisce.
Questa situazione potrà migliorare soltanto se la politica si rimetterà in moto per incidere sui meccanismi di redistribuzione del valore finanziario.
E la politica potrà iniziare questo processo virtuoso soltanto se sarà sostenuta dalla cittadinanza; ossia se si creeranno dei meccanismi sociali per connettere i governanti con le comunità residenziali.
Spero che succederà!
Corriere della sera
MILANO – Giornata difficile per i mercati finanziari dopo la chiusura negativa asiatica e il crollo del dollaro, che a Tokyo ha toccato il mimino da 15 anni sullo yen. A Milano Piazza Affari ha aperto con un calo di circa lo 0,5%. Apertura in ribasso sulle principali Borse europee, che hanno incrementato i cali nel corso della seduta sino a circa -1%.
DOLLARO/YEN – La moneta americana è stata quotata a 83,32 sulla divisa giapponese, il livello più basso da maggio 1995, dopo che già martedì sera a New York aveva raggiunto 83,79. Il minimo storico del dopoguerra del dollaro sullo yen venne fissato nei primi mesi del 1995 a 79,75. L’euro a sua volta è sceso a 105,77 sullo yen. La moneta giapponese sconta anche la mancanza di segnali reali sulle intenzioni della autorità di Tokyo di intervenire in sua difesa. Il ministro delle Finanze, Yoshihiko Noda, ha detto in Parlamento che «è importante tenere aperti i canali di comunicazione» con la comunità internazionale in relazione ai continui scambi di vedute con i Paesi del G7. Il governatore della Banca del Giappone, Masaaki Shirakawa, ha aggiunto che la banca centrale si mantiene pronta a intervenire sui mercati e a praticare nuove misure di allentamento monetario qualora le condizioni economiche del Paese peggiorassero.
ASIA – La Borsa di Tokyo ha ceduto il 2,18% sulla scia dell’impennata dello yen sul dollaro. L’indice Nikkei è brevemente scivolato sotto la soglia psicologica dei 9 mila punti in concomitanza con il crollo della valuta Usa. Accanto a Tokyo, i mercati asiatici da Hong Kong a Seul hanno chiuso la giornata con il segno meno sulla scia della chiusura negativa di martedì di Wall Street dove l’indice Dow Jones ha fatto segnare -1,03% in quanto sono tornate a farsi sentire le preoccupazioni sulla salute delle banche europee.
PETROLIO – Anche il petrolio è calato sotto i 74 dollari a barile (73,73 a Singapore per le consegne a ottobre) proprio sui timori sul settore bancario del Vecchio continente e per il rallentamento dell’economia americana nella seconda parte dell’anno.
ORO – Di conseguenza è salito l’oro. Il principale bene rifugio è stato quotato a 1.259,80 dollari all’ondia, non lontano dal record storico fissato lo scorso giugno a quota 1.264 dollari.
GERMANIA: CALA L’EXPORT – A luglio in Germania si è registrato un inaspettato calo delle esportazioni rispetto a giugno dopo due mesi di forti rialzi. Il surplus commerciale è aumentato a causa del forte calo delle importazioni. Lo riporta l’istituto di statistica tedesco. Le esportazioni su base destagionalizzata sono scese dell’1,5% e le importazioni del 2,2%.
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