Cari amici,
Stiamo per entrare nell’ occhio del ciclone?
Tra pochi giorni, probabilmente, il governo sarà sfiduciato dal parlamento….
….poi tutto il futuro politico italiano appare sfuocato.
Spero che Giulio Tremonti prosegua a fare il suo lavoro al ministero delle finanze, a prescindere da chi prenderà la presidenza del consiglio.
Vorrei suggerire a lor signori politicanti di non andare alle elezioni, perchè oggi non abbiamo bisogno di restare senza timone neanche per un giorno.
A volte penso che persino Berlusconi sarebbe meglio di niente, …..questa idea mi coglie quando sono particolarmente pessimista.
Abbiamo bisogno di una nuova legge elettorale, ma non abbiamo idea di come concepirla.
Il massimo che abbiamo saputo inventare è considerato un “porcellum”.
Eppure le nostre finanze pubbliche non sono messe malissimo, dal punto di vista degli investitori esteri, perchè il debito pubblico è per la maggior parte nelle mani di noi italiani.
Pertanto, per risolvere i nostri problemi, basterebbe una patrimoniale da applicare solo ai proprietari italiani che posseggono titoli pubblici del nostro paese.
Sarebbe un ingiustizia? Sicuramente si, ma d’ altra parte bisogna chiederci qual’ è l’ ingiustizia migliore da mettere in campo per salvarci.
Quei poveretti di cittadini irlandesi, ad esempio, si sono appena accollati circa 40.000 euro a testa per salvare le banche tedesche e inglesi, che sono esposte pesantemente verso il debito pubblico irlandese.
In un mercato impazzito che avvantaggia così tanto chi specula nei confronti di chi vive del proprio lavoro, ogni iniziativa diventa possibile per salvarci.
Wall Street Italia
La crisi del debito europeo si è aggravata, portando l’Italia sempre più vicino al “vortice che ha inghiottito Grecia e Irlanda e che minaccia Portogallo e Spagna”. E’ quanto scrive oggi in un editoriale il quotidiano britannico Financial Times, sottolineando come i politici italiani si lamentino “a buon motivo” del fatto che i mercati stiano ignorando i punti di forza del Belpaese, ossia “un debito privato basso e le banche uscite virtualmente illese dalla crisi grazie a caute politiche creditizie”.
Il quotidiano britannico, in particolare, elogia il ruolo del ministro dell’Economia Giulio Tremonti “che, da quando è tornato in carica nelle elezioni dell’aprile 2008, ha giocato bene una mano difficile. Ora, al suo quarto mandato, Tremonti ha immediatamente compreso che, in una fase di acute tensioni di mercato, la condizione della finanza pubblica sarebbe il tallone d’Achille per l’Italia. E ha dunque fatto diventare la sua priorità quella di mantenere il deficit di bilancio entro limiti ragionevoli. Anche se ciò è stato fatto a costo di una pesante recessione nel 2009, l’economia sta crescendo di nuovo in misura modesta.
Ancora, il quotidiano continua. “La personalità e le politiche di Tremonti costituiscono fattori stabilizzanti vitali tra le tensioni politiche che culmineranno il 14 dicembre in due voti parlamentari di fiducia che potrebbero rovesciare il governo di Silvio Berlusconi. E, che il primo ministro colpito dagli scandali perda il suo posto o no, Tremonti sembra certo di restare in controllo delle finanze pubbliche, sia che lo faccia nella sua attuale posizione sia che, appena concepibilmente, lo faccia da successore di Berlusconi”.
Tuttavia, “la dura realtà è che il destino dell’Italia appare sempre più legato a quello della Spagna”, continua il Ft. “Se la Spagna, come accaduto alla Grecia e all’Irlanda, dovesse aver bisogno di un piano di emergenza dell’eurozona, la quota che l’Italia dovrebbe pagare metterebbe le sue finanze sotto pressione – precisa il quotidiano finaziario – in quel caso, anche l’Italia, seppure senza colpe, sarebbe a rischio. Per la salvezza di tutta l’eurozona – conclude il Ft – la difesa dell’Italia deve iniziare con la difesa della Spagna”.
In ogni caso, secondo il Financial Times, nonostante l’elevato debito pubblico (118% del Pil) e la necessita’ “di rifinanziare circa 300 miliardi di debito pubblico nel 2011”, in Italia non mancano i punti di forza. “L’Italia e’ una delle poche economie con un debito pubblico stabile”,un rapporto deficit/pil al 5%, “piu’ basso della media dell’Eurozona, un basso livello di indebitamento privato, mentre una elevata parte del debito pubblico e’ in mano agli italiani”, continua il quotidiano, riconoscendo al paese la capacita’ di gestione delle finanze pubbliche e di resistere alle sirene della spesa pubblica.
Il ruolo dell’Italia come argine alla crisi dell’Eurozona, “potrebbe essere messo alla prova se nella prossima primavera il rifinanziamento del debito pubblico dovesse coincidere con le elezioni politiche”, spiega il quotidiano, con un scenario probabilmente destinato ad “ostacolare l’abilita’ del paese a reagire con successo alla instabilita’ finanziaria. Ma dall’altra parte, potrebbe essere la fine di Silvio Berlusconi, che avrebbe piu’ tempo da spendere in camera da letto, dove senza dubbio puo’ fare meno danni”, conclude Ft.
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