Una volta riempii la mia mano di nebbia.
Poi l’ aprii, e guarda, la nebbia era un verme.
E richiusi e riaprii la mia mano, ed ecco che v’ era un uccello.
Di nuovo la chiusi e l’ aprii, e nel suo incavo vi stava un uomo con il volto triste rivolto verso l’ alto.
E ancora chiusi la mano, e quando l’ aprii non v’ era altro che nebbia.
Ma udii un canto di estrema dolcezza.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.