Napolitano: «Investire sulla sicurezza»
Monito del presidente: «Piano serio o ci saranno altre sciagure». Dubbi «sulle opere faraoniche»
Cari amici,
Napolitano ieri, commentando i fatti tragici dell’ ultimo alluvione, ha espresso le sue riserve sulle opere faraoniche e inutili che i nostri politicanti hanno progettato di fare.
Evidentemente, a mio giudizio, il presidente si riferiva alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
Un opera colossale che costerà un fiume di milioni di euro, che potrebbero servire per mettere a posto la rete ferroviaria e stradale del nostro disastrato paese.
Non riesco a capire perchè noi italiani siamo così bravi a tirarci la zappa sui piedi, mettendo ostacoli sulle cose utili, e favorendo invece lo spreco di risorse per lavori inutili e dannosi per l’ ambiente.
Cosa serve un ponte tra la Sicilia e la Calabria, quando queste regioni hanno disperato bisogno di sviluppo sociale ed economico sul territorio?
La Sicilia e la Calabria hanno bisogno di scuole, insegnanti, assistenti sociali, spiagge pulite, ambiente favorevole al turismo, tribunali che amministrino la giustizia con velocità e in modo equo, strade e ferrovie efficienti, piani regolatori che amministrino con rispetto il territorio naturale.
A tutti questi lavori così urgenti e necessari, i nostri politicanti hanno invece preferito finanziare un opera ciclopica che “forse” servirà ai nostri bis nipoti.
….che astuti i nostri “politicanti”!!!
Corriere della Sera
ROMA – «O c’è un piano serio che piuttosto che in opere faraoniche investa sulla sicurezza in questo paese o si potranno avere altre sciagure», lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a proposito delle vittime del maltempo nel Messinese.
ABUSIVISMO – Napolitano ha parlato uscendo dagli uffici della Regione Basilicata, rispondendo alla domanda di un giornalista e dichiarandosi d’accordo con le dichiarazioni del sottosegretario Guido Bertolaso («dice delle cose sacrosante») sull’esistenza di «un diffuso dissesto idrogeologico in gran parte causato da abusivismo nel messinese e in tante altre parte d’Italia».
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