Raj Patel scrive….
Il mercato e la società non sono due realtà distinte.
La cultura dei mercati guidati dal profitto ha bisogno della società molto di più di quanto non lasci intendere.
Ma affinchè il mercato autoregolato si diffonda sempre di più, occorre propagare il mito che mercato e società siano due ambiti distinti e separati.
Generalmente si ritiene poco indicato che una persona esegua un’ operazione chirurgica sul suo eventuale gemello siamese.
Il mito del mercato, però, promuove la convinzione che i gemelli siano non soltanto separati, ma anche che l’ uno sia il medico e l’ altro il paziente.
In tempi di crisi, tuttavia, diventa molto più facile guardare oltre il mito.
Dopo tutto, se il settore pubblico non fosse stato lì pronto a parare la caduta, il fallimento delle banche avrebbe potuto causare un tracollo economico totale.
Il capitalismo non può soccorrere se stesso, così come non può salire sulle proprie spalle.
Il mercato è sempre stato dipendente dalla società.
Per questo, quando si dice che un’ azienda è “troppo grande per fallire”, si intende in realtà che è talmente grande da poter contare sul fatto che la società verrà in suo soccorso in caso di difficoltà.
La logica del lassez-faire ha sempre bisogno di una base sociale.
Per questa ragione, Polany non distingueva il nostro modo di vivere tra “governo e libero mercato”; per lui esisteva semplicemente la “società di mercato”.
Analogamente, il mito del mercato autoregolato cerca di negare il dato di fatto che la società di mercato è inserita nel mondo naturale.
La civiltà umana dipende dall’ ecologia terrestre.
La quale, tuttavia, viene sfruttata letteralmente fino alla morte.
Secondo alcune stime, l’ attività umana ha innalzato i tassi di estinzione di altre specie di animali e vegetali di mille volte oltre i livelli normali.
Nella corsa sfrenata a recintare il mondo naturale stiamo distruggendo il pianeta.
Volendo prestar fede ai mormorii sommessi di molti studiosi del clima, forse potrebbe essere ormai troppo tardi per rimediare alla situazione.
L’ incessante perseguimento della crescita economica ha trasformato l’ umanità in un fattore di estinzione.
Ciò in quanto sottovalutiamo, sistematicamente, i servizi degli ecosistemi che tengono in vita la nostra Terra.
Nelle parole di Herman Daly, uno dei pionieri dell’ economia ecologica, “oggi la crescita economica si è spaiata dal mondo ed è diventata irrilevante.
Peggio, è diventata una guida cieca”.
In breve, l’ economia considera troppe cose assodate, le sfrutta in modo gratuito, ed è costituzionalmente incapace di pagarne i costi.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.