Cari amici,
E’ divertente leggere le “previsioni economiche” che accompagnano le nuove fantasione iniziative della Fed.
Ci si domanda: Cosa potrà succedere stampando moneta con il fine di acquistare il proprio debito pubblico?
Risposta degli emeriti economisti: Nulla, perchè gli operatori hanno fiducia nella capacita e determinazione della Fed di mantenere la stabilità dei prezzi.
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere a leggere queste cose!
In verità, da circa due anni la Fed ha iniziato una strada nuova e inesplorata per evitare di far collassare il sistema finanziario mondiale.
Oggi continua sulla stessa strada impervia e senza protezione, sperando che non succeda nulla di irreparabile.
Il mio giudizio, comunque, è che questo irresponsabile comportamento comporterà un disequilibrio che, prima o poi, si abbatterà sull’ econonia reale in modo improvviso e violento.
Gli americani non hanno più il controllo sulla propria moneta da decenni; i movimenti di circolazione del dollaro si stanno incrementando, e se la Fed non attuerà molto presto delle politiche di contenimento, la velocità di circolazione diventerà sempre più vorticosa, fino a diventare ingovernabile.
E poi vi è un’ altra questione che rimane nascosta sotto il tappeto: I soldi all’ economia reale non arrivano! Vi è una creazione di valore finanziario dovuta solo alle valutazioni di borsa, che rimane confinata a chi ha dei rapporti con il mondo dei mercati finanziari; ossia una minuscola parte della popolazione mondiale.
Dobbiamo inventare il modo per far circolare la ricchezza finanziaria nell’ economia reale, perchè altrimenti la depressione economica che viviamo continuerà.
Le evidenze sono sotto gli occhi di tutti: Se non si hanno disponibilità finanziarie, non si spende! Se i debitori non hanno disponibilità finanziarie, non rimborsano i propri debiti.
…Questo è vero per le persone, per le famiglie, ed anche per gli stati sovrani.
Buona giornata, …e buona fortuna!
Il Sole 24 ore
Quali gli effetti del Q2? Quali le conseguenze dell’intero piano di acquisti di titoli di stato da parte della Federal Reserve? Queste domande hanno provocato mille polemiche tra esperti e non. Essenzialmente due le fazioni contrapposte: di qui i monetaristi, da sempre scettici sull’efficacia della politica monetaria sul lungo periodo, che predicono iperinflazione e bolle finanziarie; di là i keynesiani, o meglio i fautori dell’interventismo in economia, che sostengono l’attivismo di Ben Bernanke.
Ebbene nella diatriba si inserisce adesso, con non poca dose di coraggio, la riserva di San Francisco. Da sempre attiva col suo uffico studi, la Fed dello “stato del sole” si spinge a ipotizzare quanti occupati, quale il minor rendimento dei treasury e quale inflazione conseguono al pacchetto confezionato da Mr Helicopter e dai suoi uomini.
Con gli acquisti dei titoli di stato 3 milioni di posti di lavoro in più
Come premessa, gli esperti di San Francisco ricordano che il costo del denaro è di fatto a zero. Come dire, cioè, che al di là delle polemiche la Fed è “costretta” a operare sui titoli a più lunga scadenza perché non ha più armi su quelli a brevissima. Ciò sottolineato, «l’intero programma» (non solo il recente Q2, ma tutto il piano che ha portato la Fed a detenere circa 2.600 miliardi di dollari in bond e prestiti ipotecari) produce «una crescita stimata del Pil reale Usa, nella seconda metà del 2012, del 3 per cento».
Già, un bel incremento. Ma sul mercato del lavoro come si traduce? «Nel 2012 – è la risposta della newsletter della Fed di San Francisco – in circa 3 milioni di posti di lavoro, con un aumento di 700mila unità solo grazie all’ultimo passaggio del piano». Senza l’intervento di Bernanke, il tasso di disoccupazione sarebbe stato ben più più alto: l’1,2% in più. Un risultato che, usando l’arma convenzionale del saggio d’interesse, sarebbe stato raggiunto solo grazie a una riduzione del costo del denaro del 3 per cento. Ma si sa, allo stato attuale lo strumento del saggio d’interesse è inutilizzabile.
Gli effetti sul rendimento dei bond governativi…
Fin qui il mercato del lavoro, ma quali le conseguenze sui rendimenti dei titoli di Stato? Anche in questo caso la riserva di San Francisco azzarda un numero: il primo round di acquisti ha causato un calo dello 0,5% sullo yield del treasury decennale; un risultato che sarebbe stato centrato con una politica espansiva del 2% sul costo della moneta.
…e sull’inflazione
Infine, l’inflazione. La simulazione degli esperti “federali” indica che «attualmente il costo dei beni al consumo è un punto percentuale più alto di quello che avremmo avuto senza l’intervento del Fomc». Senza di quello la situazione sarebbe chiara: «l’economia viaggerebbe vicina alla deflazione». E i timori di iper inflazione per il futuro? «Si tratta di una possibilità minima. Anche perché – aggiunge un po’ tatutologicamente la riserva federale – gli operatori hanno fiducia nella capacita e determinazione della Fed di mantenere la stabilità dei prezzi».
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