La politica cristiana
- Arturo Paoli dice….
- Tutta la politica che si dice cristiana, secondo me, è stata indirizzata a difendere la Chiesa come istituzione, piuttosto che a difendere il popolo e i poveri.
Questo è a mio parere il peccato originale della nostra cultura politica.
Per cui non possiamo neppure lamentarci di certi dettagli che osserviamo, come ad esempio la corruzione, perchè questi sono dettagli minori, mentre ad essere veramente sbagliata è la nostra visione politica.
Noi quì, il più delle volte, ci perdiamo in lotte ideologiche rivolte alla difesa dei dettagli, di privilegi, ma non abbiamo la febbre – sì, proprio la febbre! – di costruire un mondo più giusto e più umano.
Chi ha questa febbre nelle vene non può accettare nel mondo la situazione di ingiustizia imperante, in qualunque parte essa si trovi, in Africa, in America Latina o altrove.
Chi ha questa febbre saprà trasmettere in tutte le esplicitazioni della vita questa visione politica rivolta alla trasformazione del mondo, aiutando i giovani nella loro crescita, nella loro formazione, interessandosi agli handicappati, agli svantaggiati.
Invece, non essendo presi da questa grande visione evangelica, ci mettiamo nella tentazione di ridurre tutto alla buona azione.
Direi che siamo dei perfetti scouts che fanno la buona azione: aiutare il cieco ad attraversare la strada, visitare la povera vecchierella e portarle la zuppa calda, ed altre cose simili.
Con ciò non voglio assolutamente dire che queste azioni non vadano fatte, anzi esse rientrano nei contatti quotidiani, servono a migliorare le relazioni tra le persone, a creare nel mondo amicizia, a fare un mondo più umano.
Sono perciò cose buone e giuste.
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