La gestione collettiva delle risorse
Raj Patel scrive…
Una democrazia genuina ci impone innanzitutto di cambiare la maniera di relazionarci con il mondo attorno a noi, e di andare oltre la proprietà e l’ amministrazione, per abbracciare invece la gestione collettiva delle risorse.
Questa non è un’ esortazione ad abbandonare ogni tipo di proprietà: la proprietà personale è importante ed entro certi limiti ragionevoli non dovrebbe essere negata a nessuno.
Tantomeno è un’ esortazione ad abbandonare i mercati, che sono un buon meccanismo per decentralizzare il processo decisionale; è persino difficile immaginare una democrazia funzionante fatta di persone libere nella quale non esistano i mercati.
L’ economista britannica Diane Elson osserva che persino le comunità utopistiche sono dotate di forme di mercato e strumenti di scambio.
I sistemi di puro baratto, però, sono difficili da gestire, mentre i mercati sottoposti a controllo democratico agevolano lo scambio, lasciando aperta la possibilità di calcolare e ritoccare i prezzi al loro interno.
Ciò che bisogna sradicare dai mercati è la sete di perpetua e dominante di espansione e di profitto che ci ha portati sull’ orlo della catastrofe ecologica; ciò che dobbiamo sradicare da noi stessi è la convinzione che i mercati siano l’ unica maniera di determinare il valore del mondo.
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