Nuove fosche nubi tornano ad addensarsi sull’Europa.
Si ha l’impressione che la capacità di fuoco delle banche italiane e spagnole si stia esaurendo e che non vi siano altri acquirenti (soprattutto quelli stranieri) disposti a dare un colpo di mano. Non a caso il miglioramento della situazione registrato nel mezzo della settimana è stato determinato da dichiarazioni che sembravano preannunciare nuovi acquisti dei titoli statali spagnoli e italiani da parte della BCE.
siamo in presenza di un mercato sempre più pilotato dalle autorità monetarie. Inoltre, il crescente volume di titoli di Stato detenuti dalle banche spagnole e italiane fa sì che si è ulteriormente rafforzato il rapporto simbiotico tra banche e Stati, per cui un calo dei corsi dei titoli statali mette in discussione anche la solvibilità del sistema bancario.
Nel breve periodo è molto probabile che si riprenderà a mettere in funzione la zecca della BCE per turare le falle che si apriranno. Ma questa via non può essere percorsa ancora a lungo anche per l’opposizione della Germania che vede correttamente in queste manovre un trasferimento camuffatto dei debiti dai Paesi in difficoltà a quelli virtuosi.
L’opposizione tedesca rende pure improbabile che vengano emessi degli Eurobonds, ossia delle obbligazioni garantite da tutti i Paesi di Eurolandia. Pure l’aumento delle risorse a disposizione del nuovo Fondo salva-Stati non sembra sufficiente a scongiurare una crisi che colpisca Italia e/o Spagna. È quindi prevedibile che si continuerà con mezze misure tese a guadagnare tempo in attesa che una forte recrudescenza della crisi dell’euro ponga all’ordine del giorno la questione della sopravvivenza della moneta unica europea.
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