Cari amici,
riporto volentieri l’ articolo tratto dalle WebPage del sole 24 ore di ieri, il quale accende l’ attenzione sul problema del controllo sociale nelle Comunità Residenziali che vivono gli stabili comuni.
Sono d’ accordo in pieno sul fatto che esiste un problema di isolamento, di solitudine e di polverizzazione sociale che causa un degrado ambientale sempre più evidente.
I vicini litigano per questioni banali, e non trovano appoggi che promuovano una visione di insieme.
Ciò causa un disinteresse verso la “cosa comune” e una dispersione di interessi economici, che spesso vengono convogliati da amministratori disonesti, i quali si approfittano del potere a loro conferito dalla legge per conseguire vantaggi economici “sfruttando” l’ ignoranza dei residenti.
La Community AziendaCondomìnio promuove ogni iniziativa che aiuti a rendere più vivibili i nostri ambienti sociali.
A questo riguardo sono convinto che la possibilità di comunicare in modo rapido, democratico ed efficiente, sia un requisito essenziale per poter organizzare al meglio qualsiasi iniziativa di carattere collettivo.
Per questa ragione la Community offre alle Comunità Residenziali dei forum privati da utilizzare per concentrare il controllo interno della gestione di tutte le attività tecniche, amministrative e di rappresentanza legale “affidate” in outsourcing all’ organizzazione dell’ amministratore di condomìnio.
Il sole 24 ore
È accaduto tempo fa ad Alessandria, in un condominio del centro storico, dove diverse famiglie combattono la loro quotidiana e dolorosa battaglia contro malattie come l’Alzheimer o la disabilità di un parente.L’assistente sociale, che frequentava periodicamente l’edificio, segnala ai servizi sul territorio questa contiguità, questa prossimità anche fisica tra persone con problemi tanto diversi tra loro ma che comunque richiedono attenzione, cura e aiuto.
Nasce così, da un bisogno sociale in qualche modo condiviso, l’idea del badante di condominio, assunto direttamente dagli abitanti dello stabile ma formato e supervisionato da una pluralità di figure come il medico di famiglia, la Asl e l’ente locale. Ad Alessandria, un giovane disoccupato è diventato dunque la persona di riferimento delle famiglie dello stabile.
Il badante di condominio è una delle nuove figure sperimentate in diverse realtà italiane per dare risposte concrete ai bisogni di salute e di assistenza dei cittadini, integrando l’assistenza sociale e sanitaria e puntando su una responsabilità diretta del territorio.
Si tratta di risposte ai bisogni della comunità che arrivano direttamente dal suo interno, interventi capillari mirati a sostenere un bisogno che diversamente sarebbe gestito forse peggio, e sicuramente in maniera economicamente più dispendiosa per gli enti sul territorio.
Stiamo parlando del cosiddetto micro-welfare, un sistema più agile, snello e «giovane» che presumibilmente sarà chiamato sempre più spesso a sostegno del vecchio, tradizionale e ormai malandato modello di welfare.
In una società sempre più vecchia (lo dicono le statistiche) e sempre più «liquida» (lo dicono i sociologi intendendo la polverizzazione dei rapporti familiari e la solitudine crescente degli individui) il medico di famiglia, la Asl,l’ospedale,non sono assolutamente sufficienti e non danno risposte efficaci e capillari ai bisogni dei cittadini.
Ecco dunque queste nuove figure che integrano l’assistenza offerta ai cittadini dal Servizio sanitario nazionale, dal medico di famiglia e da tutte le strutture presenti. In pratica, il badante acquista i farmaci, tiene sotto controllo e monitora il livello di salute, è una vera e propria «antenna» del medico di famiglia.
Un’esperienza simile a quella di Alessandria è stata testata anche a Trieste, dove un’équipe di badanti formata da tre persone, assunta in un condominio, ha permesso un aiuto integrato a persone con particolari esigenze di salute. L’equipe ha colmato un vuoto difficile da coprire per i normali servizi territoriali e che il più delle volte gravava sulle famiglie, cioè un’assistenza concreta e continuativa alle persone in difficoltà attraverso anche lo svolgimento di una serie di incombenze concrete come la spesa, la banca, la posta o la riunione di condominio.
Risposte «creative», in particolare per le persone anziane, sono arrivate anche da altre figure nate per iniziativa degli enti sul territorio. È il caso del portiere sociale, attivo a Milano dove le sette postazioni esistenti seguono circa 400 anziani, garantendo un monitoraggio continuo dei bisogni sociali e sanitari delle persone.
Nel settore dei servizi per l’infanzia un’innovazione è invece la tagesmutter, termine tedesco che significa «mamma di giorno». La tagesmutter ha la funzione di accudire e educare bimbi nella fascia prescolare a casa propria. Il servizio è attivo da tempo in gran parte dei Paesi dell’Europa centrale e della Scandinavia.
In Italia è stato introdotto prima nelle province di Trento e Bolzano e nel Nord Italia. Da quest’anno è arrivato anche nel Lazio, approvato e finanziato dalla Regione. Per diventare tagesmutter è necessario seguire un corso di formazione gratuito di 250 ore e adeguare il proprio domicilio alle norme di sicurezza e igienico sanitarie.
Il progetto ha l’obiettivo di preparare donne tra i 21 e i 50 anni di età, preferibilmente mamme, in modo che possano offire un supporto ai genitori che lavorano.
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