Corte d’Appello di Milano: nella sua veste di curatore delle parti comuni è tenuto al pagamento, ma può rivalersi sull’impresa di costruzione
05/10/2015 – Al proprietario di un appartamento in cui si verifica l’insorgenza di umidità e muffe a causa della cattiva coibentazione devono essere risarciti i danni patrimoniali e non patrimoniali.
A pagare è in prima istanza il condominio, nella sua veste di custode delle parti comuni, che può però rivalersi sull’impresa costruttrice. È arrivata a queste conclusioni la Corte d’Appello di Milano con la sentenza 2680/2015.
Nel caso preso in esame, il proprietario di un appartamento situato al quinto piano di un edificio condominiale aveva citato in giudizio il condominio per la presenza di infiltrazioni d’acqua dai muri perimetrali che avevano provocato umidità e muffe.
Dagli accertamenti effettuati era emerso che i danni non erano stati provocati da una manutenzione carente da parte del proprietario, ma erano dovuti a difetti presenti dal momento della vendita. I periti del tribunale avevano infatti messo in relazione i danni con la cattiva coibentazione dell’immobile.
I giudici hanno quindi approvato la richiesta di risarcimento sia per i danni patrimoniali, dovuti alle riparazioni e al ripristino della normalità, sia per quelli non patrimoniali, legati ai problemi di salute insorti a causa dell’umidità e delle muffe.
Allo stesso tempo, il Tribunale ha affermato che in questi casi il condominio è tenuto al risarcimento in quanto curatore della cosa comune, ma può rivalersi sull’impresa colpevole di aver consegnato l’immobile con dei difetti di costruzione.
http://www.edilportale.com/news/2015/10 … 83_15.html
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