Cari amici,
Negli ultimi giorni ho letto con interesse le vicende giudiziarie di Guido Bertolaso, e mi sono divertito con la polemica tra “innocentisti” e “colpevolisti”.
A me sembra abbastanza normale che una persona titolare del potere di concedere o non concedere “appalti” sia tampinato continuamente da fornitori che cercano lavoro.
Ogni amministratore di condominio, nel suo piccolo, sa perfettamente che le cose stanno così, e ricevono frequentemente visite da parte di fornitori che offrono lavoro in cambio di tangenti.
Ma il problema è: come difendersi da questa situazione?
Le regole non servono in questi casi, perchè chi ha il potere di dare lavoro, ha anche la possibilità di aggirare ogni tipo di norma.
Ciò che serve è costruire una cultura morale condivisa!
In Italia ciò è molto difficile perchè, come si dice, “il pesce puzza dalla testa”, e i politici su cui si addensano legittimi dubbi di moralità e correttezza, sono tutti ancora al loro posto.
Ciò nonostante non dobbiamo perdere la speranza!
E’ necessario impegnarsi per migliorare, perchè altrimenti rischiamo di peggiorare ulteriormente, e non possiamo più permettercelo.
….al lavoro!
Corriere della sera
ROMA—È negli atti giudiziari già noti che si rintraccia la svolta imminente dell’inchiesta sui lavori pubblici affidati dai funzionari delegati alla gestione dei Grandi Eventi nel dipartimento di via della Ferratella. I pubblici ministeri fiorentini che hanno già ottenuto i quattro arresti eseguiti la scorsa settimana, evidenziano «il coacervo di vicende» che li ha portati a presentare «un’altra richiesta di misura cautelare per corruzione nell’ambito degli accertamenti sull’appalto per la realizzazione della scuola marescialli dei carabinieri di Firenze». E fanno intravedere l’ampiezza dell’«apparato composto da uomini delle istituzioni e non, posto a servizio del gruppo imprenditoriale che fa capo a Diego Anemone, nonché la rete di connivenze intessute nel corso degli anni dai pubblici ufficiali Angelo Balducci, Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola », cioè le persone tuttora in cella. È una «rete» che le intercettazioni telefoniche e i riscontri effettuati dai carabinieri del Ros hanno già delineato, anche se nuovi personaggi potrebbero emergere nei prossimi giorni dalle verifiche in corso sui tre filoni aperti, che vedono tra gli indagati per corruzione pure il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Oltre a quella toscana, si muove la procura di Perugia competente a indagare sugli appalti del G8 a La Maddalena, su quelli per i Mondiali di Nuoto organizzati a Roma e per le celebrazioni del 150˚ anniversario dell’Unità d’Italia per via del coinvolgimento collaterale del magistrato romano Achille Toro. E lavora in parallelo quella de L’Aquila per accertare come sia avvenuta la spartizione dei lavori per la ricostruzione del dopo- terremoto con un’attenzione particolare a quei consorzi creati dagli imprenditori per aggiudicarsi almeno una fetta della torta.
«Sono dei bulldozer»
Il 28 dicembre 2008 Vincenzo Di Nardo, amministratore delegato della ditta toscana Btp, parla con l’architetto Marco Casamonti e afferma: «Sono banditi… è gente… prima o poi si leggerà sui giornali che li hanno cuccati con qualche tangente in mano …dai! Questi poi sono violenti e… io ho visto la squadra in azione… non la conoscevo questa del Balducci, eccetera, eccetera… è una task force proprio insieme unita e compatta… e sono dei bulldozer e il Carducci è uno di quelli blindati dentro questa logica qui del Balducci che è il vero regista». Il riferimento è a Valerio Carducci, patron della Giafi Costruzioni che dopo aver perso un appalto a Firenze verrà ricompensato con i lavori a La Maddalena. Scrivono i pubblici ministeri: «Il gruppo BTP (in persona dell’amministratore Di Nardo, del presidente Riccardo Fusi e del vicepresidente Roberto Bartolomei) ben consapevole del grande potere gestito dai funzionari facenti parte della struttura ministeriale di via della Ferratella, ed in particolare da Balducci, piuttosto che denunciare detto malaffare, si attiva al fine di accreditarsi presso detta struttura ed inserirsi nel sistema di corruttela ivi instaurato». Intermediario, dice l’accusa, è Francesco De Vito Piscicelli, ormai noto per essere uno degli imprenditori che rideva la notte del terremoto del 6 aprile scorso.
Il colpo della Btp
La sua attività si rivela efficace. I magistrati sottolineano come «attraverso le attività di intercettazione, emergeva che, per tramite Piscicelli Di Nardo e Fusi avevano la preventiva assicurazione, da Balducci e De Santis che alcuni appalti per le celebrazioni dell’Unità d’Italia sarebbero stati aggiudicati alla Btp, la quale avrebbe partecipato alle relative gare in associazione con il citato Consorzio Stabile Novus, riferibile allo stesso Piscicelli. E a seguito dello slittamento dei tempi l’interesse si spostava sulle opere appaltate in vista del vertice G8 a La Maddalena ». Non solo: «La Btp aveva avanzato a Balducci e De Santis una preminente e pressante richiesta: che le venisse restituito il possesso del cantiere per la realizzazione della Scuola Marescialli dei Carabinieri di Firenze, allo stato affidato all’impresa Astaldi ed al centro di un complesso contenzioso amministrativo». È il nodo della nuova indagine sul quale si stanno svolgendo ulteriori verifiche, ma non l’unico. Perché l’interesse degli investigatori si concentra anche sull’assegnazione dell’appalto da 7,3 milioni di euro per la ricostruzione di una scuola a L’Aquila ottenuto dalla Btp in un mese e mezzo. In quei giorni i contatti tra Fusi e il coordinatore del Pdl Denis Verdini, pure lui indagato a Firenze per corruzione, sono continui. E dopo aver avviato la pratica ed essere riuscito a farsi ricevere da Letta a palazzo Chigi, «Fusi lascia intendere che l’intervento di Verdini è stato determinante».
Sms con Bertolaso
Il giorno dopo il sisma in Abruzzo gli imprenditori appaiono già scatenati nella ricerca di contatti e sponsor. Anemone attiva i suoi referenti. Il 26 aprile Balducci gli assicura che «riproporrà a Bertolaso la richiesta di un incontro già avanzata con un sms dallo stesso Anemone». Ma la sera è lo stesso capo della Protezione Civile ad informarlo con un messaggio: «Sono all’Aquila sicuro fino a martedì sera» e lui risponde pronto: «Se vuoi ti raggiungo altrimenti ci vediamo appena puoi grazie». Lo ripete con un sms anche la mattina successiva: «Per favore possiamo vederci grazie». E poi «si informa con Della Giovampaola sull’iter del decreto che regola tra l’altro lo spostamento del vertice G8 in Abruzzo». Poco dopo Bertolaso risponde con un nuovo sms: «Io son qua… quindi se hai bisogno vieni su… parliamo qua perché non penso che sicuramente fino all’uno, al due non riesco a muovermi… capito?». Anemone è pronto: «Magari do un colpo di telefono prima quando vengo su… non so quando è più comodo… così se c’ha un attimo di tranquillità». La risposta è positiva: «In teoria… dovrei… nel pomeriggio verso le quattro… cinque potrei essere libero… fammi un colpo domani e vediamo… d’accordo?». Il giorno dopo l’imprenditore viene allertato da un collaboratore sull’approvazione del decreto: «Me lo sono stampato e vabbè bisogna muoversi ». Annotano gli investigatori: «Anemone fa capire che per tale ragione ha fissato un appuntamento per l’indomani pomeriggio con Bertolaso “dove sta il terremoto”». Poco dopo parla con l’ingegner Silvio Albanesi «e gli manifesta le preoccupazioni per gli effetti economici negativi che potrebbe avere l’applicazione del provvedimento governativo appena pubblicato riferito allo spostamento del vertice G8 dalla Maddalena a L’Aquila: “Io sono veramente disperato, proprio mi viene da piangere”. Il professionista lo esorta ad avere fiducia, facendogli capire che si stanno aprendo altre possibilità di lavoro, con probabile riferimento ai lavori post-terremoto in Abruzzo: “No… no … invece non bisogna essere disperati… parlo del futuro… non parlo del passato. Ci sono tante cose che si possono… hai capito?». In quei giorni la corsa delle imprese ora finite nell’indagine era già in fase avanzata.
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