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Impianti di scarico condominiali. Analisi tecnica

Impianti di scarico condominiali

Gli impianti di scarico  condominiali delle acque usate, sono costituiti dalla rete di tubi che servono a smaltire all’esterno del fabbricato o dell’unità abitativa, le acque provenienti dopo l’uso da lavabi, wc, docce, vasche, lavandini della cucina, ecc.

In genere si fa differenza tra acque nere (wc), grigie (lavabi, lavabiancheria, bidet, ecc.) e grasse (cucina).

Per dimensionare un impianto di scarico è necessario conoscere i quantitativi massimi di acque scaricabili nell’unità di tempo dai singoli apparecchi (su tabelle).

Inoltre bisogna conoscere la contemporaneità d’uso degli stessi, arrivando a determinare una portata ridotta di scarico.

Schematicamente, un impianto di scarico è composto da vari componenti, così distinti:

il sifone – impianti di scarico condominiali

Il sifone è il dispositivo di scarico che mediante la chiusura idraulica impedisce l’ingresso di cattivi odori provenienti dalla rete di scarico.

Le diramazioni di scarico

Queste componenti sono composte da tubazioni che collegano il sifone di ogni apparecchio alle colonne di scarico.

Le tubazioni devono necessariamente presentare una lieve pendenza verso la colonna di scarico.

Le colonne di scarico

Esse sono le tubazioni verticali che raccolgono ad ogni piano i liquami dalle diramazioni e li convogliano nei collettori (i cambi di direzione seguono curvature a 45°, errate sarebbero quelle a 90°).

I collettori di scarico

I collettori sono le tubazioni sub-orizzontali che raccolgono i liquami provenienti dalle colonne di scarico e li convogliano nelle fogne (le colonne di scarico sono collegate ai collettori in basso mediante sifone o in maniera diretta).

Le bocche di ispezione lungo le tubazioni, ed in particolare una alla base di ogni colonna di scarico.

La rete di ventilazione contribuisce all’eliminazione dei tipici gorgoglii dello scarico.

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Attacco alla fognatura – Impianti di scarico condominiali

Dopo l’utilizzo dai vari apparecchi sanitari e dagli elettrodomestici, l’acqua entra nell’impianto di scarico passando per un sifone e, attraverso le tubazioni, viene convogliata in una braga.

Il sifone ha la funzione principale di evitare il ritorno dei cattivi odori in casa, mentre la braga, situata sotto il wc, è collegata alla colonna montante di scarico che, a sua volta, raggiunge il collettore di raccolta degli scarichi di tutte le colonne montanti, che li convoglia nella rete fognaria alla quale è collegato tramite un sifone.

La colonna montante degli scarichi necessita di uno sfiato, collocato generalmente sul tetto della casa.

Questa tubazione secondaria è chiamata “di ventilazione” e contribuisce all’eliminazione dei tipici gorgoglii dello scarico.

Nel caso ci siano condutture di scarico poste a un livello inferiore rispetto a quello della rete fognaria (per esempio le condutture di scarico provenienti dalle cantine), queste verranno convogliate in una fossa biologica che, una volta colma, viene svuotata attraverso l’impiego di una pompa, che spinge le acque nere nella fognatura esterna.

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I problemi più frequenti per l’impianto di scarico

Gli impianti di scarico sono soggetti a diverse problematiche che possiamo schematicamente riassumere:

Rumorosità

Solitamente nell’impianto di scarico la principale fonte di rumore è costituita dal wc in fase di risciacquo.

In presenza di una ostruzione, o della insufficiente o totale assenza di una rete di ventilazione, la rumorosità è destinata ad aumentare.

È possibile comunque ridurre l’intensità rumorosa sin dalla fase di progetto, in cui le colonne montanti andrebbero realizzate in corrispondenza delle zone più rumorose dell’unità abitativa.

Per ridurre il rumore della colonna di scarico dei wc, la si può essere isolare con fasce di polietilene espanso e piombo.

Rottura delle tubazioni

le principali cause di rottura sono da imputarsi alle dilatazioni termiche che devono essere calcolate in fase di progetto e risolte usando particolari manicotti di dilatazione.

Esalazioni maleodoranti

L’innesto dell’apparecchio alla rete di scarico deve essere realizzato con una chiusura idraulica (sifone).

L’ostruzione o la mancanza del tubo di ventilazione, possono provocare risucchi in fase di scarico con conseguente svuotamento dei sifoni ed emissione di odori sgradevoli.

Intasamento delle tubazioni

Spesso, gli intasamenti sono causati dalla presenza di corpi estranei nell’impianto di scarico, e andrebbero “aiutati” nello scivolamento attraverso curve di collegamento fra gli scarichi verticali e quelli sub orizzontali a 45° (e non a 90°, causa di intoppi).

Inoltre, è bene prevedere la collocazioni di pozzetti o tappi di ispezione dai quali poter agevolmente intervenire in caso di occlusione.

Smaltimento delle acque di scarico

Le acque sporche rivenienti dalle colonne di scarico verticali dell’edificio, vengono convogliate, attraverso le condotte sub orizzontali, all’esterno del fabbricato e quindi smaltite nell’impianto fognario pubblico.

Nelle zone non provviste di rete fognaria, lo smaltimento può avvenire per dispersione nel sottosuolo, per scarico in fossi di scolo sul suolo oppure con vasche a svuotamento periodico (operazioni vincolate dai regolamenti e dalle normative regionali e locali in materia di inquinamento ambientale).

Le acque reflue domestiche e le acque piovane devono essere smaltite in sistemi di scarico separati, e possono essere canalizzate congiuntamente solo all’esterno dell’edificio, secondo quanto stabilito da regolamenti e procedure di installazione nazionali e locali.
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