C’era una volta il condominio, quel luogo in cui ognuno conduceva la propria vita separata dagli altri, gli spazi comuni erano fonte continua di discussione, il dirimpettaio era qualcuno contro cui urlare durante le assemblee. C’era una volta.. Perché oggi non c’è più. Il condominio del 2013 si trasforma in una realtà viva e solidale, in cui trovare risposte concrete ai bisogni che la vita di tutti i giorni ci pone innanzi, secondo un modello che non poteva che provenire dal Nord Europa.
In Italia privati e istituzioni stanno sperimentando figure di pubblica utilità, che svolgono il loro lavoro dividendosi fra vicini di casa. Come la badante di condominio, una operatrice sociale assunta dai condomini stessi, il cui lavoro va ad integrale l’assistenza del Servizio sanitario e del medico di famiglia. In pratica, la badante si occupa dell’acquista dei farmaci e sorveglia il livello di salute di anziani e disabili.
A Bologna l’esperienza è stata attivata da Confabitare, che ha messo a disposizione una badante per ogni condominio gestito dalla società in cambio di cinque euro lordi all’ora più contributi. Un servizio analogo è stato attivato a Padova e a Roma dall’Anaci, l’associazione di amministratori condominiali; sono gli stessi amministratori a gestire il lavoro e gli orari delle badanti, mentre il costo viene ripartito sulle spese condominiali. Ad Alessandria e Milano erano state testate figure simili già dieci anni orsono, con eccellenti risultati in termini di risposte concrete ai bisogni delle fasce più disagiate, soprattutto a causa dei vuoti incolmati e incolmabili dalla sanità pubblica.
Non solo badanti. Fra le nuove figure create a favore di questo micro Welfare c’è anche il portiere sociale: già attivo a Milano, è un figura che opera in stretta collaborazione con i portieri, con il compito di fare da collegamento tra i servizi sociali e i cittadini, monitorando attraverso l’osservazione e l’ascolto le emergenze primarie dei cittadini assistiti. Oppure il tutor per i bambini disabili e i loro genitori, sperimentato a Torino, che offre alla famiglia sostegno psicologico e materiale per aiutare lo sviluppo e il recupero della persona. O ancora la mamma di giorno, una donna che, dopo aver seguito un corso di formazione gratuito e aver ottemperato a un adeguamento della propria casa alle norme di sicurezza e igienico-sanitarie, accoglie ed educa bambini in età da asilo.
Sono nuove forme di convivenza, destinate a diffondersi in maniera capillare a partire dai grandi centri, che rispondono a un unico, semplice principio: quello per cui ognuno, nella società civile, è responsabile anche degli altri.
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