Verona, bikers armati fino ai denti: scattano le operazioni di sequestro
Indagini nel nord Italia, Francia e Germania. Il celebre gruppo «Hell’s Angels» nel mirino della polizia. Il questore Stingone: «La legge non è quella del più forte»
Cari amici,
Mi ha impressionato questa notizia dell’ arresto di un gruppo di motociclisti che si fanno chiamare Hell’s Angels.
Si tratta di ragazzi che trovano dei punti di riferimento sociali in simboli e rumori rappresentativi.
Il simbolo per eccellenza è la moto Harley Davinson.
Ho sempre pensato che questo modello di moto si deve amare per sceglierlo.
Le moto Harley Davinson sono grosse, ingombranti, rumorose, inquinanti ….ma sono belle come cavalli in una prateria.
Se sapessi andare in moto, credo che non avrei dubbi su quale modello acquisterei.
Tutto questo discorso, ovviamente, rimane nel “mito” di cui tutti hanno bisogno per vivere.
Siccome oggi la nostra società non ha nulla da offrire, l’ economia appare come una tempesta minacciosa in arrivo, i nostri governanti appaiono un’ associazione male assortita che fa finta di litigare per avere argomenti da buttarci addosso dalla televisione, ….
….ebbene un giovane, di fronte ad una realtà così opprimente e disillusa, se non vuole “adattarsi”, allora è costretto a trovarsi un “gruppo” ribelle a lui affine per prendersi il diritto di vivere!
Perchè di questo si tratta! Oggi il pensiero critico personale non ha molte possibilità di esprimersi.
O fai parte del “coro”, oppure sei fuori!
Ma non si può organizzare la società a partire dallo “standard”, perchè gli uomini non sono “standard” e se si prova a omologarli si ribellano.
Ogni uomo ha bisogno di sognare per vivere bene.
Per questo motivo, è necessario inventare dei buoni sogni.
Corriere della sera
VERONA – Nel corso delle perquisizioni domiciliari, sono state trovate una pistola a Pennà, cal. 22 e 20 cartucce. Presso il charter (con questa parola il gruppo indica le proprie sedi) Hells di Treviso sono state invece sequestrate bombolette spray cariche di aggressivi chimici. In altre perquisizioni sono state scoperte numerose armi bianche tipo asce, spade, scimmitarre, e denaro contante per svariate decine di migliaia di euro. Stante il rilevante materiale probatorio rinvenuto, la polizia ha quindi sequestrato i charters Hells di Milano, Treviso e Pavia. Uno degli indagati si trova in carcere in Spagna dopo essere stato arrestato l’8 marzo scorso perchè trovato in possesso di un chilogrammo di cocaina e contanti per 150 mila euro.
È in corso una vasta operazione della Polizia di Stato della Questura di Verona che sta eseguendo, con il supporto del Servizio cooperazione internazionale di Polizia, 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere tra Italia, Francia e Germania nei confronti degli affiliati al gruppo motociclistico denominato «Hell’s Angels», resisi responsabili di gravi episodi criminali. I reati contestati a vario titolo sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alle rapine, estorsioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato. Nell’operazione sono impegnati centinaia di agenti della polizia di Stato coordinati dalla Squadra Mobile di Verona, e coadiuvati dai colleghi delle squadre mobili di Vicenza, Padova, Treviso, Roma, Milano, Torino, Trieste, Cuneo, La Spezia, Pordenone, Lucca, Pavia e Massa Carrara. Oltre alle ordinanze di custodia cautelare in carcere, il pm ha inoltre disposto perquisizioni a carico di ulteriori quattro persone, e altre perquisizioni domiciliari presso le «club-house» dei charter , ndr.) di Milano, Cuneo, Pavia, Treviso, Padova, Massa Carrara e Roma, a tutti gli effetti risultati essere i quartieri-generali dove, secondo gli investigatori, venivano pianificate, discusse e predisposte le attività illecite.
È la risposta della legge a chi crede di poter imporre «la legge del più forte»: il questore di Verona, Vincenzo Stingone, inquadra così l’operazione della squadra mobile, coordinata dalla procura scaligera, che ha portato all’arresto dei motociclisti «Hell’s Angels». «Per loro – ha detto Stingone – la partita era chiusa dopo gli incidenti del 17 gennaio scorso a Verona, per noi no. Era impensabile che queste bande possano credere di poter arrivare nella nostra città e comportarsi come orde barbariche, cercando di fare di Verona terra di nessuno, facendo danni a persone e cose. Il tutto con l’illusione di rimanere impuniti. Loro vogliono imporre la legge del più forte ma noi abbiamo imposto la legge». Il Questore ha quindi espresso un plauso al lavoro svolto dalla squadra mobile veronese «che con tenacia ha portato a termine questa operazione». A Verona – ha aggiunto, ricordando i risultati raggiunti anche in altre recenti inchieste – «abbiamo dei fuoriclasse dell’investigazione».
«Dalle indagini – ha detto Marco Odorisio, a capo della squadra mobile della Questura di Verona che ha condotto le indagini coordinate dalla procura locale e in collegamento con lo Sco e l’Interpol – è emersa la realtà di un gruppo molto gerarchizzato la cui scala di valori per aumentare di “grado” era il disprezzo della legge e del rispetto degli altri».
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