Isae: la fiducia dei consumatori è in forte calo a luglio (minimo dal 1993)
Cresce la sfiducia tra le famiglie italiane
Cari amici,
da diversi mesi i giornali nazionali testimoniano l’ inquietudine che regna nel nostro paese.
E’ evidente, a mio giudizio, la crisi prima di tutto sociale e politica che impedisce alle persone di far sentire la propria voce al mercato e alle istituzioni, e che si tramuta in sfiducia e paura del futuro.
Le notizie economiche e politiche si abbattono come grandine, e noi le subiamo passivamente.
Tanto per fare un esempio, negli ultimi giorni il prezzo del petrolio è diminuito momentaneamente.
Mi chiedo: I prezzi della benzina hanno seguito prontamente il decremento del prezzo del petrolio?
Perchè non si leggono notizie in prima pagina su questo importante argomento?
Viviamo un tempo nuovo e difficile, e credo che dobbiamo imparare a conviverci.
Credo fermamente che per difendere i nostri interessi di consumatori dobbiamo imparare a comunicare in modo indipendente, e ad organizzarci in modo da poter far sentire la nostra voce.
Proprio lì dove abitiamo e dove già abbiamo dei legami sociali, possiamo organizzarci in modo da far sentire la nostra voce di cittadini.
Se noi non decidiamo il meglio per noi, chi ha il potere deciderà al nostro posto per i suoi interessi.
Ciò è vero sia nelle piccole realtà condominiali, sia nelle grandi realtà nazionali.
Oggi abbiamo l’ esigenza di ricreare e reinventare la nostra società in modo da poter superare l’ evidente isolamento sociale e politico a cui siamo soggetti.
Oggi abbiamo la necessità di trovare nuovi modi per “fare” economia, per ribellarci al sistema ideologico che ci costringe a non vedere la realtà, ma solo la sua rappresentazione semplificata in prodotti da vendere e comprare.
Oggi possiamo scegliere di cambiare!
Dal Sole 24 ore
Osservatorio dell’ economia italiana
Si accentua il pessimismo nel clima di opinione delle famiglie italiane, in linea con la caduta dei primi mesi del 2008, dopo la temporanea pausa di maggio-giugno e l’andamento altalenante (ma con una chiara tendenza a flettere) mostrato nel corso del 2007. Le indicazioni negative arrivano, in particolare, dai giudizi sulla situazione economica del Paese e sul mercato del lavoro, così come da quella personale degli intervistati, dalle intenzioni di acquisto dei beni durevoli e dalla possibilità di effettuare risparmi. L’indice generale crolla verso quota 95, portandosi addirittura ai minimi dal novembre 1993. La brusca risalita dell’inflazione pesa sempre di più sul potere di acquisto delle famiglie. Pur non essendovi uno stretto legame tra l’indicatore di fiducia e la spesa effettivamente realizzata, la conferma di una dinamica sempre volatile (e con una netta tendenza all’indebolimento) è senza dubbio un fattore di freno ai consumi, a loro volta influenzati dal persistente stato di incertezza della politica economica e dalla crisi dei mercati finanziari.
Il peggioramento caratterizza, sia pure in maniera non omogenea nelle ripartizioni territoriali, i giudizi sulla situazione personale e sono più orientate al pessimismo le indicazioni (e le previsioni) sul quadro economico generale. Ritornano, nello stesso tempo, significativamente negative le previsioni sulle intenzioni di acquisto di beni durevoli e sulle possibilità di risparmio. Altri segnali non univoci si registrano, poi, nella situazione finanziaria delle famiglie; sono pressoché stabili, a inizio estate, le intenzioni di acquisto dell’abitazione, mentre appaiono in leggero recupero le spese di manutenzione e quelle per l’acquisto dell’autovettura. Cala parzialmente la percezione di nuove tensioni nei prezzi, già ai massimi da quattro anni, dati i continui rialzi dei prodotti energetici e alimentari; risultano in aumento, per contro, le attese di ulteriori tensioni. A livello territoriale, la fiducia dei consumatori peggiora soprattutto nelle regioni del Nord-Est e del Mezzogiorno; il calo è, invece, più contenuto in quelle del Nord-Ovest e del Centro.
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