E se ripartissimo dai condomini?
E se ripartissimo dai condomini? La Grande Crisi ha sparigliato il tavolo dei nostri stili di vita e, silenziosamente, ci sta restituendo la necessità di riscoprire la buona convivenza con i vicini di casa. Negli anni dell’individualismo sfrenato siamo arrivati all’assurdo di 2 milioni di italiani che, ogni anno, fanno causa per liti condominiali: una valanga di contenziosi che valgono il 50 per cento degli arretrati della nostra inefficace giustizia civile.
Ogni mezz’ora scoppia una rissa, per le questioni più futili, a cominciare dagli animali che rappresentano sei casi su dieci delle liti tra vicini. Si parte con una telefonata infuocata, poi volano gli insulti e partono le lettere degli avvocati: per il cane, il gatto, il pappagallo, il coniglio, la tartaruga. Le oche e le galline.
Il condominio è diventato così il paradigma di un’intolleranza cronica, dell’incapacità di riconoscere, sempre e comunque, le ragioni dell’altro, un’insofferenza verso qualsiasi forma di convivenza con l’estraneo prima e il nemico poi. Un commissario di polizia mi raccontò che quasi ogni giorno i suoi uomini dovevano intervenire per placare una rissa tra due nuclei familiari che si azzuffavano per qualsiasi motivo. Fino a quando il commissario decise di punirli con la legge del contrappasso: li chiuse in cella, tutti insieme, per una notte. E da allora le risse finirono.
Adesso siamo a un giro di boa. Proprio il condominio, archetipo di un egoismo senza freni inibitori tanto da essere stato oggetto di una riforma per ridurre i focolai di contenziosi, si sta trasformando nel luogo dove si sperimentano risposte concrete alle difficoltà quotidiane delle nostre famiglie.
Lo stato di necessità, come spesso avviene, sta modificando i comportamenti. Il primo approccio positivo riguarda la catena dei consumi, dagli alimentari fino alle bollette energetiche. Secondo le ultime statistiche della Coldiretti, le forniture di prodotti alimentari, frutta e verdura, che passano attraverso la rete dei Gruppi di acquisto solidali (Gas) valgono già quasi il 10 per cento del mercato.
E l’alleanza nasce nel condominio, tra vicini di casa che condividono la spesa, spesso attraverso l’uso del web, e procedono con ordini collettivi. I vantaggi? I prezzi scendono fino al 30 per cento, e la qualità sale, visto che quasi sempre si tratta di prodotti a chilometro zero, in arrivo direttamente dai produttori.
Dalla spesa poi siamo passati all’energia. In alcune regioni del Centro Italia, specie Toscana ed Emilia, si stanno moltiplicando i condomini a consumo zero di gas e corrente elettrica. Gli impianti vengono centralizzati, attraverso ditte specializzate nelle energie rinnovabili, si costruiscono e si curano insieme, con tanto di voto nell’assemblea del condominio, e quando la produzione è a regime, i soci si ritrovano con bollette azzerate e perfino con qualche entrata straordinaria che deriva dalla vendita dell’eccedenza energetica alla rete nazionale.
L’associazione Altroconsumo ha lanciato nei giorni scorsi un’iniziativa per condividere, tra condomini e famiglie, le forniture di corrente elettrica, presentandosi uniti sul mercato libero per spuntare così un ritocco nei prezzi. Risultato: in poche settimane oltre 50mila famiglie si sono iscritte al programma attraverso il sito http://www.abbassalabolletta.it
La Grande Crisi significa meno servizi del welfare, nazionale e locale, e meno risorse, per esempio, per gli anziani e per le persone non autosufficienti. Così a Bologna, per iniziativa dell’associazione Confabitare, è nata l’alleanza tra condomini che dividono le spese per la badante e per la colf. Sono già 80 le famiglie che hanno deciso di mettersi insieme per ottenere questo servizio: la badante condivisa non costa più di 200-250 euro a nucleo familiare, e i costi indiretti, come i contributi previdenziali, vengono spalmati sulla base delle ore di attività.
Molto presto l’esperimento di Bologna si replicherà a Milano, Firenze, Cagliari e Bari. Intanto a Parma è nato il progetto Tagesmutter che mette insieme, tra condomini, il lavoro delle baby sitter ed a Torino sta riscuotendo un grande successo il Condominio solidale, una forma di condivisione, nello stesso palazzo, dell’assistenza agli anziani.
Laddove bisogna tirare la cinghia, rinunciare a servizi che invece sono essenziali, la riscoperta della comunità diventa una leva per adattarsi, in modo efficace, alla disastrosa congiuntura. E il meccanismo si allarga fino a comprendere un nuovo approccio con l’intero universo dello shopping. Dagli acquisti compulsivi stiamo passando alla spesa per il necessario, dal possesso al baratto. Intere comunità di migliaia di persone crescono, attraverso il web, ispirandosi all’idea che tutto si può scambiare con il vicino di casa.
Basta un clic sui siti che movimentano il baratto di massa, e puoi scoprire il gruppo attivo nella tua città, nel tuo quartiere e nella tua strada. Hai un’aspirapolvere che non usi più? Invece di lasciarla marcire in qualche scantinato, puoi scambiarla con il tostapane che il tuo vicino ha eliminato. E tra una mail e l’altra, per concludere il baratto, è facile che ci scappi l’invito a bere un caffè, a conoscersi tra condomini che fino a ieri neanche si salutavano.
http://www.nonsprecare.it/liti-condomin … ni-di-casa
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