Di Pietro denuncia Berlusconi alla Procura della Repubblica
Cari amici,
E’ interessante leggere che, qualche volta, le parole dette in televisione producono conseguenze.
Di solito non succede!
In Italia i politici parlano “di getto”, e sembrano comici ….e per di più i comici sembrano politici.
E’ la politica del “niente” che si riempie di parole senza senso.
E noi siamo costretti a subire tutto questo, perchè non c’ è altro!
Per questo scrivo continuamente che si può cambiare!
Non è vero che non c’ è più speranza!
Non è vero che siamo costretti a subire ciò che il mercato impone, e che non ci sono altre possibilità!
Noi “possiamo” e “dobbiamo” inventarci “nuovi” valori di condivisione che ci portino a creare relazioni buone e umane, al di fuori delle leggi oppressive di “mercato”.
La Community AziendaCondomìnio è un laboratorio di idee, in cui le comunità residenziali possono trovare spazio per comunicare ed evolversi.
Noi “possiamo” inventarci il mercato che ci piace, con regole che siano convenienti per noi che compriamo.
Spero che mi aiuterete in questo grande progetto!
Il Sole 24 Ore
Dopo le smentite dei presunti componenti della cordata italiana per rilevare Alitalia, il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro denuncia Berlusconi alla Procura della Repubblica. La magistratura dovrà decidere se c’è stato insider trading o aggiottaggio. «L’Italia dei Valori – annuncia il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro e leader dell’Italia dei valori – presenterà una denuncia alla Procura della Repubblica al fine di accertare se vi siano gli estremi di reato nelle dichiarazioni di Silvio Berlusconi sul caso Alitalia». Per Di Pietro la procura dovrà valutare «se tali dichiarazioni abbiano prodotto alterazioni o turbato il mercato, visto che un giorno sì e l’altro pure, egli ha fatto credere che vi fosse una cordata pronta a rilevare la compagnia di bandiera, prima che ci fosse una proposta alternativa concreta e vera». «Se vi siano stati, quindi – conclude l’ex pm- reati di aggiotaggio e/o insider trading».
La cessione di Alitalia è già oggetto di un’inchiesta per aggiotaggio aperta dalla Procura di Roma l’estate scorsa, dopo le oscillazioni anomale del titolo. L’inchiesta, affidata ai pm Stefano Pesci, Francesca Loi e Gustavo De Marinis, coordinati dal Procuratore aggiunto Nello Rossi, si era arricchita lo scorso dicembre di un nuovo filone di indagine legato all’offerta per la compagnia aerea italiana lanciata dai fondi americani Evergreen e Thl. Sulla vicenda gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati alcune persone per l’ipotesi di reato di aggiotaggio e turbativa d’asta. Il filone dell’indagine si riferisce ai retroscena che il 13 dicembre 2007 accompagnarono la consegna al presidente di Alitalia, Maurizio Prato della lettera in cui la cordata statunitense aveva manifestato forte interesse ad acquistare il 49,9% della compagnia aerea facendo intendere che all’operazione avrebbe preso parte anche Singapore Airlines, che aveva subito smentito. Come poi ha fatto Deutsche Bank e lo studio legale Orrick, indicati come i possibili advisor dell’operazione.
Intanto su Alitalia è botta e risposta fra Veltroni e Berlusconi. Dopo le smentite di due (Eni e Mediobanca) dei presunti fautori della cordata italiana di Alitalia, Berlusconi definisce i contenuti dell’articolo sulla Stampa solo supposizioni giornalistiche. L’articolo di apertura del quotidiano torinese (titolo: Berlusconi: ecco la mia cordata) riportava che per la cordata Alitalia erano insieme i Benetton, Mediobanca, Ligresti e l’Eni. Nella mattinata il numero uno del Pd aveva invitato a evitare turbative sulla trattaliva Alitalia. «Oggi sui giornali – ha detto Veltroni – c’è scritto che sono stati annunciati dei nomi per la cordata. Un annuncio che è stato fatto da un uomo politico che ha detto che i nomi sono A, B e C. Nel giro di poche ore su quattro già due hanno smentito. Ci sarebbe da sorridere, ma non c’è da sorridere perchè ci sono migliaia di lavoratori coinvolti. Non si possono inventare battute e pensate che difficoltà si può creare con la turbativa di certe affermazioni».Ribatte il Cavaliere: «I nomi che sono apparsi sui giornali sono indiscrezioni o supposizioni da parte giornalistica». Palazzo Chigi precisa che «il governo non può commentare annunci sui giornali. Commenterà, semmai, quando e se si manifesterà un’offerta concreta da parte di imprenditori». (N.Co.)
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