Nel 2012 il volume d’affari è sceso del 25,8% rispetto all’anno precedente. Male anche i settori non residenziali
Come prevedibile, la crisi economica ha fatto sentire i propri effetti anche sulla compravendita di abitazioni che, nel 2012, ha prodotto un volume di spesa complessivo di 74,6 miliardi di euro, circa 26 miliardi in meno (-25,8%) rispetto al 2011. A certificare lo stato di crisi del mattone ci ha pensato l’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, che ieri ha pubblicato la sua nota sull’andamento dell’ultimo trimestre dello scorso anno.
Un trend che fa registrare segni negativi in ogni singola voce, a cominciare dal totale di unità immobiliari compravendute. Nel 2012, infatti, sono passati di mano 993.339 immobili, quasi 330 mila in meno rispetto all’anno precedente (-24,8%). La differenza diventa ancor più marcata se si considera solo l’ultimo trimestre del 2012: in questo caso, il volume totale delle compravendite è inferiore del 29,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. Si tratta, fa sapere l’Osservatorio, della maggiore variazione, in termini di tasso tendenziale annuo, registrata dal 2004.
Quanto alle sole abitazioni, nel 2012 ne sono state compravendute 444 mila, il dato più basso dal 1985. Nel solo IV trimestre, il calo è stato del 30,5% rispetto allo stesso periodo del 2011 ed ha interessato tutte le macroaree italiane: al Centro e al Nord Italia le transazioni sono diminuite rispettivamente del 31,9 e 31,7%, mentre al Sud la contrazione è stata del 27,4%.
Abbastanza simili anche i numeri relativi ai volumi di compravendita di abitazioni suddivisi tra capoluoghi (-25,1%) e Comuni minori (-26,1%): complessivamente, nel 2012, i cali più significativi rispetto al 2011 si registrano nei Comuni minori del Centro e del Nord Italia, con una diminuzione del 27,9 e 27,1%.
Più contenuta, invece, la perdita nei Comuni del Sud (-23,2%).
Una differenza su cui pesa il dato di Napoli che, nell’ultimo trimestre del 2012, è l’unica grande città ad aver chiuso con il segno più (+19,1%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Numeri, sottolinea l’Osservatorio, che si spiegano con la consistente dismissione del patrimonio immobiliare pubblico attuata dal Comune partenopeo che, ad ogni modo, fa comunque registrare un dato negativo (-0,8%) su base annua.
In tutte le altre grandi città, invece, i dati sono di gran lunga peggiori, con un tasso tendenziale negativo pari al -25,2% sull’ultimo trimestre del 2011.
Nelle 8 principali città italiane (Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Palermo, Firenze e Bologna) nel 2012 sono state vendute 72.488 abitazioni, con un calo sul 2011 del 22,4%.
Detto dell’eccezione napoletana, tutte le altre fanno registrare diminuzioni superiori al 20%, con punte nelle città di Palermo, Genova e Firenze, che hanno perso circa il 26% delle transazioni.
In calo anche il totale delle abitazioni trasferite in nuda proprietà (-23,4% sul 2001) e quelle con mutuo ipotecario (-38,6%). Il capitale complessivamente erogato nel 2012 è stato di 19,6 miliardi di euro, ovvero circa 15 miliardi in meno rispetto al 2011 (-42,8%).
Le persone fisiche che lo scorso anno sono ricorse ad un mutuo per l’acquisto di una casa sono il 37% del totale, circa l’8% meno del 2011, anche perché, in linea con il generale aumento dei tassi di interesse, la rata mensile ha subito un incremento del 3%, superando così i 700 euro medi su scala nazionale.
Sempre in tema di abitazioni, nel secondo semestre del 2012, sono diminuite anche le quotazioni medie nelle 12 città italiane più popolose, con l’unica eccezione di Verona, dove è stato riscontrato un lieve aumento.
Le quotazioni medie più elevate, superiori ai 3 mila euro per m/q, si registrano a Bologna, Roma e Firenze, seguite a breve distanza da Milano, mentre Palermo e Catania sono le città con le quotazioni più basse.
Il valore medio di un’abitazione compravenduta nel secondo semestre 2012 è stato di circa 167 mila euro. Valore che supera i 220 mila euro al Centro ed è inferiore ai 120 mila euro nelle Isole.
Decisamente negativo anche il volume delle compravendite degli immobili non residenziali. Nel IV trimestre del 2012, infatti, tutti i settori hanno fatto registrare cali rilevanti: quello maggiormente colpito è stato il terziario (-25,6% rispetto allo stesso periodo del 2011), seguito da commerciale (-23%) e produttivo (-17,1%). Calo che diventa vero e proprio crollo se consideriamo il trend degli ultimi 8 anni: dal 2004, il numero complessivo di scambi è diminuito del 58,3% nel terziario, del 56,3% nel settore commerciale e del 43,6% in quello produttivo.
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