Show di D’Alema da Crozza
«Noi con i socialisti europei. Momento difficile, Walter va aiutato
Cari amici,
Mi piace quando le “prime donne” della nostra politica si mostrano alla pubblica opinione in programmi satirici autonomi (per quel che possono esserlo in Italia).
Sono sollevato a leggere che D’ Alema non intende candidarsi alla guida del PD.
Infatti, ritengo che in Italia abbiamo bisogno di gente nuova e giovane.
D’ Alema, ormai, quello che poteva dare al nostro paese l’ ha dato, e la storia giudicherà il suo operato.
Ma oggi abbiamo tutti bisogno di salutari cambiamenti di idee e di personaggi.
In particolare, trovo che la cosiddetta “sinistra” abbia bisogno di idee “nuove” su cui ritrovarsi per far convergere i consensi che oggi sono inascoltati.
Per spiegarmi meglio, oggi in Italia (come in tutti i paesi occidentali), ha valore “soltanto” ciò che può tradursi in profitto finanziario.
Questa idea “balzana” e assurda sta guastando dal di dentro la convivenza sociale, e ci rende sempre più lontani e nemici.
Inoltre questa “teoria” non è vera!
Il valore che merita di essere perseguito è nella qualità della vita, nella cultura che si respira nelle nostre città, nella scuola e nella giustizia che funzioni, nell’ aria pura che respiriamo, nella buona acqua che esce dai nostri rubinetti.
Su questi punti di vista la sinistra, a mio giudizio, può trovare consenso politico da parte di tantissimi “residenti” che oggi sono succubi dei dominatori del mercato:
Gli amministratori di condominio, gli ipermercati, i venditori di risorse finanziarie rese scarse al fine di poterle “vendere” con gli interessi, i politici che impongono senza controlli efficienti il loro potere.
La sinistra può organizzarsi “intorno” a nuove realtà politiche ed economiche, al fine di poter gestire il potere in modo democratico, basandosi sulla diffusione di informazioni attendibili e verificabili, e non (come avviene tutti i giorni), su informazioni “vendute” in modo astuto da agenzie promosse da poteri politici e/o economici organizzati, al fine di “tener buona” la gente.
La Community AziendaCondomìnio è una di queste nuove realtà!
Corriere della sera
MILANO — «Un mio ruolo di guida nel Pd non è nell’ordine delle cose. Non è prevedibile, né ragionevole. E tantomeno si tratta di un’evoluzione che auspico. Ma se qualcuno pretende di mettermi zitto, questo no». Dopo la decisione di «impegnarsi di più nel partito» Massimo D’Alema sgombra il campo da dubbi riguardo alle sue ambizioni. Ma nello stesso tempo non nega la necessità di un «chiarimento». Domenica il presidente della Fondazione Italianieuropei è intervenuto a Milano a un convegno al circolo della Cultura. E poi, in serata, ha partecipato a Crozza Italia Live. Occasioni per parlare a tutto campo: dal rapporto con Di Pietro al posizionamento del Pd nel parlamento europeo. «Veltroni ha una responsabilità difficile e va aiutato — ha detto conciliante D’Alema davanti alle telecamere di La7 —. È necessario vedere insieme come fare. Il Pd è un grande progetto ma attraversiamo un momento difficile. Sarebbe assurdo ricondurre queste difficoltà ai complotti che farei io. Non ne avrei nemmeno le forze». Il presidente di Italianieuropei assicura di voler «dare una mano» e dice che «per quanto riguarda un nuovo leader — quando ce ne sarà bisogno — dovrà essere una persona di un’altra generazione».
L’«offerta di aiuto» di D’Alema è vista bene dal vicesegretario del Pd, Dario Franceschini: «Al partito serve che i giocatori non si facciano gli sgambetti tra di loro ma si passino la palla e sostengano il capitano. Che in questo momento si chiama Veltroni. D’Alema lo sa e sono certo che la sua è un’offerta di lavoro per il suo partito». Fuori dall’orticello del Pd, il presidente di Italianieuropei mette paletti riguardo al rapporto con Di Pietro: «Il Pd ha la forza sufficiente per trovare in sé una linea politica e un atteggiamento verso le istituzioni che ci rendano diversi dal movimento di Di Pietro». Mentre nel parlamento europeo il partito democratico dovrebbe «costituire uno schieramento riformista insieme con i socialisti». Più in dettaglio: «Il campo progressista è più ampio di quello socialista. Il nostro contributo può essere importante. Dobbiamo andare oltre i confini dell’internazionale socialista ma senza rompere».
La disponibilità a «dare una mano» non deve far pensare a un D’Alema buonista. Ce n’è per Romano Prodi: «La crisi Ue nasce anche dal suo allargamento frettoloso, non preceduto da una riforma delle istituzioni. Questo è stato un errore politico». E qualcuno nella platea milanese della Casa della cultura legge un riferimento a Veltroni e al suo acquisto di un appartamento a Manhattan quando D’Alema parla delle famiglie italiane «che oggi si muovono sul mercato immobiliare americano approfittando della crisi». Numerosi i riferimenti anche alla fase critica attraversata dal partito. «In 148 anni dall’unità d’italia la sinistra è andata al governo solo due volte, con lei e con Craxi…», ha fatto notare Crozza. Una realtà che — secondo D’Alema — ha a che fare con i limiti storici e culturali della sinistra oltre che con il blocco dell’alternanza durante la guerra fredda. Per finire, l’autocritica. «Quando ho sbagliato ho sempre pagato di tasca mia».
Rita Querzé
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