Monito che Genzano di Confedilizia lancia nei confronti di tutti i proprietari di casa in condominio in un comunicato diffuso in occasione dell’avvio dell’iter parlamentare del disegno di legge del Ministro Carfagna
Cari amici,
Riporto di seguito l’ articolo tratto dalla WebPage di Lucania News 24, il quale invita i condòmini a “non tollerare” le prostitute che, eventualmente, utilizzassero la propria abitazione per fini diciamo “professionali”.
Mi chiedo che iniziative potrebbero intraprendere i condòmini per liberarsi dal “bubbone” che inquina la nostra società e turba le nostre convinzioni morali.
I condòmini infastiditi potrebbero scrivere all’ amministratore, oppure denunciare il fatto alle autorità locali.
Ma se una legge autorizzasse di fatto la “libera professione meretrice” queste iniziative non darebbero risultati.
Una possibilità “teorica” da studiare, sarebbe di adeguare il regolamento di condomìnio, imponendo la regola che impedisca attività di libera prostituzione nel condomìnio.
Si potrebbe scrivere questa “aggiunta” magari subito dopo la regola che impedisce di tenere animali negli appartamenti (Regola diffusa in moltissimi regolamenti, e nella gran parte dei casi disattesa).
D’ altra parte, credo che le comunità residenziali che abitano i condomìni dovrebbero imparare a convivere con questo fenomeno, che, tra l’ altro, esiste fin dalle origini della storia umana.
Sono convinto che sia opportuno regolare con una legge il mercato della prostituzione, al fine di difendere le professioniste “oneste” che intendono esercitare garantendo prestazioni adeguate e riservatezza.
Inoltre, non è da sottovalutare l’ impatto che una legge ben fatta avrebbe nello sviluppo del PIL nazionale.
E’ bene ricordare che il volume di affari del mercato delle lucciole, in Italia, è paragonabile quasi a quello del turismo.
Non è una questione da poco!
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