Gentilissimi, Buon S. Natale 2017, …buon anno 2018!
Vi ringrazio tutti per la vostra fiducia e la vostra collaborazione.
Sono ormai degli anni che studio, e che cerco strade nuove che possano far evolvere il mercato che riguarda l’ organizzazione delle comunità residenziali che abitano in condominio.
Durante questa attività di ricerca, ho maturato la consapevolezza che non è possibile far evolvere il mercato di riferimento (la gestione del condominio), senza una cultura comune che possa costituire il punto di riferimento per i cosiddetti stakeholders.
Pertanto ho iniziato a studiare e condividere l’ economia relazionale; ossia il punto di riferimento teorico per le organizzazioni che la cultura economica classica definisce aziende di erogazione come il condominio (…anche se il termine “azienda di erogazione” non mi piace).
Il condominio non è solo un azienda, ma bensì un sistema politico
Ma il condominio non è solo un azienda, ma bensì anche un sistema politico; i problemi di gestione delle comunità non sono economici, ma essenzialmente politici, e dipendono da regole sbagliate.
Per quanto concerne il condomino, il punto della questione è che la figura nota con il termine “amministratore” assume in sè troppo potere, troppe responsabilità, e pertanto poca professionalità.
Il mestiere dell’ amministratore di condominio è compreso tra la figura del manager e quello dell’ assistente sociale; tra la figura del leader e quella dello psicologo; tra la figura dell’ avvocato e quella del conciliatore.
….ho visto amministratori lavorare per un compenso di € 450,00 all’ anno; condomini che mi rinfacciavano il mio compenso troppo alto, agitando il rendiconto di un condominio vicino, il cui amministratore lavorava per € 500 all’ anno.
Conosco consiglieri desiderosi di organizzarsi per far crescere le proprie comunità residenziali, che però non sanno imparare delle procedure diverse da quelle imposte da un sistema immutato da 70 anni, …. tanto che persino molte delle novità introdotte dalla legge 220/2012 sono ancora sostanzialmente inapplicate.
Io quando ho iniziato questa attività ero da solo.
Oggi, dopo diversi anni, ho sistematizzato ciò che intendo fare, e sono arrivato a cercare di organizzare un progetto pilota.
Sto cercando almeno due condomìni che vogliano costituire un consorzio di condominio.
Vi è da scrivere anche che, dopo 10 anni di lavoro, ancora non ho conseguito ciò che il mercato definisce “successo”.
Di questo mi sono reso conto l’ ennesima volta giusto il mese scorso, poichè ho avuto uno scambio di messaggi su facebook con un professionista che non esito a definire “opinion leader”, ossia un soggetto che scrive, pensa, fa conferenze, …è ascoltato tra i gli addetti ai lavori.
Scambio di messaggi su facebook
Opinion Leader: Parole sante. Se davvero riuscissimo a tirarci fuori dai perversi giochi di potere delle lobby…….. ci invaderebbero con gli eserciti, da sempre a servizio delle lobby….. Se non dovessi prendermi cura di 5 figli , forse, potrei fare l’eroe e combattere il sistema. Ad oggi non posso fare altro che cercare di non farmi schiacciare da esso.
Antonio Azzaretto: Per cambiare società è necessario che lo stato valorizzi l’economia relazionale. Spero di riuscire a far capire queste idee a livello di condominio. L’ evoluzione politica la faranno i miei figli.
Opinion Leader: E da quando i governi valorizzano quel che rende i popoli più’ forti e le oligarchie più’ deboli?
Antonio Azzaretto: Il governo nel condominio lo facciamo noi amministratori. I condomini consapevoli possono diventare cittadini consapevoli.
Opinion Leader: Tu ci provi da almeno 15 anni, ovvero da quando ti conosco. Cosa non ha funzionato?
Antonio Azzaretto: Il problema è che la gente pensa in maniera ipocrita dal punto di vista del proprio interesse personale. Si cambia idea solo quando si é costretti. E quel momento sta arrivando.
Opinion Leader: Generalmente, il momento di cui parli e’ il punto di esasperazione. A quel punto le azioni non sono ponderate ed il pensiero non è’ lucido. Improbabile un miglioramento.
….pertanto a suo giudizio è improbabile un miglioramento.
A che ora comincia la rivoluzione?
Forse è vero, ma il mio motto nella vita è “…da quì alla luna c’ è solo da trovare le scale”, e finora sono riuscito a fare tutto quello che volevo, … pertanto la domanda rimane quella che mi sono posto quando ho iniziato a lavorare: A che ora comincia la rivoluzione?
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Per finire questo messaggio di fine anno, voglio promuovere per quello che mi è possibile l’ intervista che Alberto Bagnai ha rilasciato recentemente su Byo Blu.
Vi consiglio di guardare il video che segue con intenso interesse e dall’ inizio alla fine, perchè il prof. Bagnai in Italia è un punto di riferimento; lui, come me, vuole cambiare il sistema che è oggetto del suo studio, ed anche lui dopo anni di studio ancora non è riuscito a fare nulla perchè è da solo, e perchè il sistema politico che comanda ha le spalle grosse.
Ma lui resiste e continua nella sua battaglia; …ed io nel mio piccolo non trovo motivi per tirarmi indietro.
Pertanto buon S. Natale 2017, …buon anno 2018, … e buona visione:
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