Un anno e sei mesi per Sergio De Candia che intascava i soldi delle rate senza pagare le bollette. E su di lui c’è una terza inchiesta della Procura
Bologna, 1 dicembre 2012 – Condanna bis per l’amministratore ‘infedele’ di condominio Sergio De Candia, il geometra bolognese di 55 anni il cui nome fu il primo che divenne ‘famoso’ sotto le Due torri per aver truffato interi palazzi intascandosi i soldi dei residenti senza pagare bollette e altre spese. Dopo il suo, portato a galla dalla Federconsumatori, emersero una lunga sfilza di casi di altri professionisti infedeli, tra cui i piu’ noti sono stati Massimo Mucedero, Maurizio Tozzi e Rodolfo Nadalini.
Per De Candia, dopo la condanna a un anno e quattro mesi nel maggio del 2011, mercoledi’ ne e’ arrivata un’altra: un patteggiamento a un anno e sei mesi (piu’ una multa di 333 euro), per appropriazione indebita aggravata, su cui il giudice monocratico Sandro Pecorella ha dato il suo benestare. Una condanna severa, visto che non prevede la sospensione condizionale della pena, ma che lascia con l’amaro in bocca le parti offese, 17 condomini per centinaia di famiglie a cui ha sottratto quasi 677.000 euro tra il 2007 e il 2009, che hanno appreso del patteggiamento nel giorno in cui si sarebbe dovuto aprire il processo.
Amaro in bocca perche’, non svolgendosi il processo, non si sono potute costituire parti civili e il giudice non ha potuto stabilire per loro risarcimenti o provvisionali: occorrera’ fare tutto in sede civile. Il patteggiamento e’ frutto dell’accordo tra l’avvocato di De Candia, Maria Cristina Errede, e il pm Enrico Cieri, titolare di questo fascicolo bis su De Candia. Alle parti offese, i residenti di 17 condomini (otto dei quali assistiti dall’avvocato Alessandro Murru), sono state rimborsate solo le spese legali.
C’e’ da dire che anche le vittime del precedente processo, nonostante le provvisionali stabilite dal giudice, sono ancora a bocca asciutta: De Candia, infatti, non ha ancora sborsato un euro dei 67.000 decisi dal giudice Aldo Resta come provvisionale per un maxi condominio formato da tre civici di via della Barca (piu’ 500 euro di danno ‘morale’ per ciascuna famiglia). L’ex amministratore, infatti, non ha ancora pagato nulla e questo non l’ha nemmeno portato in carcere come avrebbe dovuto: il giudice Resta aveva infatti concesso la sospensione della pena solo a patto che De Candia pagasse, entro un anno dalla sentenza, la provvisionale alle vittime. Ma la sentenza e’ stata impugnata dall’avvocato Errede (l’appello non e’ ancora stato fissato) e quindi questo fa slittare tutto.
In questi anni, De Candia ha sempre sostenuto di non avere soldi per pagare e sul suo unico immobile di proprieta’ pende da tempo un sequestro ai fini conservativi disposto dal Tribunale civile. Questo secondo processo conclusosi mercoledi’ non chiude pero’ i conti di De Candia con la giustizia: su di lui c’e’ infatti una terza inchiesta della Procura, nata da altre e successive denunce di cittadini che lo hanno avuto come amministratore, che prima o poi arrivera’ in aula. “Un’ulteriore condanna potrebbe fargli rischiare seriamente il carcere – dice l’avvocato Murru – confidiamo che a quel punto si decida a pagare e risarcire il danno alle vittime”.
I 17 condomini parti offese in questo procedimento sono sparsi un po’ per tutta Bologna: si va da via Saragozza a via Emilia Ponente, da via XXI Aprile a via Vallescura, da via Zampieri a via Negrelli, fino alle centralissime via Petroni, piazza San Domenico e via Fondazza. Tra gli importi piu’ elevati ci sono i 100.000 euro sottratti agli abitanti di un palazzo in via Vallescura e gli oltre 111.000 spariti da due civici di via Sabotino. L’avvocato Murru, che fa parte del pool di legali della Federconsumatori specializzati sui casi di amministratori truffaldini, assisteva otto condomini per un totale di 200 famiglie.
Il ‘copione’ della truffa, anche in questa vicenda, era sempre lo stesso: De Candia si intascava i soldi delle rate condominiali e, all’insaputa dei residenti, non pagava le bollette, i fornitori e gli altri lavori del condominio. Gli sono contestati, poi, anche “prelievi indebiti” dal conti condominiali e il fatto di non aver presentato il rendiconto ne’ restituito la documentazione relativa ad alcuni condomini. I raggiri di De Candia vennero per la prima volta a galla quando, nell’ottobre del 2006, nell’atrio di due palazzi di via della Barca comparve un perentorio avviso di Hera in cui la societa’ intimiva di versare il denaro arretrato per le bollette, pena l’immediata sospensione del servizio. I residenti, sempre puntuali nei pagamenti, caddero dalle nuvole: De Candia, che prima parlo’ di un errore di Hera e poi tento’ di dare la colpa all’amministratore precedente, venne poi sfiduciato e sostituito nel marzo 2007. La sua vicenda approdo’ sulla stampa nel 2009, dopo che Federconsumatori raccolse una marea di denunce a suo carico e dopo la prima citazione a giudizio emessa dalla Procura. Da quel momento in poi, tante altre famiglie hanno fatto denuncia, tanto che si e’ sviluppata una seconda inchiesta (e ora ce n’e’ anche una terza).
Per quanto riguarda gli altri casi bolognesi noti di amministratori ‘infedeli’, anche per Alessandro Sandoni (che amministrava condomini dell’hinterland, da San Lazzaro a Casalecchio di Reno) nei giorni scorsi e’ arrivata una seconda condanna (tre mesi patteggiati in continuazione con il precedente patteggiamento del 2010, pena sospesa) sempre per appropriazione indebita: gli importi sono pero’ inferiori a quelli di De Candia e, quel che piu’ conta, Sandoni ha in parte risarcito i cittadini che ha truffato, spiega Murru. Infine, questo lo stato dell’arte di altri due casi ‘famosi’: per Tozzi il processo si aprira’ alla fine del 2013, mentre per Mucedero (che per un certo periodo si fece di nebbia dopo aver prosciugato i conti di alcuni condomini) e’ stato fissato al 2014. Non c’e’ ancora la data, invece, per Nadalini, citato a processo dal pm Giuseppe Di Giorgio.
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna … anna.shtml
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