Quando un convoglio è in cammino, l’ avanguardia conta molto di più dei generali che si imboscano in mezzo alle loro truppe.
La Storia si biforca solo quando esseri avventurosi, preoccupati della salvaguardia della propria libertà e della difesa dei propri valori, fanno avanzare – generalmente con loro grandissima disgrazia – la causa degli uomini.
Nell’ Ordine mercantile, questa avanguardia è stata finora composta, come abbiamo visto, da quella che ho chiamato la “classe creativa”: Imprenditori, inventori, artisti, finanzieri, dirigenti politici.
In avvenire, una parte di questa classe, che riunisce gli individui particolarmente sensibili a questa storia del futuro, comprenderà che la loro felicità dipende da quella degli altri; che la specie umana potrà sopravvivere solo stando unita e in pace.
Smetteranno di appartenere alla classe creativa mercantile, e rifiuteranno di porsi al servizio dei pirati.
Diventeranno come dice Paulo Coelho “Guerrieri della luce”.
Altruisti, interessati alla storia del futuro, coscienti che la sorte dei contemporanei e dei discendenti li riguarda personalmente, preoccupati di dare aiuto, di comprendere, di lasciare dopo di loro un mondo migliore, i Guerrieri della luce non si accontenteranno nè dell’ egoismo degli ipernomadi, nè del desiderio di distruggere i pirati.
Non crederanno di essere i proprietari del mondo, ma ammetteranno di averne soltanto l’ usufrutto.
Saranno pronti a mettere in pratica le virtù del sedentario (vigilanza, ospitalità, senso del lungo termine) e quelle del nomade (caparbietà, memoria, intuizione).
Si sentiranno allo stesso tempo cittadini del mondo e membri di diverse comunità.
La loro nazionalità sarà quella delle lingue che parleranno, e non più soltanto quella dei paesi in cui abiteranno.
Per loro, la ribellione contro l’ ineluttabile sarà la regola, l’ insolenza dell’ ottimismo sarà la morale, la solidarietà servirà da ambizione.
Troveranno la propria felicità nella gioia di procurare gioia, in particolare ai bambini di cui saranno responsabili.
Impareranno di nuovo che trasmettere è l’ elemento distintivo dell’ uomo.
Le donne avranno meno difficoltà degli uomini ad essere Guerrieri della Luce: provare gioia nel procurare gioia è una caratteristica propria della maternità.
La progressiva ascesa delle donne in tutte le dimensioni dell’ economia e della società, in particolare nella microfinanza, moltiplicherà i Guerrieri della Luce.
Tra i Guerrieri della Luce di oggi potremmo citare sia Melinda Gates, sia madre Teresa.
Tra loro, miliardari che hanno rimesso la parte più consistente della propria fortuna ad una fondazione, innovatori sociali, professori, creatori, religiosi o, semplicemente, persone di buona volontà.
Persone per le quali gli altri sono un valore in sè.
Mentre nel mondo della penuria, cioè nel mercato, l’ altro è un rivale (il nemico che arriva a contenderti i beni scarsi, colui contro il quale si costruisce la libertà e con cui non bisogna condividere nessun sapere), per il Guerriero della Luce l’ altro sarà prima di tutto il testimone della propria esistenza, il mezzo per verificare di non essere solo.
L’ altro gli permetterà di parlare, di trasmettere, di mostrarsi generoso, amorevole, di superarsi, di creare più di quanto abbia bisogno e più di quanto si ritenga capace di fare.
L’ altro gli consentirà di comprendere che l’ amore per gli altri, e quindi per se stesso, è la condizione per la sopravvivenza dell’ umanità.
I Guerrieri della Luce metteranno in piedi, accanto all’ economia di mercato in cui ciascuno si misura all’ altro, un’ economia dell’ altruismo, della disponibilità gratuita, del dono reciproco, del servizio pubblico, dell’ interesse generale.
Questa economia, che definisco “relazionale”, non obbedirà alle leggi della scarsità: dare conoscenza non ne priva colui che ne fa dono.
Consentirà di produrre e di scambiare servizi davvero gratuiti – di distrazione, di salute, di istruzione, di relazione, etc… – che ognuno riterrà offrire all’ altro, e di produrre senza altra remunerazione che la considerazione, la riconoscenza, la festa.
Servizi non scarsi, perchè più si dona, più si riceve.
E più si dona, più si hanno il desiderio e i mezzi per donare.
Lavorare diventerà, anche nell’ economia relazionare, un piacere privo di obblighi.
Si potrà così sperare nel rafforzamento degli Stati, nella collettivizzazione delle spese sociali, nel miglioramento delle capacità degli eserciti, nella migliore regolamentazione del diritto di proprietà, nell’ allargamento ai più poveri dei prodotti nati per il mercato, dall’ abbigliamento agli alloggi, dai prodotti alimentari al telefono, dal credito alle assicurazioni.
I Guerrieri della luce formeranno una nuova classe creativa, portatrice di innovazioni sociali e artistiche, e non più soltanto commerciali.
I Guerrieri della luce metteranno a punto gli strumenti per la propria azione: così come i promotori del mercato erano imprese industriali, beneficiarie di risorse scarse, i Guerrieri della luce promuoveranno “imprese relazionali”, beneficiarie di risorse per la maggior parte illimitate.
La loro finalità sarà quella di migliorare le sorti del mondo, occupandosi dei problemi che il mercato non potrà risolvere, controbilanciando la globalizzazione del mercato con quella della democrazia.
In queste imprese, il profitto sarà un obbligo necessario alla sopravvivenza, non una finalità.
I partiti politici, i sindacati (Gli Enti Condomìnio n.d.r.), sono le prime aziende relazionali.
La Croce Rossa, Medici senza Frontiere, Care, Greenpeace, WWF e soprattutto molte altre ONG create nel sud del mondo che hanno fatto seguito.
Queste imprese relazionali giocano già, ai margini del capitalismo, il ruolo che i mercanti di Bruges e di Venezia rivestivano ai margini del feudalesimo.
Tra loro ci saranno presto ogni sorta di istituzioni indipendenti (come la Community AziendaCondomìnio n.d.r.), che adempiranno a missioni civiche, mediche, ecologiche o sociali, ONG, intermediari di negoziazioni diplomatiche, club sportivi amatoriali, luoghi o siti di incontro gratuiti o di cooperazione.
La maggior parte di queste imprese relazionali verrà creata al sud da persone che prenderanno in mano la propria situazione senza più aspettare niente da nessuno.
Una delle categorie più importanti di imprese relazionali sarà costituita dalle istituzioni di microfinanza, attori sempre più protagonisti del mercato, della democrazia e della relazione.
La produzione delle aziende relazionali, valutata in termini commerciali, rappresenta fin da ora circa il 10 per cento del PIL mondiale, e la loro quota è in fortissima crescita.
Hanno già creato dei concetti che annunciano i valori dell’ avvenire: il diritto di ingerenza, il diritto all’ infanzia, il diritto alla dignità.
Sono anche all’ origine della maggior parte delle recenti istituzioni internazionali: Il Fondo per l’ AIDS, il Tribunale Penale internazionale, il Fondo Mondiale per l’ Ambiente.
Grazie a queste aziende di tipo particolare, si comincia a parlare di “”Comunità internazionale” (per non parlare ancora di “Governo Mondiale”), e di tutela della natura (per non parlare ancora di “Bene Comune).
Faranno la loro comparsa nuove aziende relazionali, in particolare per la gestione delle città, nel settore dell’ istruzione, della sanità, della lotta contro la povertà, della gestione dell’ Ambiente, della tutela della donna, del commercio equo, dell’ alimentazione equilibrata, della valorizzazione della gratuità, del reinserimento sociale, della lotta contro la droga.
Queste nuove aziende sociali si sostituiranno ad imprese private e a servizi pubblici, si faranno carico della prevenzione delle malattie, del reinserimento degli emarginati, dell’ organizzazione dell’ accesso dei più deboli ai beni essenziali, in particolare all’ istruzione e alla risoluzione dei conflitti.
E si svilupperà una nuova attitudine nei confronti del lavoro, consistente nel provare gioia nel dare: far sorridere, trasmettere, soccorrere, consolare.
Insieme, queste aziende sociali e relazionali costituiranno una nuova economia, oggi marginale quanto lo era il capitalismo all’ inizio del XII secolo, ma altrettanto premonitrice dell’ avvenire.
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