Col trucco del 3% la Germania fa lo "strozzino" dell’Italia
INT. Claudio Borghi Aquilini
Nel 2012, secondo l’Eurostat, il rapporto deficit/Pil del nostro Paese si è fermato “solo” al 3%. Sembra una bella notizia.
3%, secondo i parametri di Maastricht, è il limite massimo e, se manterremo la rotta, l’Ue potrebbe decidere di chiudere la procedura d’infrazione per aver sforato in passato.
Dovremmo farcela, dato che, per il 2013, il rapporto è previsto al 2,9%. A dire il vero, non è una bella notizia. E’ una catastrofe. Dovrebbe esserlo, per lo meno.
Claudio Borghi Aquilini, professore di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università Cattolica di Milano ci spiega perché.
E’ stata data una certa enfasi ai risultati raggiunti.
L’enfasi conferita a questo risultato è del tutto incomprensibile. Si ricorderà, infatti, che a seguito della famigerata lettera della Bce dell’agosto 2011 avevamo sottoscritto il Fiscal compact e inserito la regola d’oro del pareggio di bilancio in Costituzione, mentre il governo Monti si era impegnato a raggiungerlo entro il 2013.
Anzi, aveva stimato e previsto che, per allora, ce l’avremmo fatta. Ma “pareggio” significa che il rapporto deficit/Pil dev’essere pari a zero o poco più. Il 3% rappresenta una fallimento totale.
Pure il debito è cresciuto.
Appunto. Ma ci rendiamo conto? Abbiamo passato due anni di psicodrammi, individuando nell’anticipo del pareggio di bilancio l’unica via di salvezza, mentre il Fiscal compact ci imponeva di rientrare, entro 20 anni, sotto la soglia del 60% rispetto al rapporto debito/Pil; tale impegno lo avevamo assunto quando il rapporto era 120%.
Avendo, allora, un debito di circa 2mila miliardi di euro, l’operazione avrebbe comportato una manovra da 50 miliardi all’anno (ovvero mille miliardi un 20 anni). Il rapporto debito/Pil sarebbe dovuto diminuire di circa il 3 4% l’anno.
Ebbene, siamo passati dal 120% al 127%, quando, secondo gli impegni presi, saremmo dovuti essere al 116%. E abbiamo pure il coraggio di dire che andiamo bene.
All’epoca, sembrava che se non avessimo raggiunto certi risultati sarebbe venuto giù il mondo. Oggi quei risultati non li abbiamo raggiunti, ma il mondo non è venuto giù…
Sarebbe potuto venire giù il mondo se la Bce non avesse garantito il nostro debito.
O, meglio, sarebbe iniziato un mondo migliore. Senza più il supporto della Banca centrale, non ci sarebbe rimasta alternativa all’uscita euro. Invece, per farci persistere in questa condizione di limbo, continuano a inventarsi balle gigantesche sui numeri, salvo poi rinnegarli e far passare come successo un insuccesso clamoroso.
Chi?
Anzitutto, la Germania attraverso il console Mario Monti e i Paesi del nord considerati virtuosi nonostante nessuno di essi sia riuscito, in questi anni, a ridurre il rapporto debito/Pil, (e nonostante la Germania sia stato il primo Paese, dall’entrata nell’euro, a sforare i parametri di Maastricht).
Perché la Germania dovrebbe imporci misure di austerità?
La Germania deve cercare per quanto possibile di spremere soldi alla periferia. Il Paese, dall’inizio dell’euro, ha iniziato ad accumulare surplus commerciale. La moneta unica ha congelato il suo vantaggio competitivo iniziale, consentendo di non dover rivalutare, e impendendo agli altri paesi di svalutare.
Tale surplus è stato depositato nelle banche, e reinvestito prestando denaro agli altri paesi (alla Spagna, per esempio, per fare la bolla immobiliare); quando, poi, ha iniziato a ritirare i propri soldi, nei paesi debitori si sono determinati dei buchi finanziari.
E la Germania ha iniziato ad agire come qualunque strozzino: tasse alte, austerità e patrimoniali sono misure volte a impedire ai debitori di spendere i propri soldi invece che ripagare i debiti.
http://www.ilsussidiario.net/News/Econo … ia/386357/
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