Cei: “In arrivo nuovi assetti politici”
“Senza il Sud l’Italia è più povera”
Appello di monsignor Miglio a favore dell’unità del Paese
in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario
Cari amici,
La CEI auspica e prevede nuovi assetti politici per il nostro paese, e noi ci associamo volentieri a questa speranza!
L’ ultima fortunata enciclica del Papa sta iniziando a portare i suoi frutti, e spero con tutto il cuore che presto si inizieranno a vedere dei segnali di cambiamento.
Nei prossimi mesi prevedo che si vedranno concretamente i primi effetti della crisi economica, in quanto le imprese che nei mesi scorsi hanno subìto una contrazione sensibile nel fatturato, ora vedranno una contrazione delle risorse finanziarie disponibili, e allora inizieranno i licenziamenti e i mancati pagamenti delle fatture in sospeso, i quali trasmetteranno a loro volta i loro effetti negativi sui portafogli delle imprese creditrici.
Tutto ciò è in evidente contrasto con le dichiarazioni “illuminate” dei nostri politicanti, ma purtroppo la dura realtà si scontrerà con le illusioni di chi ci governa.
Ma chi ci governa? Non credo che saremo in grado di risollevarci fino a che non ci saranno persone capaci di infondere speranza e fiducia per il futuro.
Davvero vogliano riporre le nostre speranze su Beppe Grillo?
Se non c’ è niente di meglio ben venga lui, ma non basta!
Le insofferenze politiche di Fini, ad esempio, spero che si trasformino presto in iniziative concrete che diano possibilità di nuove scelte.
E noi cittadini queste nuove scelte le vogliamo fare!
Vogliamo un sistema politico che ci consenta di scegliere direttamente le persone che poi diventeranno i nostri rappresentanti!
Vogliamo un Italia solidale, che sappia costruire un bene comune che possa essere condiviso e trasmesso ai nostri figli!
Siamo stanchi di sognare invano!
Uniamoci per scegliere il meglio per noi.
La Repubblica
ASSISI – “Stiamo attraversando una crisi dai molteplici risvolti” dai quali emergeranno “nuovi assetti e inedite prospettive che matureranno in questi mesi e in questi anni”. E’ quanto ha detto questo pomeriggio monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, intervenendo al seminario nazionale su Carità, Verità, Sviluppo integrale, organizzato in questi giorni ad Assisi dal network di associazioni cattoliche “Retinopera”, sulla scorta della terza enciclica del Papa, “Caritas in Veritate”.
In questo frangente, ha aggiunto il prelato, sul versante della carità, della verità e dello sviluppo integrale “i cattolici sono chiamati a intervenire con particolare urgenza”. C’è la necessità, ha aggiunto, di sviluppare lo “statuto di cittadinanza” del cristianesimo “nella vita e nella cultura contemporanea”, grazie a “uomini retti” che provengono dal “vasto e complesso mondo cattolico”, il cui “contributo” è “importante e atteso per il bene comune nel passaggio significativo e incerto di questi anni”.
“Non spetta alla Chiesa prospettare soluzioni tecniche per la politica degli Stati, ma le compete un irrinunciabile dovere di annuncio, testimonianza e presenza”, ha aggiunto il segretario generale della Cei.
“Non ci è concesso oggi semplicemente un ‘di più di etica’, un qualche discorso morale”, ha proseguito monsignor Crociata, secondo cui “siamo invece spronati a sviluppare, in dialogo con tutte le persone di buona volontà, una nuova e approfondita riflessione sul senso e sui fini dell’economia e della stessa vita sociale”, a partire dalla consapevolezza – come scrive Benedetto XVI – che “la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica” e che “ogni riflessione culturale diventa feconda se ha il coraggio di mettere in campo e di confrontarsi con la totalità dell’umano”.
Altro autorevole intervento sulla politica italiana arriva oggi da monsignor Arrigo Miglio, presidente della Commissione sociale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, che ha lanciato una sorta di appello a favore dell’unità del Paese, riferendosi alle celebrazioni dei 150 dell’Unità d’Italia.
“Noi siamo molto convinti delle ricchezze del valore delle ragioni del sud – ha detto mons. Miglio – della cultura del Sud, dal punto di vista ecclesiale, umano, culturale, un’Italia separata in qualsiasi modo dalle regioni del Sud è un’Italia più povera e quindi è necessario lavorare perché il Paese resti unito pur nelle articolazioni federali entro la della Costituzione. Vogliamo lavorare perché il Paese non si impoverisca”.
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