Nel villaggio c’ era una grande botte piena d’acqua.
Si stava organizzando
una grande festa e ognuno doveva
contribuire versando una bottiglia di vino
in una botte gigantesca.
Quando iniziò il banchetto, dalla botte
uscì soltanto acqua.
Uno degli abitanti del villaggio
aveva avuto quest’ idea:
“Se verserò una bottiglia d’ acqua
in questa botte così enorme,
nessuno se ne accorgerà”.
Ma non aveva pensato che tutti gli altri
avrebbero avuto la stessa idea.
Economia relazionale – La botte di vino piena d’acqua
L’ economia relazionale studia le materie economiche dal punto di vista dello scambio di valore umano, della solidarietà e della condivisione. – la botte di vino piena d’acqua
Si differenzia dall’ economia “classica” perchè non considera preminente lo scambio di valore monetario.
In particolare si occupa di valorizzare le comunità residenziali, le quali oggi sono escluse dall’ economia “classica”, poiché la produzione delle aziende relazionali non rientra nei calcoli che formano il PIL (Prodotto Interno Lordo).
Zinker scrive……… – economia relazionale
“Se l’ uomo della strada fosse alla ricerca del proprio io, quali pensieri-guida troverebbe per cambiare la propria esistenza?
Forse scoprirebbe che il suo cervello non è ancora morto, che il suo corpo non è ancora inaridito e che, in qualunque situazione si trovi, è ancora l’ artefice del proprio destino.
Può cambiare questo destino prendendo la decisione di cambiare seriamente se stesso, combattendo le sue meschine resistenze al cambiamento e la paura.
Imparando a conoscere meglio la propria mente, provando a comportarsi in modo da soddisfare i suoi veri bisogni, può compiere atti concreti anzichè limitarsi a vagheggiarli”…..
A proposito della cultura borghese…
“Come può Hannah Arendt separare con un filtro ciò che ammira nella cultura borghese – il costituzionalismo, l’ affermazione dei diritti umani fondamentali, l’ uguaglianza di fronte alla legge, l’ insistenza su una sfera privata della vita umana estranea al politico, la tolleranza religiosa…
E condannare nello stesso tempo ciò con cui è in disaccordo – il secolarismo, l’ assunzione cinica della pervasività dell’ interesse privato, l’ influenza corruttiva del denaro sui valori umani, le tendenze depoliticizzanti e la minaccia che esse pongono per la tradizione e il senso di appartenenza?”
Alla fine si scoprì che il signoraggio, lo male dello monno, era davvero lo male dello monno.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.