Laghi scomparsi, foreste a rischio: Così è cambiato il volto dell’Africa
Un atlante pubblicato dall’Onu testimonia la devastante azione dell’uomo nel continente. In centinaia di foto e immagini satellitari a confronto l’ambiente di oggi e di 30 anni fa
Cari amici,
Vi lascio questo articolo tratto oggi dalla webpage di Repubblica, che è complementare con i temi politici ed economici che abbiamo trattato finora.
Il modello economico che stiamo utilizzando ormai da decenni è diventato una macchina ingestibile e ingombrante che produce devastazione ambientale e ingiustizia sociale.
Tutti noi siamo in parte responsabili del “sistema”, perchè tutti siamo “liberi” di dare valore a ciò che riteniamo “il meglio” per noi.
Possiamo scegliere cosa comprare e cosa non comprare.
Possiamo anche scegliere di impiegare le nostre risorse per sostenere stili di vita che producano un ambiente pulito e dei sistemi sociali equi e giusti.
Se non lo facciamo, il risultato sarà quello che sempre più spesso ci viene descritto fin nei particolari:
Inquinamento, devastazione ambientale, corruzione, ingiustizie sociali, esagerate speculazioni che portano ricchezza improduttiva e impieghi in beni inutili sponsorizzati da pubblicità invasiva e pervicace.
I nostri figli da grandi ci malediranno se non troveremo soluzioni adatte a lasciargli un mondo vivibile.
La Repubblica
ROMA – Ghiacciai in Uganda che si restringono a ritmi galoppanti. La foresta pluviale del Congo fagocitata da reti stradali sempre più estese. Città come Dakar, che nel giro di qualche decennio hanno raggiunto dimensioni da metropoli occidentale, che mandano in frantumi equilibri millenari: le prove di come l’azione umana ha cambiato il volto dell’Africa negli ultimi decenni sono raccolte in un atlante pubblicato dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
Quattrocento pagine e centinaia di foto e immagini satellitari che mettono a confronto il paesaggio come appariva negli ultimi 30 anni e com’è diventato oggi. Confronto impietoso, che testimonia il devastante impatto dell’uomo sul continente dal punto di vista ambientale. Sviluppo economico ma anche conflitti infiniti, siccità e mutamenti climatici sono tutti, a diverso titolo, responsabili del degrado.
L’accostamento del prima e dopo nelle immagini presentate dalle Nazioni Unite non lascia spazio a equivoci e spinge l’Onu a invocare un’azione immediata per fare marcia indietro. E’ ancora possibile: nei rari casi in cui si è cercato di mettere riparo i risultati ci sono stati. Un esempio? In Niger, nella regione Tahouhah, dove gli alberi nel corso degli anni sono stati ripiantati e accuditi con cura, la natura è tornata a respirare.
Ma i campanelli d’allarme sono molti: dagli spettacolari ghiacciai del Kilimangiaro che nel 2020 potrebbero scomparire, alla deforestazione selvaggia e alla biodiversità a fortissimo rischio in almeno trenta Paesi del continente. Il monito dell’agenzia internazionale è netto: l’Africa perde oltre quattro milioni di ettari di foreste l’anno, il doppio rispetto alla media mondiale. Erosione e uso di prodotti chimici hanno degradato il 65 per cento le terre arabili. In più, la popolazione in continua crescita costituisce una nuova, crescente minaccia per l’ambiente.
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