Aborto, polemiche sulla pillola Ru486
Cari amici,
In Italia le polemiche su questo argomento sono infinite!
Anni di battaglie culturali e politiche non sono bastati per comporre le differenze culturali tra chi ritiene che il diritto alla vita incominci al momento del concepimento, dopo tre mesi, oppure al momento del parto.
Perchè di questo di parla, anche se pochi hanno il coraggio di dirlo con chiarezza: Quando la vita può chiamarsi “vita”?
E il caso Eluana ci insegna che esiste anche un altra domanda direttamente collegata a questa: “Quando la vita cessa di essere “vita”?
Io non ho alcuna competenza per dare risposte a queste domande fondamentali, ma è certo che tutta la società è coinvolta ed è giusto cercare degli orientamenti.
Mi dispiace quando questi argomenti sono condizionati dalle proprie convinzioni politiche e/o religiose, ma d’ altra parte sono consapevole che questioni così scottanti riguardano per forza sia la politica sia la religione.
A proposito della pillola Ru486, ciò che spaventa la società è la facilità di utilizzo.
Una donna, potenzialmente, può abortire a casa sua, in modo “privato”, e ciò diminuisce fortemente il potere di controllo sulla libertà di abortire.
D’ altra parte anche il potere di uccidere e di uccidersi è privato e incontrollabile.
L’ uomo, da solo, è una cellula “libera”, e se non si sente “parte” di niente è possibile che assuma comportamenti pericolosi per se stesso e per gli altri.
Il cosiddetto “diritto” all’ aborto, a mio giudizio è strettamente collegato alla voglia di indipendenza assoluta, alla necessità di essere “liberi” di fare tutto ciò che si vuole, anche di aspirare a “possedere” tutto ciò che nel bene o nel male si ha il “potere” di comprare.
Una condanna che ci lega alla terra, che la Chiesa chiama “peccato originale”, e che si può scontare solo imparando a vivere “per” qualcosa o “per” qualcuno, così da avere la possibilità di spendere la vita bruciando ogni attimo per amore.
Solo al prezzo di questa dolorosa “redenzione” si ha la possibilità di riconoscere gli altri per ciò che sono, e non per ciò che ci possono dare!
Corriere della sera
«La prossima somministrazione della pillola Ru486 in Italia impone a tutti il dovere di informare correttamente le donne italiane che intenderanno farne uso». Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, interviene nel dibattito sull’utilizzazione di questa pillola abortiva anche in Italia, ipotesi che è stata duramente criticata dal cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del dicastero vaticano per la pastorale sanitaria.
Il ministro Meloni ha sottolineato che si tratta «di un farmaco potenzialmente pericoloso per la loro salute (delle donne, ndr), la cui vendita è stata autorizzata dall’agenzia farmaceutica in virtù di un accettabile rapporto costi-benefici purché il suo impiego sia coerente con la legge 194 e purché sia previsto esclusivamente in ambito ospedaliero. Ciò vuol dire che si è ritenuto questo farmaco non più pericoloso della tecnica normalmente usata per gli aborti, ma sempre di aborto si tratta».
Sulla stessa linea la deputata del Pdl, Isabella Bertolini, che parla di «kill pill» e ricorda che «chi ha a cuore davvero la salute delle donne italiane non può che essere contrario all’introduzione della Ru486».
Intanto Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, ha annunciato che entro il 19 dicembre il consiglio di amministrazione dell’Agenzia esaminerà la questione Ru486. Dall’incontro potrebbe uscire il via libera al farmaco, la cui somministrazione è previsto che avvenga in ospedale. Il Governo, ha chiarito Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, non può impedire l’introduzione della pillola, che – ricorda Roccella – è stata autorizzata dal comitato tecnico scientifico dell’Aifa durante il Governo Prodi.
«Siamo delusi dall’incomprensibile inerzia del governo nei confronti della Ru486. Dopo sette mesi non solo l’esecutivo non è stato in grado di impedire l’introduzione della pillola abortiva ma anche la sospensione delle linee guida sulla legge 40 e i nuovi regolamenti per una più corretta applicazione della 194 sono rimasti lettera morta» ha commentato il deputato Udc Luca Volontè.
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