I TG RAI ‘BOCCIATI’ PER TROPPA POLITICA, PEGGIORI IN UE
la “bocciatura” arriva dalla ricerca dal tema ‘Politica e giornalismo nei telegiornali Rai’ condotta dall’Osservatorio di Pavia.
Cari amici,
Di seguito riporto un articolo tratto dalla WebPage di AGI News, il quale ci ricorda che i nostri telegiornali sono “invasi” dalla politica.
Sono d’ accordo!
Per ciò che mi riguarda, sono ormai molti mesi che non accendo il televisore, eccetto per taluni programmi di satira e talaltri format di informazione che ritengo intelligente.
I telegiornali mi annoiano!
Noto molti faccioni che cercano di “primeggiare” nell’ arte della “tuttologia”, e piatte notizie a “risposta unica”, che servono a far indignare la gente in modo rispettoso e controllato.
“Nuove” cose non ne vedo.
Credo che oggi sia il momento giusto per cambiare in “meglio”, se non altro perchè il mondo ci costringe a cambiare i nostri consueti parametri di giudizio.
Non possiamo più sperare che qualcuno arrivi dall’ alto e ci salvi!
Questa speranza appartiene alla cultura religiosa, e non può essere attuata nella realtà economica.
Se vogliamo salvare la nostra cultura e la nostra economia residenziale, dobbiamo iniziare a pensare cosa è il meglio per noi!
Questa è una decisione individuale che nessuno può prendere al posto nostro, ma c’ è una buona notizia: Possiamo scegliere!
AGI News
(AGI) – Roma, 17 nov. – Oggi i telegiornali Rai sono ‘invasi’ dalla politica: la “bocciatura” arriva dalla ricerca dal tema ‘Politica e giornalismo nei telegiornali Rai’ condotta dall’Osservatorio di Pavia. Di recente, per esempio, al Tg1 il principale evento-notizia e’ stato rappresentato dalle reazioni al ‘gestaccio’ di Bossi (il dito medio mostrato, ndr) con ben 443 secondi dedicati, mentre nello stesso periodo la BBC alle elezioni in Scozia e alle reazioni alla sconfitta dei laburisti ha dato una copertura di 296 secondi, e in Francia l’adozione della riforma costituzionale ha avuto su France 2 una copertura di 377 secondi, e in Germania lo scandalo dell’agenzia statale KFW con audizione del governo in Parlamento e’ stata coperta dall’Ard per 237 secondi, mentre l’incontro in Spagna tra Zapatero e il suo avversario Rajoy e’ stato ‘coperto’ con 257 secondi. E’ finito da un bel po’ il tempo dei vari Vittorio Orefice, o Ruggero Orlando o Gianni Pasquarelli, che riassumevano in se’ la giornata politica italiana. Oggi i telegiornali Rai sono ‘invasi’ dalla politica: dichiarazioni; commenti; botta e risposta a ripetizione e di chicchessia, dal leader del partito all’ultimo dei peones in Parlamento o fuori dalle Camere; repliche dell’uno al’altro, e poi controrepliche e via dicendo. Tutto si abbatte su chi segue i tg Rai.
Risultato finale: un terzo del notiziario del Tg1, o del Tg2 o del Tg3, e’ assorbito dalla politica nelle sue diverse facce.
Quando invece in Europa il valore scende a un sesto e con un andamento congiunturale, con variazioni notevoli da giornata in giornata e addirittura arrivando anche a zero notizie di politica. La Ricerca dell’Osservatorio di Pavia ha preso in esame un arco di tempo ampio: dal 1967 al 2007, e 231 delle 266 edizioni di telegiornali in onda. E alla quale e’ seguito il confronto con i tg europei (BBC 1, France 2, la tedesca Ard, la spagnola Tve). I risultati sono stati presentati oggi a viale Mazzini, con gli interventi di Giorgio Grossi, docente all’Universita’ “La Bicocca” e direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale; di Antonio Nizzoli, responsabile dell’Osservatorio di Pavia; Claudio Petruccioli, presidente Rai, e Claudio Cappon, direttore generale Rai. C’erano anche i direttori dei tre telegiornali di viale Mazzini: Gianni Riotta per il Tg1, Mauro Mazza per il Tg2 e Antonio Di Bella per il Tg3, che hanno provato a rintuzzare: chi chiamando in causa la ‘par condicio’ e definendola una sorta di ‘gabbia’, una ‘prigione’, una ‘cosa assurda’ (Mazza); chi parlando delle novita’ di recente introdotte, come le ‘Morning news’ regionali o la Nightline’ del Tg3 (Di Bella) e chi dicendo “devo prima studiare la ricerca e capire quali siano i campioni presi in esame, e poi dobbiamo intenderci sulla semantica” (Riotta). Tra gli altri che hanno seguito i lavori, anche il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo, il direttore di Rai News 24, Corradino Mineo, la direttrice di Rai Teche, Barbara Scaramucci, il presidente della Fnsi, Roberto Natale; il segretario dell’Usigrai Carlo Verna, il quale poi commentera’ “a finirci di mezzo sono i giornalisti, messi sotto pressione da tutte le parti”. Una ricerca che ha preso in esame due settimane (in marzo e in novembre) per ogni decennio dal 1967 al 1987 e poi per ogni quinquennio dal 1992 al 2007. I risultati – ha spiegato il prof. Grossi – evidenziano come i tg degli anni Sessanta manifestino in prevalenza “una finalita’ pedagogico-esplicativa come base del resoconto giornalistico, orientata a descrivere azioni dei soggetti politici tramite notizie scarsamente controversiali, conchiuse e separate tra di loro”. Saranno pure stati argomenti trattati in maniera a volte anche prolissa e con un’esposizione dal ritmo lento, e pero’ il giornalista racconta la giornata politica in prima persona, tentando di spiegarla a un pubblico che trova nel tg l’agenda principale dei fatti del giorno.