“Minacce per zittire i giornali indipendenti”
Diluvio di articoli sul caso-Repubblica e sulla rottura con i vescovi
In prima pagina dal Financial Times ai giornali inglesi, spagnoli e francesi
Cari amici,
Per fortuna che siamo in Europa!
I giornali stranieri hanno messo al centro dell’ attenzione il “caso Berlusconi”, e non credo che si possa citare “tutti” in giudizio.
Mi sembra di intuire che l’ iniziativa legale promossa per zittire le critiche di uno dei più importanti giornali italiani non sia stata meditata a sufficienza.
In Italia e in Europa stanno iniziando a montare le iniziative di sostegno per la libertà di stampa, e spero che saremo in tanti a farci sentire.
Nessuno può mettere sotto i piedi il diritto alla critica, in un grande paese democratico come l’ Italia.
Anche la Chiesa sta decisamente scendendo in campo contro l’ iniziativa del “Giornale” di proprietà del fratello di Berlusconi, che non ha esistato a portare un attacco personale diretto al direttore di Avvenire per tentare di creare un diversivo giornalistico ed affermare che “tanto il più pulito c’ ha la rogna”!
….se è davvero così, dimettetevi tutti e tornatevene a casa!
La Repubblica
LONDRA – Dalla prima pagina del Financial Times alle colonne dei maggiori quotidiani britannici, francesi, spagnoli, tedeschi, dall’Europa alle Americhe, la decisione di Silvio Berlusconi di denunciare “la Repubblica” e almeno due quotidiani stranieri per diffamazione, insieme allo scontro “senza precedenti” tra il premier italiano e il Vaticano, dominano i servizi della stampa internazionale di oggi. Tutti i giornali paragonano l’iniziativa legale del premier a una “dichiarazione di guerra” per intimidire i media indipendenti e sottolineano la gravità dell’annullamento dell’incontro previsto all’Aquila tra il capo del governo e il segretario di stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone. “Non posso ricordare un giorno più nero nelle relazioni tra questo governo e la Chiesa”, confida al Daily Telegraph di Londra una fonte vaticana.
Il Financial Times dedica alla vicenda un articolo di prima pagina, intitolato “Berlusconi denuncia per le accuse sullo scandalo”, in cui il corrispondente da Roma, Guy Dinmore, scrive che il primo ministro italiano “ha cercato di zittire i suoi critici con una serie di azioni legali contro almeno tre giornali in Italia, Francia e Spagna”, spiegando quindi i motivi delle denunce annunciate dall’avvocato del premier e parlamentare del Pdl, Niccolò Ghedini, contro “Repubblica”, per la ripetuta pubblicazione delle dieci domande a Berlusconi e per avere citato un articolo del francese Nouvel Observateur in cui si affermava che Berlusconi poteva essere ricattato, contro “Le Nouvel Obeservateur” per l’articolo in questione, intitolato “Sesso, Potere e Bugie”, e contro “El Pais”, per la pubblicazione delle foto dei party nella villa di Berlusconi in Sardegna. Il quotidiano finanziario afferma che gli avvocati di Berlusconi stanno valutando simili denunce anche a Londra contro giornali britannici.
Anche il Guardian, quotidiano londinese di centro-sinistra, dedica ampio spazio agli ultimi sviluppi del caso, con un articolo intitolato “Berlusconi dichiara guerra ai media europei per le notizie sullo scandalo di sesso”. Dopo avere riferito i dettagli delle azioni legali del premier contro la stampa, il giornale parla della “nuova tenpesta” con il Vaticano, originata dall’attacco lanciato dal Giornale, il quotidiano di proprietà del fratello di Berlusconi, contro il direttore del quotidiano cattolico l’Avvenire, Dino Boffo, accusato di avere minacciato nel 2004 la moglie di un suo amante omosessuale, Il Guardian nota che comunque la partecipazione di Berlusconi alla cerimonia della Perdonanza avrebbe rischiato di suscitare controversie perché il premier doveva essere accompagnato da Mara Carfagna, il ministro per le Pari Opportunità, “un ex-modella in topless già al centro di una polemica tra il primo ministro e sua moglie”.
I due maggiori quotidiani conservatori del Regno Unito, il Times e il Telegraph, mettono l’accento sulla “crescente spaccatura” tra Berlusconi e il Vaticano. In un commento del corrispondente da Roma Richard Owen, il Times nota che un “l’eccesso di zelo” del direttore del Giornale Vittorio Feltri, che in un editoriale ha scritto “è giunto il momento di smascherare i moralisti, tutti hanno le loro debolezze sessuali”, ha prodotto “un’esplosione che si è fatta sentire in tutta Italia”, e che “dopo gli eventi di venerdì sarà ancora più difficile (per Berlusconi) ottenere l’approvazione del Papa”. In segno di solidarietà con “Repubblica” e come protesta per l’offensiva contro i media, il Times ripubblica sul proprio sito internet le dieci domande poste al premier dal nostro giornale, che sono al centro della sua denuncia per diffamazione.
Il Telegraph riporta che il Vaticano è “furioso” per l’attacco contro il direttore dell’Avvenire, venuto dopo che il giornale dei vescovi aveva ripetutamente criticato la “condotta morale” del premier italiano.
In Spagna, il quotidiano El Pais, anchesso citato in giudizio da Berlusconi, titola sulla “guerra aperta” del nostro capo del governo “contro i media e contro la chiesa”, definendo “senza precedenti” la decisione del Vaticano di annullare la cena tra il segretario di stato e il presidente del consiglio. Anche El Mundo titola sulla “campagna di azioni legali” del Cavaliere per “portare in tribunale i media europei”. In Francia, sia Le Matin che Liberation pubblicano le dieci domande di “Repubblica” a Berlusconi. In Argentina, il Clarin parla di “crisi” tra Berlusconi e il Vaticano. Negli Stati Uniti, il Wall Street Journal riporta tutti i nuovi sviluppi del caso. E altrettanto fa l’Irish Examiner in Irlanda.
Critiche dal giornale conservatore tedesco die Welt che nell’editoriale definisce la situazione uno “Squallido ping pong”. Il direttore, Thomas Schmid, scrive che “dietro tutta la vicenda c’è una specifica immaturità italiana, ripartita tra i due campi”. “Da una parte c’è un presidente del Consiglio che ama non attenersi alle regole e danneggia così l’impalcatura politica, ma proprio per questo è molto amato da tanti italiani”, è l’analisi della Welt. “Dall’altra parte c’è una sinistra fossilizzata, che non riesce a mandare giù il fatto che uno come Berlusconi sia diventato un grosso personaggio politico”. “L’effetto è disastroso”, osserva il giornale tedesco, “poiché la follia della sinistra, che non è riuscita a superare i suoi settarismi, rende facile a Berlusconi il compito di presentarsi come una specie di dominatore assoluto, che disprezza le forze politiche al di fuori delle sue alleanze di partito”. La conclusione del quotidiano è che “la bella e forte Italia merita di più di questo noioso pingpong”.