Traduzione dell’ intervento del prof. Alberto Bagnai…
Brüssel 22.4.15
Grazie prof. Starbatty per avermi invitato in questa bellissima sala.
Venti minuti sono sufficienti perché il prof. Starbatty ha già spiegato la situazione perfettamente.
Quello che vorrei portare alla vostra attenzione è che come cittadino italiano ho un punto di vista speciale su quello che sta avvenendo, per due ragioni: la prima ragione è che l’Italia stessa è senza molto successo un’unione monetaria da almeno un secolo e mezzo, quindi sappiamo cosa succede quando regioni diverse condividono la stessa moneta.
La seconda ragione per la quale la prospettiva italiana sulla crisi dell’euro può essere interessante è che i nostri politici, a differenza dei politici degli altri paesi membri, ci hanno detto esattamente quale era il fine, il fine politico, dell’unione monetaria.
Vi dirò alcune cose al riguardo, sull’insostenibilità dell’euro, e cercherò anche di capire con il vostro aiuto quale possa essere una strategia d’uscita.
Sappiamo che per tenere insieme i pezzi di questa unione monetaria disfunzionale, per tenere sotto la stessa moneta dei paesi che sono troppo diversi, ci sono fondamentalmente due meccanismi, quella che chiamiamo la mobilità dei fattori: il primo è quello che gli economisti chiamano mobilità del lavoro, e consiste fondamentalmente nella migrazione dal Sud al Nord, e il secondo meccanismo è quello che gli economisti chiamano mobilità del capitale, e consiste in sostanza nei trasferimenti dal Nord al Sud, assumendo che il Sud sia la parte più debole dell’unione, anche se non è sempre così, poiché ad esempio in Germania il Sud è più forte del Nord.
Questi meccanismi sfortunatamente sono inutili per il Sud, perché non colmeranno il divario tra il Sud e il Nord, e sono anche inaccettabili per il Nord, per delle buone ragioni, tra le quali il fatto che sono inutili.
Ascoltate questa citazione da Mario Draghi: “una più grande mobilità internazionale del lavoro è benvenuta, ma la ricerca suggerisce che è improbabile che i flussi migratori della forza lavoro diventeranno mai la chiave per l’aggiustamento del mercato del lavoro. E ad ogni modo nessun paese prospererà se la sua popolazione lo abbandona.”
Quindi in sostanza Mario Draghi ci sta dicendo quello che noi in Italia sappiamo: il Sud Italia è diventato un deserto.
Per tradurlo in latino, direi “ubi solitudinem faciunt, euro appellant“. Se qualcuno ha mai letto Tacito, è quello che diceva a proposito dei barbari: dove producevano disastri, dove facevano il deserto, lo chiamavano pace, e noi lo chiamiamo euro. Questo diceva Mario Draghi a Helsinki nel novembre 2014, quindi alcune settimane fa.
Adesso consideriamo la mobilità dei capitali. Abbiamo un’altra confessione, la confessione del più stretto collaboratore di Draghi, Vitor Constancio. Cosa ci dice Vitor Constancio? [si interrompre, parla con un assistente… si suppone che questo genere di cose succedano in Italia, non in Belgio…risate del pubblico].
Io devo mostrarvi che le persone che sono responsabili di questo disastro hanno confessato, è davvero importante il fatto che ne sono consapevoli, che lo sanno tutti, comprese le persone che continuano a tenerci in questo [disastro], loro sanno cosa sta succedendo.
Quindi vi dirò…o credete a me, o trovate queste parole su Internet, sono accessibili a tutti.
Permettetemi di spiegare cosa ci ha detto Vitor Constancio due anni fa, ad Atene, dove suppongo, sono sicuro che fosse protetto da almeno diecimila agenti armati, per buone ragioni.
Gli squilibri che stiamo vivendo hanno origine prevalentemente nella crescente spesa privata, finanziata dal settore bancario dei paesi creditori e debitori. I mercati finanziari europei non hanno funzionato come stabiliva la teoria, sulle esposizioni e quant’altro.
Così sappiamo che abbiamo avuto un problema con il grande e crescente debito privato, non pubblico; il debito pubblico è un problema, lo è diventato soprattutto dopo la crisi, a causa della necessità di salvare le istituzioni finanziarie in sofferenza. Perfino la BCE ha riconosciuto che c’è un problema con i privati che spendono troppo.
E’ una sorpresa? Mi piacerebbe davvero molto mostrarvi le slide del professor Vitor Constancio, ma se vi capita di avere un dispositivo con connessione ad internet digitate “ECB Vitor Costancio Athens” e troverete il discorso, ed è molto importante, dovrebbe essere insegnato in ogni scuola europea.
Quindi, da dove viene questa spesa privata destabilizzatrice? Cosa ha reso possibile per i cittadini europei di interi paesi spendere troppo? Perché dentro l’euro la spesa privata è esplosa?
La risposta è molto semplice: c’è una quantità di contraddizioni nella costruzione dell’euro, e l’incongruenza numero uno è che sfortunatamente l’integrazione finanziaria è in contraddizione con la disciplina finanziaria, il che in sostanza significa che è estremamente difficile convincere le persone o i governi a spendere meno se si rende il denaro artificialmente conveniente, che è quello che il professor Starbatti ha detto giusto pochi minuti fa.
Quello che chiamate “assenza di spread”, e che è visto come il Paradiso, io lo chiamo inefficienza dei mercati finanziari, perché è una situazione nella quale il prezzo dei capitali finanziari non rispecchia la solvibilità dei rispettivi paesi.
Quello che chiamate “credibilità”, io la chiamo distorsione dei segnali del mercato, che è la ragione per la quale le persone hanno prestato così tanti soldi alla Grecia, per esempio. In uno scenario normale, la moneta greca si sarebbe svalutata e i tassi d’interesse greci sarebbero cresciuti, il che avrebbe dato il segnale ai mercati che continuare a prestare soldi alla Grecia era estremamente imprudente, e i mercati sarebbero stati forse più consapevoli [del rischio].
Un cubetto di ghiaccio, in denaro, deve costare di più in Grecia che in Finlandia. Deve.
C’è una buona ragione per la quale il cubetto è più conveniente in Finlandia, non spiegherò il perché, e c’è una buona ragione per la quale il denaro deve costare di più in Grecia: la Grecia è un paese in convergenza [con i paesi più ricchi], dove i capitali sono più produttivi e ci si aspetta rendimenti più alti. Se disturbiamo questo meccanismo, le scelte degli agenti economici privati saranno distruttive.
Ma c’è un’incongruenza ancora molto più profonda, la contraddizione tra una moneta unica e un mercato unico…e c’è un’altra contraddizione profonda, quella tra avere un pc con le slide e non trovarsi le slide proiettate, ma questa è un’altra cosa…quindi, l’incongruenza tra una moneta comune e il mercato comune.
Perché stiamo cercando di avere un mercato unico? Alberto Alesina lo ha spiegato in modo molto chiaro nel 1997. Il suo ragionamento era che se costruiamo un grande mercato unico, questo mercato assorbirà gli shock.
Quindi, ammettiamo che l’economia degli Stati Uniti esploda a causa di una cattiva gestione del sistema finanziario. Nessun problema. Se gli americani non compreranno più gli spaghetti italiani, lo faranno i tedeschi.
Se gli americani non compreranno più la carne tedesca, lo faranno gli italiani. Io lo farò, lo faccio, non domani, ma generalmente… ma un mercato unico non può funzionare come ammortizzatore degli shock se i paesi membri sono obbligati a risolvere le avversità interne con la svalutazione interna quando arriva uno shock, al fine di un aggiustamento reciproco.
Se questo succede, e questo sta succedendo in Europa, il mercato unico da ammortizzatore di shock diventa amplificatore di shock, e questa è la ragione per la quale, anche dopo il culmine della crisi, non abbiamo ancora recuperato i livelli di reddito che avevamo prima della crisi.
E c’è una terza incongruenza. Il motto dell’Unione Europea è “uniti nella diversità”, ma non puoi aderire all’Unione Europea a meno che in sostanza tu non sia uguale alla Germania, e questo, voglio dire, per buone ragioni…[si avvicina un assistente che lo interrompe…] non preoccupatevi.. [Bagnai e l’assistente guardano lo schermo fuori campo …] ascoltatemi, potete sentirmi?…è sufficiente.
Siamo in un parlamento, per inciso. Sapete da dove viene la parola parlamento? Dal verbo italiano parlare. Questo è qualcosa su cui torneremo dopo. Adesso parliamo di “uniti nella diversità” e del fatto che non è permesso entrare se non si è tedeschi…voglio dire, dal punto di vista tedesco ci sono buone ragioni per tenere questo approccio.
All’inizio del progetto, il governo tedesco, l’elettorato tedesco…[un tecnico si avvicina e armeggia con il suo microfono fisso…Bagnai rivolgendosi al tecnico: mi arrendo, mi arrendo… nessun problema…il tecnico parla fuori campo in francese, Bagnai risponde nella stessa lingua, il pubblico ride, il tecnico risolve il problema, applauso generale…indicando lo schermo fuori campo]
Questi sono i grafici forniti da Vitor Constancio, e quello che vediamo, il vero problema della Grecia, è l’enorme variazione del debito privato, non l’alto livello del debito pubblico, noi abbiamo un debito pubblico più alto e non siamo ancora in queste difficoltà…questi dati sono disponibili su Internet, per cui non c’è bisogno che ve li mostri adesso, andiamo avanti…
Ho indicato le incongruenze tra moneta unica e mercato unico, quelle tra convergenza e solidarietà. Quali sono le soluzioni che vengono proposte? Le soluzioni proposte sono gli Stati Uniti d’Europa, l’integrazione politica.
Ma. Dovremmo riflettere sul fatto che questo modello viene dagli Stati Uniti, un modello culturale che viene dagli Stati Uniti, e gli Stati Uniti sono una nazione, non una federazione, una nazione nazionalista.
Non raggiungeremo mai, mai lo stesso livello di identità europea, lo stesso livello di nazionalismo europeo, lo stesso livello di solidarietà europea, e questo rende la soluzione proposta impraticabile.
Non siamo nemmeno capaci, né qui né fuori, di parlarci nelle nostre lingue…(in francese) posso parlare francese…(in tedesco) posso parlare anche tedesco…(in italiano) posso parlare italiano…e questa è la cosa più strana, ma io sono membro di una élite.
Il Parlamento Europeo non è per la classe lavoratrice, è fatto per le élites, perché alla classe lavoratrice di solito non capita di parlare quattro o cinque lingue come faccio io e come fate voi.
La soluzione proposta, l’integrazione politica, è anche pericolosa. Arrivo al punto di vista italiano. Date uno sguardo a quello che Mario Monti e Romano Prodi ci hanno detto riguardo al progetto europeo. Mario Monti, nella sua intervista sull’Italia in Europa, trasmessa nel 1998, ha detto: “le istituzioni dell’Unione Europea – ovvero voi, o alcuni di voi – possono permettersi di essere impopolari perché sono al riparo dal processo elettorale”.
Così il problema è che qualcuno sa qual’è la cosa giusta, ma il popolo non ci permetterà di farla, di conseguenza dobbiamo sottrarre le decisioni al controllo popolare. E questo è il motivo per cui i controlli di sicurezza sono così stretti al piano di sotto, ed è il motivo per il quale ho perso quindici minuti, perché se reprimete la democrazia, la gente reagisce.
Diamo un’occhiata a quello che dice Romano Prodi. In un’intervista al Financial Times, gli è stato chiesto se l’unione politica fosse una cosa positiva, e lui ha risposto “si, certo, è una cosa positiva, ma non è fattibile in questo momento, ma ci sarà una crisi, e nuovi strumenti politici verranno creati”.
Così c’era una completa consapevolezza da parte dei nostri leader sul fatto che il sistema fosse disfunzionale per le ragioni spiegate dal professor Starbatty, ma che sotto la minaccia della povertà e della sofferenza economica il popolo avrebbe scelto quello che fondamentalmente non vuole. I popoli europei hanno chiesto un’Europa politica?
Vi siete mai svegliati al mattino anche una sola volta pensando “oggi voglio essere europeo”? Cosa significa? Siamo tutti europei senza l’Unione Europea. Eravamo europei prima dell’Unione Europea e lo saremo dopo l’Unione Europea.
E’ una questione senza senso, è senza senso per un certo numero di ragioni, incluso il fatto che non siamo sicuri che esista un optimum tecnico in termini economici.
Ogni scelta economica è una scelta politica, e se cercate di rimuovere il controllo dell’elettorato dalle scelte politiche, se cercate di costruire un sistema in cui le scelte economiche siano al riparo dall’elettorato, state fondamentalmente reprimendo la democrazia. Infatti le sciocchezze economiche che sono state descritte dal professor Starbatty sono politicamente perseguibili solo se la democrazia è repressa, solo se agli elettorati nazionali viene tolto il controllo delle scelte politiche, in assenza di un elettorato europeo, che non esiste perché gli europei non possono parlarsi l’un l’altro. E al fine di rendere attuabile una moneta senza Stato bisogna costruire lo Stato, questo è il mantra.
Questo mantra in sostanza significa che il potere politico ed economico deve essere centralizzato in misura sempre crescente, indipendentemente se l’austerità sia buona o cattiva.
Non potete continuare a proporre questo per sempre in una cornice democratica, perché la gente reagirà. E soprattutto, se siete in una prospettiva liberale, penso che dobbiate essere estremamente cauti nel sostenere un sistema che non può sopravvivere senza centralizzare il potere politico ed economico.
L’unico modo per uscire da questo caos è permettere al mercato di funzionare e permettere alla democrazia di funzionare, che è qualcosa che dovrebbe essere ovvia dal punto di vista liberale, ma che non lo è affatto nel dibattito attuale.
Dovremmo tornare alle monete nazionali, con la loro funzione di ammortizzare gli shock e di segnalazione ai mercati che il professor Starbatti ha descritto così bene. Quando sento i miei colleghi dire che adesso va tutto bene perché lo spread si è ridotto, stanno dicendo delle sciocchezze. L’Italia è un paese a rischio per gli investimenti, voglio dire, se comprate titoli di stato italiani.
Dentro l’euro, l’unica prospettiva per l’Italia è il default sul debito pubblico, non ci sono altre possibilità. Ho solo venti minuti, e li ho finiti, quindi non mi addentrerò nei dettagli ma c’è la sessione delle domande, se avete bisogno di dettagli ve li darò.
In aggiunta e oltre questo, permettiamo alla democrazia di funzionare.
Il Parlamento Europeo è una bella istituzione, ma non sono completamente sicuro che attribuirgli più potere corrisponderebbe a più democrazia, e non sono l’unico a pensarla così.
Niente contro di voi, ovviamente. Il problema fondamentalmente è…come immaginate i futuri Stati Uniti d’Europa, il futuro Impero Europeo? Avremo elezioni dirette del Presidente dell’Unione Europea? Questo è quello che sostengono alcuni in Italia, specie nei partiti di sinistra, dove la nostalgia per un qualche impero estero è così forte.
Forse eleggeremo una volta un presidente lituano, che sarebbe veramente una buona idea, che farà una campagna elettorale nella lingua dell’unico paese che nel frattempo se ne sarà andato, che è l’Inghilterra.
Parleremo inglese per capirci l’un l’altro ed eleggere un politico tedesco, ungherese, italiano, o lituano come presidente dell’Impero Europeo, mentre l’Inghilterra se ne sarà andata.
Penso che dovremmo riflettere su questa cosa così semplice, queste sono cose che la gente comprende: abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale, possiamo provare a fare una rivoluzione culturale con grafici e fatti economici.
Ci ho provato in Italia, e apparentemente sta funzionando. Ho iniziato quattro anni fa e adesso il mio blog è uno dei blog di economia più seguiti in Italia, ho scritto libri che hanno venduto decine di migliaia di copie, e sono molto contento di questo.
La crisi è stata un’opportunità, per me, ma capisco che non è stata un’opportunità per la grandissima maggioranza della popolazione europea, e penso che non dovremmo essere egoisti.
Molto velocemente, la dimensione politica: i governi di tutta Europa hanno mentito ai loro elettorati.
Il Sud ha mentito dicendo “entrate nell’euro e starete meglio”, e stiamo peggio. Il Nord mente dicendo che la colpa è tutta dei paesi indebitati, cosa che non è completamente corretta.
Dovremmo incontrarci e avere un approccio più solidale. Ma consideriamo le due bugie.
La bugia al nord offre una via di uscita relativamente sicura, perchè adesso se un governo del Nord sostiene che l’euro è un caos e che fondamentalmente è colpa nostra, potrà dire al proprio elettorato “ok, usciamo dall’alto, recuperiamo il nostro Deutsche Mark, recuperiamo la nostra moneta forte” e penso che prima o poi l’elettorato accetterà.
E’ molto più facile, dal punto di vista politico, uscire dall’alto anziché dal basso. Il popolo italiano teme la svalutazione che verrà, per esempio, e per questa ragione l’uscita dell’Italia non è politicamente perseguibile, non si può parlare di questa cosa.
Solo un dettaglio. Abbiamo svalutato all’incirca del 30% rispetto al dollaro e non è successo nulla all’inflazione, adesso siamo in deflazione.
Un buon numero di argomentazioni che avrebbero potuto sembrare plausibili quattro anni fa, sono state completamente distrutte dalla violenza dei fatti.
Questo ci offre molte opportunità di parlare ai nostri elettorati, di dire loro la verità e di di spingerli progressivamente ad accettare la verità, e la verità ci dice che dobbiamo smantellare in modo ordinato la moneta unica prima che la moneta unica smantelli noi in maniera disordinata. Grazie.
http://goofynomics.blogspot.it/2015/04/ … e-lui.html