Il Financial Times è sempre stato molto critico sulla costruzione stessa dell’Euro, proprio perché secondo loro questa costruzione monetaria non rispecchiava gli equilibri economici. E infatti ci troviamo in una crisi che ormai dura da tre anni, relazionata proprio alla mancata convergenza economica tra le economie deboli (quelle della periferia) e le economie più forti, quelle del nord Europa.
La critica mossa a Monti è stata quella di mantenere in piedi un sistema che a detta del Financial Times è un sistema che non funziona. Quello che Monti avrebbe dovuto fare invece è spingere per dei cambiamenti importanti nella gestione dell’Euro, ma anche nel funzionamento stesso dell’Euro, e non lo ha fatto.
A proposito di Euro, che momento sta attraversando la nostra moneta?
Quello che sta succedendo oggi è un po’ surreale. Da una parte abbiamo una grossa contrazione economica all’interno dell’area di Eurolandia, in cui c’è stata la Germania che nell’ultimo trimestre del 2012 ha avuto una contrazione del Pil, dall’altra parte abbiamo un apprezzamento della moneta, e quindi l’Euro si è apprezzato, dalla fine del 2012 fino a oggi, nei confronti di monete importanti e di riferimento, come per esempio il dollaro americano e anche il Franco Svizzero.
Ecco, questa a anomalia crea delle grosse distorsioni. La prima è chiaramente la penalizzazione delle esportazioni, perché se l’Euro diventa sempre più forte diventa sempre più difficile esportare, e questo è un problema che vive oggi la Germania, ma anche il resto della periferia. L’altra anomalia si riferisce alla distorsione che si sta verificando tra il mercato finanziario e il mercato dell’economia reale: il mercato finanziario sostiene questo apprezzamento dell’Euro, attraverso acquisti sempre più grandi della moneta europea per poter acquistare buoni del tesoro dei paesi della periferia (in particolare parliamo addirittura della Grecia). Buoni che hanno altissimi rendimenti. E il motivo per cui è cambiato l’atteggiamento del mercato nei confronti di questi paesi è che ormai si è sicuri che il default non è più una opzione, si è certi cioè che qualsiasi cosa succeda, anche se si ricrea una nuova bolla finanziaria (che poi in realtà è quello che sta succedendo oggi) la banca centrale europea risolverà il problema, quindi salverà questi paesi.
In Italia l’informazione di massa tende a far credere che la crisi sia agli sgoccioli. E’ così? Siamo fuori dal tunnel?
Assolutamente no, infatti è quello che si legge nel Financial Times di oggi, noi siamo dentro il tunnel, quello che sta succedendo è proprio uno scollamento molto pericoloso tra l’economia reale e quella finanziaria, e ogni volta che si verifica questo scollamento noi sappiamo che si sta gonfiando una bolla finanziaria eD è esattamente quello che sta succedendo oggi in Europa.
Tutti gli indicatori sono negativi, ma non solamente in periferia, ma anche nei paesi ricchi del nord e questo significa che questa politica di austerità, che è stata imposta, è una politica che non funziona. Allo stesso tempo, però, questa politica di austerità nasconde la certezza da parte dei mercati che qualsiasi cosa succeda la banca centrale europea e l’Europa unita difenderanno l’Euro a qualsiasi costo e quindi ecco che si gonfia la bolla finanziaria. Quindi oggi noi siamo in una situazione peggiore di quella in cui ci trovavamo un anno fa, perché almeno un anno fa il mercato finanziario era in sintonia con il mercato dell’economia reale, oggi invece sono scollati, con le conseguenze di questo scollamento nella vita quotidiana della popolazione europea sono drammatiche, nel senso tutto il denaro che è stato immesso nel sistema attraverso interventi della banca centrale europea, invece di arrivare all’economia reale e quindi di sostenere la piccola e media impresa, di fare partire l’economia, di dare la possibilità alla popolazione di contrarre nuovi mutui, si è fermato dentro le banche e dalle banche viene diretto all’acquisto di buoni e azioni sul mercato obbligazionario dei titoli proprio per motivi speculativi. Le conseguenze, dunque, sono veramente serie, perché questa liquidità in realtà non alimenta l’economia reale, ma va a alimentare l’ennesima bolla finanziaria!
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