Savona, buchi nei condomini dell’amministratore in coma
Mentre emergono nuove cifre e dettagli sul modus operandi, i condomini devono decidere come tutelarsi. Assemblee a partire da questa settimana: il mistero è se i soldi ci siano ancora oppure no
Sono state festività all’insegna del dolore, del superlavoro e dei dubbi. Dolore per i familiari di R.A., l’amministratore savonese che a seguito di un’emorragia cerebrale si trova ora, da quasi due mesi, in stato vegetativo in un centro specializzato di Parma.
Superlavoro per gli amministratori che gli sono subentrati alla guida dei palazzi, nell’affannoso tentativo di riuscire a fare un po’ d’ordine e chiarezza nei disastrati conti dei suoi stabili. I dubbi invece sono tutti dei condomini, che da tempo ormai si dibattono e ora, con l’arrivo del nuovo anno, si trovano a dover prendere due decisioni cruciali: denunciare oppure no? Pagare per la seconda volta od opporsi?
La situazione nei circa 25 condomini coinvolti inizia ormai ad essere chiara, e in molti casi sono già partite le prime richieste di pagamento.
I due casi più eclatanti sono quello di via Rusca e via Cadorna. Nel primo caso, il nuovo amministratore ha richiesto ai condomini, oltre al pagamento della prossima gestione, anche il denaro necessario a ripianare i debiti più urgenti, in cinque ulteriori rate. Uno sforzo notevole che, ad alcuni condomini infuriati, arriverà a costare anche 1000 euro al mese: e c’è già chi alza il muro, "abbiamo già pagato, non verseremo nulla".
In via Cadorna, invece, nel complesso Sansonetta il "buco" è ormai accertato in una cifra di poco superiore agli 80.000 euro, e anche qui si preannunciano batoste: la strategia scelta è quella di richiedere solo il denaro per pagare le nuove bollette (così da evitare ulteriori debiti) e quello indispensabile a ripianare le vecchie. Non proprio l’intera cifra mancante all’appello, quindi: in sostanza si è deciso di ripagare solo quanto strettamente necessario per risolvere le morosità, "dando per perso" il resto del denaro pagato che avrebbe dovuto essere sul conto condominiale ed è invece finito su quello dell’amministratore.
Per quello in molti palazzi si pensa di ricorrere alle vie legali, anche se la situazione di salute in cui versa l’amministratore rende la decisione moralmente complessa. E’ anche difficile quantificare con esattezza le cifre in ballo, data la complessità della situazione: da una parte ci sono le bollette non pagate e i soldi che dovrebbero essere in cassa ed invece non ci sono, dall’altra i condomini che non avevano ancora pagato e le richieste mai fatte dall’amministratore.
Una delle novità infatti è proprio questa. Se in alcuni palazzi infatti R.A. aveva regolarmente richiesto i pagamenti ai condomini salvo poi stornare il denaro sui propri conti personali (e in questo caso potrebbe configurarsi una volontà chiara di appropriarsi del denaro), in altri l’amministratore, soprattutto nell’ultimo anno, non aveva nemmeno proceduto ad esigere le quote dai condomini.
Che ora si trovano sì a dover pagare cifre salate, ma quantomeno si tratta di versamenti fatti per la prima volta. In sostanza in questi casi si può parlare di negligenza da parte dell’amministratore (che con la propria "cattiva gestione" crea ora guai al condominio e obbliga chi ci abita a versamenti importanti), ma senza alcuna volontà di tenersi il denaro.
Un particolare che rende il comportamento di R.A. ancora più inspiegabile. Resta soprattutto misterioso il "movente": se avesse semplicemente desiderato appropriarsi dei soldi, perché allora in alcuni palazzi non ha nemmeno emesso le richieste di pagamento?
E perché travasare il denaro continuamente, il giorno stesso in cui arrivava sui conti condominiali, invece di farlo in poche ma sostanziose tranche? A rendere ulteriormente nebulosa la faccenda le voci sulla sua situazione patrimoniale: sembra che dal 2006 ad oggi l’amministratore abbia ceduto gli immobili di sua proprietà. Su almeno 8 di questi non gravavano mutui, e quindi l’incasso della vendita sarebbe stato "pulito".
Il mistero, ora, è se quei soldi si trovino ancora sui conti personali di R.A. (se così fosse, la sua condotta sarebbe ancora più inspiegabile), così come i soldi sottratti ai condomini. In tanti, nei palazzi, ora si chiedono cosa fare, se fare denuncia o no, come recuperare il denaro. La domanda ricorrente è: e se su quei conti non ci fosse più nulla, allora i soldi dove potrebbero essere finiti?
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