La scommessa di Obama sulla sanità
Nella notte la decisione del Senato Usa
Atteso il pronunciamento sulla riforma che darà copertura sanitaria a tutta la popolazione americana
Cari amici,
Riuscirà Obama nel suo intento di garantire la sanità pubblica ai cittadini americani?
Spero con tutto il cuore che riuscirà!
Gli USA sono un paese incivile, da questo punto di vista, che non permette di curarsi a chi non può “pagare”.
Purtroppo per loro, però, i soldi pubblici per fare questa riforma lo Stato americano non li ha, perchè li ha già dati tutti alle banche e alle grandi imprese in crisi!
Certo che potrebbe aumentare le tasse al ceto “molto” ricco, che rappresenta gran parte della “casta” che possiede la stragrande parte del valore finanziario che circola nel mondo.
….potrebbe! …ma i poteri “forti” lo permetteranno?
Spero che la popolazione USA sostenga la riforma, e non si faccia fregare ancora dalla visione di libertà e democrazia che impedisce di essere consapevoli che se non sei dalla parte “dei ricchi”, allora fai parte della moltitudine di poveri che vivono di debiti.
Noi in Italia, per fortuna, questi problemi non li abbiamo ancora, ma è bene sapere che il grande paese americano ci vuole imitare ed invidia il nostro sistema sanitario.
Un po’ di giusto orgoglio, nel nostro piccolo, ce lo meritiamo!
Corriere della sera
WASHINGTON – Con un insolito voto notturno durante il fine settimana, il Senato degli Stati Uniti deciderà intorno alle 2 del mattino di domenica – ora italiana – se avviare il dibattito sulla grande riforma sanitaria allo studio del Congresso. Si tratta di un voto procedurale, ma l’esito rappresenta un vero e proprio primo test per il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha fatto della riforma una delle sue priorità assolute, puntando alla copertura previdenziale praticamente di tutti gli americani. Per ottenere il via libera al dibattito occorre una maggioranza qualificata di 60 senatori su 100.
SENATORI DUBBIOSI – Non è ancora chiaro se i numeri ci sono perchè almeno due senatori democratici (che sono 58, ai quali si aggiungono due indipendenti a loro vicini), non hanno ancora dato il proprio assenso. Si tratta di Mary Landrieu della Lousiana (pur avendo ottenuto dal piano 100 miliardi di agevolazioni per le vittime dell’uragano Katrina) e Blanche Lincoln dell’Arkansas. Il testo messo a punto dal Senato, che ha l’appoggio della Casa Bianca, prevede spese per circa 850 miliardi di dollari. Contrariamente a quello approvato dalla Camera, con spese di quasi 1.200 miliardi, non prevede limiti per la copertura assicurativa degli aborti terapeutici, come richiesto dai deputati democratici cattolici in cambio del via libera.