Anche gli amanti più focosi tendono a lasciarsi cullare dall’ amore.
Paghi e soddisfatti, diamo per scontato che il nostro rapporto d’ amore sia ben saldo, e un grande compiacimento ci conquista.
Questa, per l’ amore, può essere una stagione precaria.
Sintomi di un problema in evoluzione, includono una deprimente accettazione di ogni cosa, il desiderio del quieto vivere seguendo solamente percorsi collaudati, e la sensazione indefinibile che qualcosa è venuto meno.
Ebbene, la cura per questi sintomi comporta il desiderio di inoltrarsi con maggior sicurezza lungo sentieri che esaltano, stupiscono, rinnovano.
Niente è più fatale quanto il prevedibile.
Le squallide routine hanno il potere dì insinuarsi insidiosamente nelle nostre vite.
Il pranzo di domenica mattina, dopo essere stati in Chiesa, sempre nello stesso ristorante; la festa dai suoceri; i venerdì al cinema.
Queste abitudini tessono una trama nelle nostre esistenze, fino a quando ci scopriamo legati, condannati a sperimentare gli stessi scampoli di vita, sempre gli stessi…all’ infinito.
In queste situazioni, ciò di cui abbiamo disperato bisogno è un atto divertente e estemporaneo, una cena a sorpresa, un dono inaspettato, uno sprazzo di follia che scuota un’ esistenza troppo abitudinaria, noiosa da morire.
La prevedibilità uccide l’ amore.
Sorpresa e gioioso imprevisto ne costituiscono l’ essenza.
Lasciare che l’ amore divenga prigioniero dell’ ovvio e del pedestre vuol dire annientare la passione e smarrirla per sempre.

Katherine Ann Porter scrive…

I miracoli sono il gioco di un istante, evocarli è impossibile; ma si producono da soli, spesso nei momenti più impensabili, e accadono a chi meno se li aspetta.