Wall Street, accordo sul piano delle “3 R”: reinvestire, rimborsare, riformare
I mercati dovrebbero essere più tranquilli visto che il voto di lunedì in Congresso sarà una semplice formalità. Un voto bipartisan al massimo e poi subito alla Casa Bianca per la firma in legge.
Cari amici,
Il pacchetto di “salvataggio” del governo USA è pronto.
Speriamo tutti che i mercati finanziari reagiscano bene e soprattutto che recuperino la “fiducia”.
Infatti, questo estremo tentativo di convincere che il peggio è passato, e che pertanto è possibile tornare ad investire e scommettere su un futuro di crescita, rappresenta l’ ultima spiaggia che può salvare il mondo finanziario da una crisi di sistema nuova e sconvolgente.
I prossimi giorni saranno affascinanti e inquietanti, e ci permetteranno di conoscere la reale portata del fenomeno che stiamo vivendo nelle ultime settimane.
Si tratta di una crisi finanziaria senza precedenti, che rende increduli e sconcertati tutti gli operatori finanziari, i quali aspettano e desiderano segnali di fiducia dalla “massa”: Speriamo che questa mattina la “massa” voglia riprendere a “credere” nel guadagno futuro.
Il “guadagno” ….questa “idea fissa” che agita le nostre vite, le squote, le orienta, le guida, le condanna, le assolve, le salva e le distrugge!
Come ci siamo ridotti!
Il sole 24 ore
NEW YORK – Il piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari è fatto. I mercati dovrebbero essere più tranquilli visto che il voto di lunedì in Congresso sarà una semplice formalità. Un voto bipartisan al massimo e poi subito alla Casa Bianca per la firma in legge.
Questo megapacchetto deve salvarci da una crisi sistemica della finanza mondiale ha già un soprannome, il piano delle tre R: Reinvestire nei mercati finanziari in crisi per isolare “Main Street” da “Wall Street”, per proteggere dunque l’economia reale dalla crisi dell’economia finanziaria; Rimborsare il contribuente americano, attraverso partecipazioni azionarie nelle istituzioni in difficoltà e attraverso i possibili profitti sugli strumenti finanziari, che oggi non hanno mercato, ma che domani potrebbero tornare su valori di normalità. Riformare Wall Street e le sue brutte abitudini attraverso limiti sugli stipendi per chi approfitterà del piano. In questo capitolo si prevede anche l’eliminazione dei “paracaduti d’oro”, garanzie per i compensi del manager che si sentivano liberi a quel punto di procedere con operazioni spericolate. Non solo: si propone di andare a recuperare fondi dai bonus pagati ai manager in passato sulla base di operazioni che non hanno poi dato i profitti previsti.
Ciascuna delle R, Reinvestire, Rimborsare e Riformare esprime poi approfondimenti “verticali”. Ad esempio, Reinvestire, significa anche garantire che le erogazioni dello stato siano condotte con cautela e controlli. Secondo le prime anticipazioni, si spezzerà l’erogazione di 700 miliardi in due tranche e vi sara’ un comitato di controllo sul Tesoro che avra’ potere di veto, una innovazione centrale per il compromesso di questi ultimi giorni, visto che il Tesoro chiedeva inzialmente piena autonomia. Il piano consente al governo di acquistare gli strumenti “tossici” anche da fondi pensioni, governi locali e piccole banche che servono clientela di basso e medio reddito. Sul piano tecnico alla supervisione di un consiglio di supervisione nominato dai leader in Congresso e’ stata aggiunta una presenza distaccata del Gao, il Government Accountabilty Office, al Tesoro, per sorvegliare i pagamenti e condurre revisioni per garantire forti controlli interni. Una estensione di “Rimborsare” e’ la possibilita’ di modificare alcuni termini sui mutui immobiliari, come rimborsi in conto capitale, durata e tassi di interesse per i cittadini piu deboli che non riescono a far fronte alle loro responsabilita’ sui debiti contratti per l’acquisto della casa. Una richiesta questa che veniva direttamente dalla leaderhsip democratica. Per i repubblicani oltranzisti, che avevano bloccato giovedi’ il piano, vi saranno delle regole che consentono l’assicurazione di una parte dei prestiti
Per cio’ che riguarda i meccanismi di acquisto dei “toxic papers”, la responsabilita’ e’ delegata al Tesoro. Sara’ Paulson a formare le squadre di operatori, in molti casi presi a prestito dal settore privato, che dovranno negoziare l’acquisto dei titoli. L’obiettivo del governo e’ ovviamente quello di rilevare la “carta” al prezzo migliore possibile, ad esempio 20 centesimi sul dollaro, per proteggersi dal rischio che la carta resti “straccia” e per potersi garantire un buon ritorno quando i mercati si saranno ristabilizzati e quando cominceranno a tornare prezzi piu’ normali. Un acquisto a 20 e una vendita a 70 due anni dopo potrebbe trasformare l’operazione in un grande affare per il governo americano. Inutile dire che e’ questo il punto centrale su cui operatori e banchieri cercavano di organizzarsi gia’ da domenica pomeriggio. L’obiettivo e quello di resistere una mano troppo dura del Tesoro o dei suoi “traders” e di formulare pacchetti misti, ad esempio, in cambio di un prezzo piu’ elevato l’istituzione potrebbe cedere una partecipazione azionaria al governo.
Questo e’ comunque il cuore del piano, come ce lo ha illustrato nel pomeriggio di domenica Nancy Palosi, il Presidente della Camera, al termine di una maratona che andava avanti da una settimana. Una maratona che ha costretto tutti a lavorare anche 24 ore su 24, caratterizzata dai soliti colpi di scena dell’ultimo istante, sempre dettati dalla politica. Alla fine il progetto, che la settimana scorsa, su proposta del segretario al Tesoro Paulson doveva essere di appena 2 pagine e mezza, e’ di oltre 100 pagine. I mercati attendono , ma quello che poteva essere l’ennesimo week end di paura in America per ora ha portato un profondo sospiro di sollievo per tutti, per le banche in difficolta’, per detentori di mutui in difficolta’, che otterranno dei benefici aggiuntivi, per i politici che temevano la rottura, per il Presidente Bush e il segretario Paulson che sembravano implorare a vuoto il passaggio del pacchetto. E per i due candidati presidenziali, John McCain e Barack Obama: sara’ uno dei loro due con il rispettivo segretario al Tesoro prescelto, a dover gestire la stabilizzazione della crisi. E partire con un grosso pacchetto di finanziamenti gia’ approvati non puo’ che rendere loro le cose piu’ facili.