Nude sul palco per i diritti dei precari
Conferenza stampa con strip tease delle centraliniste precarie licenziate dall’ospedale di Legnano. Hanno lanciato uno sciopero
Cari amici,
La globalizzazione ha tanti aspetti negativi che ci toccano da vicino.
Per poter comprendere il filo conduttore che lega tutti i cambiamenti dovuti alla globalizzazione, bisogna intuire il “criterio guida” che condiziona le scelte di tutti gli operatori del mercato.
Il “criterio” che funge da matrice alle decisioni gestionali e politiche, è la convenienza economica di chi ha il “potere” di imporre la propria volontà agli altri!
In altre parole tutte le scelte di gestione economica si fondano sull’ aspettativa che ci sarà un ricavo, il quale si tradurrà in un aumento delle disponibilità finanziarie di una esigua minoranza.
Le leggi sono immaginate in questa prospettiva, e servono primariamente a far crescere i ricavi delle imprese (ossia dei loro proprietari, dirigenti ed azionisti) e, di conseguenza, il PIL (Prodotto Interno Lordo).
In questa prospettiva, si può capire chiaramente il motivo che attribuisce ai soggetti “benestanti” un vantaggio incolmabile nei confronti di chi i soldi non li ha: Chi è ricco, infatti, può disporre della risorsa più importante e scarsa della nostra società per diventare ancora più ricco.
Questa situazione ci danneggia, e ci fa tutti concorrenti, ossia nemici dichiarati, in quanto in economia le risorse sono limitate, e i beni che un soggetto riesce ad “accaparrarsi” sono privati, matematicamente parlando, a qualcun altro meno scaltro e/o meno fortunato di lui.
Pertanto, soltanto quando non si ha più nulla, poichè il sistema economico ci ha portato via tutte le risorse finanziarie che erano a nostra disposizione, soltanto allora ci si accorge che la vita è molto più importante dei soldi.
A chi non ha nulla, la logica del PIL gli toglie il diritto di vivere!
A chi non ha le capacità di trasformarsi in una “belva economica assetata di soldi e di potere”, la logica del PIL lo pone in una situazione di sottomissione che lo spinge a vendersi a poco prezzo, e lo riduce ad un essere privo di dignità e di diritti.
Fino a che la società non sarà fondata là dove il valore si crea e sussiste (nella comunicazione, nella bellezza, nella vita, nella cultura, nell’ amicizia, nella condivisione, etc.etc..), e non dove è artificiosamente costruito (Negli indicatori di profitto, nelle rendite di posizione economica, nell’ analisi dei costi di struttura, etc…etc…), tutti noi saremo costretti a subìre l’ arbitrio di chi ha già troppo, ed investe continuamente soltanto per guadagnare ancora di più.
Corriere della sera
MILANO – L’avevano promesso e l’hanno fatto. Hanno attuato uno strip-tease, sia pur «velato» dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione – le centraliniste precarie «licenziate» dall’ospedale di Legnano dopo sei anni di lavoro interinale. La provocazione, alla quale hanno partecipato 9 delle 11 donne che hanno perso l’occupazione, si è svolta venerdì mattina come prologo a una conferenza stampa al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda. Le lavoratrici, assistite dal sindacato Rdb-Cub, chiedono un lavoro sperando che sia a tempo indeterminato.
LA PROMESSA – «Venerdì sarò nuda come tutti i precari», aveva detto una di loro nel video su Youtube. Poi le altre: «Venerdì sarò nuda come tutte le lavoratrici senza sicurezza», «Venerdì sarò nuda perché nessun Governo mi ha vestito di diritti», «Venerdì sarò nuda perché non ho reddito di cittadinanza», «Venerdì sarò nuda come mi ha lasciato la legge Biagi». Una dopo l’altra, tutte in kimono, le 11 precarie licenziate dall’ospedale di Legnano erano tornate su You Tube per lanciare l’invito alla «strip-conferenza».
DIRETTA WEB – L’appuntamento, alle 11 al Teatro della Cooperativa di Milano, è stato trasmesso in diretta web da C6 TV. Nell’occasione le precarie che, dopo aver perso il lavoro, si erano messe all’asta sempre su YouTube, hanno lanciato uno sciopero generale di tutte le precarie e i precari per il 19 settembre. «Venerdì mattina sarà possibile vederci senza veli, non abbiamo paura di mettere in gioco i nostri corpi – aveva dichiarato Ornella Cameran, collega delle licenziate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano – già siamo già state spogliate dei diritti». Oltre a giornalisti, tv e fotografi, le precarie avevano invitato alla conferenza anche eventuali nuovi datori di lavoro.