Berlusconi: «Non darò le dimissioni,
sono il miglior premier di sempre»
Il premier: «Sono stato sempre assolto, la prescrizione non è una condanna. I processi di Milano sono farse»
Cari amici,
Berlusconi inizia a farmi compassione!
Mesi fa pensavo che Silvio difendesse i suoi interessi, ma oggi credo che sia solo un poveretto schiavo del suo potere e della sua immagine, incapace di vedere la realtà che lo circonda.
Per questo motivo affonda senza dignità, ogni giorno di più.
Tutti diventano suoi nemici, “comunisti”; lui invece si vede come il “miglior” presidente del consiglio che gli italiani abbiano mai avuto!
La gaffe in cui ieri è caduto in conferenza stampa …”ho speso un sacco di soldi per avvocati “e” giudici”, dimostra quanto sia caduto in basso.
Pertanto, così come ha annunciato lui stesso, vedremo ancora il presidente del Consiglio in televisione a difendersi dai processi, proclamarsi innocente, incensarsi per supposti successi politici, lamentarsi di quanto gli “altri” non lo capiscano.
Solo al comando di una nave che affonda, con i suoi alleati che lo difendono con sorrisi sempre più falsi, attenderà la sua ingloriosa fine politica, che spero non si faccia attendere troppo tempo.
Corriere della sera
ROMA – «Non darò le dimissioni sono il miglior premier di sempre. Sono stato sempre assolto, la prescrizione non è una condanna. I processi di Milano sono autentiche farse. Andrò in tv e lo spiegherò agli italiani. Io sono un argine alla sinistra e vogliono sovvertire il voto degli elettori. Sono in assoluto il maggior perseguitato dalla magistratura di tutta la storia di tutte le epoche del mondo». Silvio Berlusconi conclude alla sua maniera le polemiche politiche susseguenti alla bocciatura da parte della Consulta del Lodo Alfano la legge che prevedeva l’immunità per le 4 principali cariche dello Stato.
GAFFE SULLA MAGISTRATURA – Poi nella sua dura critica alla magistratura di sinistra il premier cade anche in una gaffe involontaria: «Sono un perseguitato dalla magistratura. Il più grande perseguitato della storia, visto che sono stato sempre assolto, con due prescrizioni. Ho speso 200 milioni di euro per i giudici… scusate, per gli avvocati».
RAPPORTO CON NAPOLITANO – Poi Berlusconi ne ha anche per Napolitano: «Non bisogna essere ipocriti. Io sono di destra, Napolitano è di sinistra. Non si deve offendere». Accuse anche contro la Consulta, che, per il premier: «E’ stata sleale con il Parlamento».
E dire che dopo gli attacchi dei giorni scorsi contro Corte Costituzionale e Quirinale, Berlusconi aveva tentato in mattinata di smorzare i toni. Il premier affermava che è ancora possibile una «leale collaborazione» con il Colle. All’indomani della nota diffusa dopo l’incontro tra Giorgio Napolitano e i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani («Napolitano rispetta la Costituzione»), dunque, il premier aveva tentato un riavvicinamento con il Presidente della Repubblica. A proposito delle frasi degli ultimi giorni («si sa da che parte sta Napolitano»), Berlusconi però ribadiva la sua idea: «È chiaro a tutti che in Italia non c’è nessuno che si può considerare super partes. Bisogna sgombrare il campo dalle troppe ipocrisie perché la coabitazione tra due parti politiche non è mai facile». Nessuna marcia indietro, insomma, sulle critiche rivolte al Capo dello Stato: «È un fatto che il presidente è sempre stato un protagonista della sinistra e nulla può cambiare la sua storia politica». Berlusconi conclude tuttavia: «Per il futuro sono convinto che sia possibile una leale dialettica tra Quirinale e Governo e sono certo che non ci sarà nessun ostacolo al nostro programma di riforme per cambiare l’Italia».
CONSENSO – E a proposito dell’idea di lanciare una manifestazione di piazza, Berlusconi affermava che non è necessaria. «Siamo al governo – dice il presidente del Consiglio al Tg5 – abbiamo il consenso popolare, un consenso che è aumentato. Se c’è un governo legittimato dal sostegno degli elettori è il nostro. È chiaro che siamo maggioranza e governeremo per cinque anni».
ATTACCO AL CORRIERE DELLA SERA – Poi il premier ha attaccato anche il nostro giornale. «Il Corriere della Sera per nostra sfortuna» è passato da essere «un foglio della borghesia conservatrice a un foglio di sinistra». Questo «ci dispiace molto: sentiamo la mancanza del Corriere che fu».