Veltroni: «Innovazione o fallimento»
Il segretario del Pd: «Centrale la questione morale, ma il partito è fatto soprattutto da persone perbene»
Cari amici,
di questi tempi sento parlare troppo spesso di “questione morale”, ma non riesco a focalizzare bene il senso della questione.
L’ articolo pubblicato sulla WebPage del Corriere della Sera di oggi evidenzia i motivi di questa incomprensione che mi coglie.
Essere “perbene” oggi credo sia una qualità sfuocata, sprovvista di criteri di riferimento oggettivi.
La sensazione è che gli italiani si sentano tutti vittime, ma si comportino tutti da truffatori.
Troppo spesso manca nelle discussioni il senso oggettivo delle cose, e moltissimi argomenti sono posti in modo strumentale, ossia al fine di accampare diritti e privilegi opponendo il proprio interesse a quello delle controparti.
Quando leggo che “Veltroni invita i magistrati a procedere con cautela”, mi preoccupo e mi chiedo che senso ha questo invito a chi ha già l’ obbligo di procedere, mi auguro rispettando la legge e i diritti di noi cittadini.
E poi mi chiedo: Che senso ha creare una connessione tra le persone che commettono reati e il loro colore politico?
Un delinquente è un delinquente, di qualunque colore politico sia!
E sono convinto che, chi abbia commesso reati penali non possa sedersi in parlamento come deputato o senatore.
Mi fa piacere leggere che Veltroni invita a rinnovare spesso le classi dirigenti, perchè sono convinto che il nostro paese è pieno di “vecchi” che si ostinano a sembrare giovani per continuare a mantenere il loro potere.
Mi fa piacere che Veltroni sia d’ accordo a restituire a noi cittadini il potere di scegliere le persone che riteniamo di fiducia durante le elezioni.
Riguardo infine il cosiddetto “contributo straordinario” ipotizzato per i manager straricchi, mi auguro che tra questi siano compresi anche tutti i parlamentari, poichè, a mio giudizio, il loro stipendio ha raggiunto dei livelli scandalosi, sia dal punto di vista dell’ economia italiana, sia in confronto a quanto sono pagati i loro colleghi “omologhi” negli altri paesi del mondo.
Ed infine ritengo che i nostri politicanti siano troppi! Sarebbe necessario, a mio giudizio, una riduzione di almeno il 25% degli eletti sia alla Camera, sia al Senato.
Corriere della sera
ROMA – Difende il Partito democratico, formato da «centinaia di migliaia di amministratori che sono persone perbene». Afferma di non accettare «lezioni di moralità» da Berlusconi. Non nega, però, che la questione morale sia diventata un nodo «centrale». Tanto che invita i magistrati a procedere, «con cautela», nelle loro inchieste. E assicura che «per i disonesti non c’è posto». Anche perché, ammonisce, «la crisi politica e morale pone un’alternativa secca: o innovazione o fallimento». Walter Veltroni, durante la direzione del Partito democratico, prova a tracciare la linea per superare la tempesta giudiziaria. «O aiutiamo il Pd a saltare nel futuro – è la sua sfida – oppure rischiamo di legarci ad un presente che la crisi precipita nel passato. Quanto sta accadendo in questi giorni determina in noi inquietudine, ma anche voglia di reagire».
IMMAGINE DEFORMATA – «Il bollettino delle inchieste giudiziarie, ormai quotidiano – prosegue – racconta di opacità amministrative e compromessi morali. È un’immagine deformata e ingiusta, perché i nostri amministratori, che sono centinaia di migliaia, sono persone perbene. Il Pd è un partito di persone perbene. Un partito nato anche per prevenire il malcostume politico. Intendiamo farlo sul serio, anche se questo vuol dire pagare un prezzo in termini di consenso elettorale». Cosa fare, nell’immediato? Intanto Veltroni chiede «il potere previsto dallo statuto di poter intervenire anche attraverso commissariamenti laddove sia necessario». E poi ammonisce: «Se non innoviamo saremo travolti». Per questo serve un ricambio «frequente» dei gruppi dirigenti. Bisogna cioè creare le condizioni «di un forte avvicendamento con una nuova generazione». «I prossimi mesi – spiega – e il prossimo congresso, che svolgeremo dopo le elezioni, saranno l’occasione per l’affermazione definitiva di una nuova generazione di dirigenti alla guida del partito». A proposito dei rapporti interni, Veltroni invoca maggiore «spirito di squadra» perché «rischiamo di diventare come l’Unione, paralizzata dalle differenziazioni e che segava l’albero su cui era seduta».
LEGGI AD PERSONAM – Non manca la stoccata al premier: «Tutto si può accettare tranne lezioni che vengono da chi ha nelle proprie fila indagati per mafia. E voglio dirlo chiaramente, non possiamo accettare lezioni dal presidente del Consiglio che ha scelto di fronteggiare le sue vicende giudiziarie con una serie di legge ad personam».
DI PIETRO – Il segretario del Pd conferma poi la discussa alleanza con l’Italia dei Valori a livello locale. «Sento dire in questi giorni che dovremmo rompere con Di Pietro, ma io ho già detto tante volte che ci sono forme diverse di opposizione. L’ho fatto ad aprile, lo abbiamo fatto non aderendo alla manifestazione di piazza Navona e l’ho detto io stesso in una dichiarazione che ha aperto tutti quanti i giornali. Questo non significa che a livello locale non si possano trovare delle convergenze programmatiche, con l’Idv così come l’Udc e il Prc». Fermo restando che «il punto di debolezza dell’Italia dei valori è che alimenta le polemiche con noi, ma non si cimenta con la sfida dell’innovazione».
NUOVE ALLEANZE – Quindi il nodo alleanze: «Alle prossime elezioni vogliamo diventare il primo partito italiano». Si tratta di «un cammino lungo – ammette Veltroni – ma in questo percorso costruiremo le necessarie alleanze politiche. Alleanze che dovranno essere fondate sull’innovazione e il cambiamento e dovranno essere affidabili alla prova della tenuta di governo».
GIUSTIZIA, CLIMA E CRISI – Il segretario lancia poi le sue proposte politiche. Sulla giustizia: «La riforma non si fa contro i magistrati e contro gli avvocati. Ribadisco la proposta di un tavolo di sessanta giorni al termine del quale il governo deciderà ma dopo aver ascoltato il mondo della giustizia e se lo riterrà anche l’opposizione. Noi siamo disponibili». Sul clima: «Avviare una rivoluzione verde per uscire dalla crisi con una lotta sistematica ai mutamenti climatici. Rottamazione del petrolio e investimenti sulle fonti rinnovabili: questa è la strada da seguire». Sulla legge elettorale: «Reintroduzione del collegio uninominale» sul modello francese, senza «preclusioni anche a correggere il sistema attuale, a patto che si garantisca ai cittadini di scegliere gli eletti e anche la maggioranza di governo». E poi «è giunto il momento di concedere il diritto di voto ai 16enni alle amministrative, perché oggi si smette di essere bambini e si diventa giovani prima, magari per un tempo più lungo». Sulla crisi: «In questa fase è opportuno chiedere un contributo straordinario a tutti quei manager che hanno un reddito che supera il milione di euro. È tempo di redistribuire la ricchezza tra chi ha troppo e chi ha troppo poco».
LE REAZIONI – «Una relazione splendida e programmatica – è il commento di Rosa Russo Iervolino. – Una relazione rafforzativa rispetto al mio tentativo di far rinascere una Giunta eticamente forte a Napoli». Il sindaco di Napoli conferma che «ad oggi» non ha intenzione di dimettersi: «Per ora penso che un sindaco e la stragrande maggioranza di una giunta usciti in maniera assolutamente netta non se ne vanno così». Critico invece Antonio Di Pietro: «Parlando di due opposizioni diverse, Veltroni si condanna allo sconfitta eterna. Mi spiace per lui. Io penso a vincere le elezioni costruendo un’alleanza con il Pd e con le realtà della società civile per un’alternativa al governo piduista di Berlusconi».