Bini Smaghi teme una nuova
ondata di svalutazioni bancarie
Cari amici,
Ho trovato interessante l’ articolo pubblicato sul Sole 24 ore che segnalo di seguito, che prevede una nuova riduzione degli attivi da parte delle banche nell’ Unione Europea.
In altre parole, la crisi che stanno vivendo le famiglie e le imprese, si tradurrà in mancati rimborsi di prestiti, i quali a loro volta causeranno perdite consistenti per gli istituti di credito.
Sostanzialmente sono d’ accordo con questa visione, che comunque rimane parziale.
Infatti l’ erosione del potere di acquisto delle famiglie, a mio giudizio, è molto più profonda e ha motivi più antichi, dovuti alla perdita della sicurezza del posto di lavoro, ad una asimmetria sempre più accentuata tra pochissimi redditi esagerati e moltitudini di redditi sempre più bassi, e, soprattutto, alla rincorsa a spese sempre più superflue, effimere e dannose per la società.
Tutti questi fattori, messi insieme, producono fragilità nelle relazioni economiche, inconsistenza nelle relazioni sociali, faziosità nelle relazioni politiche, …in generale mancanza di coesione, partecipazione, condivisione, perdita di valore sociale.
Il denaro, di per se, non vale nulla! E’ solo una rappresentazione del valore percepito, che poi si materializza nella costruzione dei prezzi.
Una società florida custodisce il valore sociale e lo valorizza con leggi che evitino sia la ricchezza eccessiva sia l’ indigenza.
Le banche, nel prossimo futuro, saranno sempre di più costrette a mettersi in relazione con una società sempre più povera e bisognosa, e pertanto dovranno “stringere” i cordoni della borsa, favorendo ancora una volta i già sufficientemente ricchi.
E questo è l’ ennesimo segnale che indica il malfunzionamento del nostro sistema economico, che “deve” cambiare prima che produca disastri irreparabili.
Il sole 24 ore
Le banche protrebbero presto andare incontro a nuovi forti svalutazioni. L’avvertimento è di Lorenzo Bini Smaghi, membro italiano del board Bce. «La rapida espansione degli accantonamenti ai fondi rischi su crediti – spiega – suggerisce che potrebbe essere imminente una nuova ondata di svalutazioni delle attività bancarie nell’area dell’euro, con conseguenti riduzioni patrimoniali». In un intervento all’Università di Firenze, Bini Smaghi ha sottolineato poi che «vi sono segnali di un deterioramento della qualità creditizia del portafoglio prestiti delle banche riconducibile all’acuirsi delle difficoltà finanziarie nel settore delle famiglie e delle imprese». E le difficoltà sul fronte del credito potrebbero zavorrare la ripresa nell’area euro, nonostante i buoni segnali di questi ultimi mesi.
Il peggio è alle spalle ma la ripresa sarà graduale
«Negli ultimi mesi – ha detto Bini Smaghi – sono emersi crescenti segnali di stabilizzazione dell’attività economica nell’area dell’euro». Elementi che «ci suggeriscono che è terminato il periodo di significativa contrazione». Anche gli andamenti recenti dei mercati finanziari generalmente positivi e migliori delle attese «hanno influito favorevolmente sulle prospettive di stabilità finanziaria». Ma la ripresa sarà molto graduale. «Permangono numerosi rischi e fragilità, che – associati a un’elevata incertezza – denotano una persistente vulnerabilità dell’economia e del settore finanziario» fa notare il banchiere.
Regolamentazione dei mercati, un treno da non perdere
Lorenzo Bini Smaghi è convinto che quello della regolamentazione dei mercati finanziari, sia un treno da non perdere assolutamente. Specialmente alla luce degli accordi sottoscritti al G20. A livello politico, l’intesa sul programma di regolamentazione non ha precedenti, in termini sia di portata sia di copertura geografica. La crisi, afferma Bini Smaghi,«offre alle banche l’occasione di rivedere radicalmente le pratiche di gestione del rischio, e verificare che i metodi adottati siano idonei ad affrontare le complessità dei mercati finanziari».
Gli aiuti della Bce non possono durare per sempre
Non bisogna perdere treno delle riforme anche perché, ha ricordato il membro italiano dell’Eurotower, le misure assunte dalle banche centrali nel corso della crisi finanziaria sono «eccezionali e non possono durare per sempre». Come dire: l’era del denaro a costo zero non può durare per sempre. Lo stesso numero uno della Fed Ben Bernanke, d’altronde, ha detto che prima o poi occorrerà rialzare i tassi dì’interesse. Bini Smaghi ha comunque sottolineato come nel nostro Paese la ristrutturazione del sistema finanziario non sia impellente come in altre aree del mondo, dal momento che in Italia «la vigilanza è stata fatta in modo più prudente che in altri Paesi».